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Premio speciale unitario: no al calcolo sulle retribuzioni

Una cooperativa di facchinaggio ha contestato la pretesa dell’INAIL di calcolare il premio assicurativo sulla base delle retribuzioni effettive. La cooperativa sosteneva l’applicabilità del regime del “premio speciale unitario”, un importo fisso svincolato dai salari. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cooperativa, stabilendo che la normativa speciale che istituisce il premio fisso non è stata abrogata dalle successive leggi generali sulla retribuzione. Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva errato nel creare un sistema di calcolo ibrido, e la sua sentenza è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Premio Speciale Unitario: la Cassazione Conferma il Calcolo Fisso

Con la recente sentenza n. 32263 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su una questione di grande rilevanza per le cooperative operanti in settori specifici, come il facchinaggio. Il tema centrale è la modalità di calcolo del premio speciale unitario dovuto all’INAIL. La Corte ha stabilito che questo premio, per sua natura, è svincolato dalla retribuzione effettiva e non può essere ricalcolato sulla base di normative generali successive che hanno equiparato i soci lavoratori ai dipendenti.

I Fatti di Causa

Una società cooperativa di facchini si è vista richiedere dall’INAIL un’integrazione dei premi assicurativi per gli anni dal 2007 al 2011. Secondo l’Istituto, il calcolo doveva basarsi sulla retribuzione effettivamente corrisposta ai soci lavoratori, in applicazione delle normative introdotte nel 2001 che miravano a parificare la loro posizione a quella dei lavoratori dipendenti.

La cooperativa ha contestato questa interpretazione, sostenendo di rientrare nel regime del premio speciale unitario, previsto dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965. Questo regime, nato per lavorazioni in cui è complesso determinare il premio con i criteri ordinari (basati sulla retribuzione), prevede un importo fisso, predeterminato in base al numero di soci occupati.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cooperativa, la Corte d’Appello di Bologna aveva ribaltato la decisione, accogliendo la tesi dell’INAIL e di fatto creando un sistema di calcolo “ibrido”. Contro questa sentenza, la cooperativa ha proposto ricorso in Cassazione.

Il Quadro Normativo del Premio Speciale Unitario

L’ordinamento previdenziale italiano distingue due principali modalità di calcolo del premio assicurativo INAIL:

1. Premio Ordinario (Art. 41 d.P.R. 1124/1965): Calcolato in percentuale sull’ammontare complessivo delle retribuzioni (effettive o convenzionali) erogate ai lavoratori.
2. Premio Speciale Unitario (Art. 42 d.P.R. 1124/1965): Previsto per specifiche lavorazioni (come il facchinaggio) per le quali esistono difficoltà nel determinare il premio secondo il metodo ordinario. In questi casi, il premio è commisurato a elementi diversi dalla retribuzione, come il numero di persone, la durata della lavorazione o il numero di macchine. È un importo fisso, tipicamente pro capite.

La disciplina attuativa di questo premio speciale per i facchini era contenuta in un Decreto Ministeriale del 1987, che stabiliva un minimale giornaliero retributivo fisso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni della cooperativa, cassando la sentenza d’appello. Il ragionamento dei giudici si fonda su un principio cardine del diritto: Lex posterior generalis non derogat legi priori speciali. Una legge successiva di carattere generale non abroga una legge precedente che regola una materia specifica.

La Corte ha chiarito che le leggi del 2001 (L. 142 e D.Lgs. 423), pur avendo l’importante ratio legis di equiparare i soci lavoratori ai dipendenti, hanno modificato i criteri di calcolo del premio ordinario (legato all’art. 41), ma non hanno intaccato la disciplina autonoma e speciale del premio speciale unitario (art. 42).

Secondo la Cassazione, i due sistemi sono alternativi e non possono essere fusi. La Corte d’Appello ha errato nel creare un premio “ibrido”, applicando il parametro della retribuzione effettiva a un regime che, per definizione, ne prescinde. La specialità del premio unitario risiede proprio nella sua indipendenza dal salario, essendo stato concepito per superare le difficoltà di accertamento di quest’ultimo.

La Corte ha inoltre osservato che qualsiasi modifica al regime del premio speciale deve seguire la procedura specifica prevista dall’art. 42 stesso, ovvero un apposito decreto ministeriale su delibera dell’INAIL. Proprio questa strada è stata intrapresa dal legislatore nel 2022, con un decreto che ha esteso il regime ordinario anche ai facchini, ma solo a decorrere dal 1° gennaio 2023, confermando implicitamente la vigenza del sistema speciale per il periodo precedente.

Le Conclusioni: L’Impatto della Sentenza

Questa sentenza riafferma la netta distinzione tra premio ordinario e premio speciale unitario. Per le categorie lavorative soggette a quest’ultimo regime, il calcolo deve attenersi ai parametri fissi stabiliti dalla normativa speciale e dai relativi decreti attuativi, almeno per i periodi antecedenti alle modifiche legislative specifiche (come quella del 2023).

Le imprese e le cooperative che rientrano in questi settori ottengono così una fondamentale certezza giuridica: le pretese di integrazione basate sull’applicazione retroattiva del criterio della retribuzione effettiva sono infondate. La decisione della Cassazione tutela la coerenza del sistema normativo e il principio di specialità, impedendo commistioni tra regimi di calcolo alternativi e strutturalmente diversi.

Come deve essere calcolato il premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio per il periodo in contestazione (2007-2011)?
Il premio deve essere calcolato sulla base dei parametri fissi e predeterminati (criterio pro capite) previsti dalla disciplina speciale dell’art. 42 del d.P.R. 1124/1965 e del relativo decreto attuativo del 1987, e non sulla base delle retribuzioni effettivamente corrisposte ai soci lavoratori.

Perché le leggi del 2001, che hanno equiparato i soci lavoratori ai dipendenti, non hanno modificato questo metodo di calcolo?
Perché tali leggi hanno natura generale e modificano il calcolo del premio ordinario, mentre il premio speciale unitario è regolato da una normativa speciale e preesistente. In base al principio ‘Lex posterior generalis non derogat legi priori speciali’, la legge generale successiva non abroga quella speciale precedente, che continua ad applicarsi al suo ambito specifico.

È possibile modificare il sistema di calcolo del premio speciale unitario?
Sì, ma solo attraverso la procedura specifica prevista dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965, che richiede l’adozione di un apposito decreto ministeriale, previa delibera dell’Istituto assicuratore. Non può essere modificato per via interpretativa applicando normative generali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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