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Prepensionamento editoria: no ai contributi di mobilità

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per il prepensionamento editoria, i contributi figurativi maturati durante la mobilità successiva alla Cassa Integrazione non possono essere conteggiati. Ribaltando la decisione della Corte d’Appello, ha precisato che il requisito contributivo deve essere perfezionato esclusivamente entro il periodo di godimento della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, in base a un’interpretazione restrittiva della normativa speciale di settore.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prepensionamento Editoria: La Cassazione Esclude i Contributi di Mobilità dal Calcolo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul tema del prepensionamento editoria, una questione di grande interesse per i lavoratori di un settore da tempo in crisi. La Suprema Corte ha stabilito che i contributi figurativi maturati durante il periodo di mobilità, successivo alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), non possono essere utilizzati per raggiungere l’anzianità contributiva richiesta per l’accesso a questo specifico trattamento pensionistico anticipato. Questa decisione ribalta un precedente orientamento favorevole ai lavoratori e impone un’interpretazione più restrittiva della normativa di settore.

Il Contesto del Caso: La Richiesta del Lavoratore

Il caso ha origine dalla domanda di un ex dipendente di un’azienda editoriale che, dopo un periodo di CIGS, era stato collocato in mobilità. Il lavoratore riteneva di aver maturato il diritto al trattamento pensionistico anticipato sommando i contributi versati durante l’attività lavorativa, quelli relativi al periodo di CIGS e i contributi figurativi accreditati durante la successiva mobilità. Mentre in primo grado la sua richiesta era stata respinta, la Corte d’Appello aveva accolto le sue ragioni.

La Decisione Favorevole della Corte d’Appello

Secondo i giudici di secondo grado, la norma di riferimento (art. 1, co. 154, L. n. 205/17) doveva essere interpretata in senso estensivo. Avevano ritenuto che, per perfezionare il requisito contributivo minimo, potessero essere computati anche i contributi figurativi maturati nel periodo di mobilità, anche se questo era successivo alla cessazione del rapporto di lavoro e allo scadere della cassa integrazione. Questa interpretazione mirava a estendere la tutela a una platea più ampia di lavoratori in difficoltà.

Il Ricorso dell’Ente Previdenziale e il Prepensionamento Editoria

L’Ente Nazionale di Previdenza Sociale ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo la violazione e falsa applicazione della legge. L’Ente ha argomentato che la Corte territoriale aveva erroneamente permesso il perfezionamento del requisito contributivo minimo includendo periodi successivi a quello di cassa integrazione. Il fulcro del ricorso si basava sulla natura speciale e derogatoria della normativa sul prepensionamento editoria, che non consentirebbe un’interpretazione analogica o estensiva.

La Distinzione con Altre Normative

L’Ente ha sottolineato come la legge in questione avesse introdotto una disciplina speciale, più vantaggiosa rispetto a quella generale, ma a una condizione precisa: che l’anzianità contributiva richiesta fosse raggiunta entro il periodo di godimento della cassa integrazione. Questo limite temporale, secondo il ricorrente, non poteva essere superato includendo periodi successivi come la mobilità.

Le Motivazioni della Cassazione: Interpretazione Restrittiva della Norma

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Ente Previdenziale, ritenendolo fondato. Richiamando un proprio precedente consolidato (Cass. 2440/23), la Suprema Corte ha affermato un principio di diritto chiaro e rigoroso. Ai fini dell’accesso al prepensionamento editoria, sono utili solo i contributi versati durante il periodo di CIGS. Non possono essere considerati, invece, i contributi figurativi accreditati per il periodo di mobilità successivo alla scadenza della cassa integrazione. La norma, infatti, si riferisce esplicitamente a coloro che hanno acquisito il requisito contributivo entro il periodo di cassa integrazione, fissando così un limite temporale invalicabile.

La Corte ha specificato che questa disposizione ha introdotto una disciplina speciale, destinata a salvaguardare i dipendenti delle imprese editrici in crisi, ma il cui contenuto letterale è di stretta interpretazione. Non è possibile, quindi, estenderne l’applicazione oltre i confini tracciati dal legislatore. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello, non essendosi attenuta a questo principio, è stata cassata.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Lavoratori del Settore

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per i lavoratori del settore editoriale che sperano di accedere al prepensionamento. Essa chiarisce che il ‘salvadanaio’ contributivo si chiude al termine del periodo di CIGS. Qualsiasi contribuzione successiva, anche se figurativa come quella per la mobilità, non è utile a raggiungere la soglia per questo specifico beneficio. I lavoratori e i loro consulenti dovranno quindi valutare con estrema attenzione il raggiungimento dei requisiti entro il termine perentorio fissato dalla legge, senza poter contare su periodi successivi di ammortizzatori sociali. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello di Genova, che dovrà ora decidere nuovamente la controversia applicando il principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

I contributi figurativi maturati durante il periodo di mobilità sono utili per il prepensionamento nel settore editoriale secondo la legge speciale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che sono utili solo i contributi versati nel periodo di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e non anche quelli figurativi accreditati nel successivo periodo di mobilità.

Qual è il limite temporale per maturare i requisiti contributivi per accedere a questo specifico prepensionamento?
Il requisito contributivo deve essere interamente maturato e raggiunto entro il periodo di godimento della cassa integrazione. La norma fissa questo periodo come limite temporale definitivo.

Perché la Corte di Cassazione ha interpretato la norma sul prepensionamento editoria in modo così restrittivo?
Perché la norma in questione (art. 1, co. 154, L. n. 205/17) introduce una disciplina speciale e derogatoria rispetto a quella generale. Tali norme, per principio giuridico, sono soggette a un’interpretazione letterale e restrittiva, non potendo essere applicate oltre i casi espressamente previsti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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