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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza

Una cooperativa di facchinaggio si oppone alla richiesta di un ente previdenziale di integrare i contributi assicurativi basandoli sulla retribuzione effettiva. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della cooperativa, stabilendo che il regime del premio speciale unitario, previsto da una norma speciale per difficoltà di accertamento della paga, non è stato abrogato dalla successiva legislazione generale che lega i contributi alla retribuzione. Viene affermato il principio per cui la legge speciale precedente prevale su quella generale successiva.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Premio Speciale Unitario per Cooperative: La Cassazione Conferma la Norma Speciale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23391 del 2024, interviene su una questione fondamentale per le cooperative di facchinaggio e altri settori simili: il metodo di calcolo del premio assicurativo contro gli infortuni sul lavoro. La decisione riafferma la validità del premio speciale unitario, un sistema di calcolo forfettario, rispetto alla pretesa dell’ente previdenziale di applicare il criterio basato sulla retribuzione effettiva. Questo pronunciamento offre importanti chiarimenti sul rapporto tra norme generali e speciali in materia contributiva.

Il Contesto della Controversia

Una società cooperativa attiva nel settore del facchinaggio si era vista richiedere dall’ente assicuratore un’ingente somma a titolo di integrazione dei premi versati per il periodo 2007-2012. Secondo l’ente, a partire dal 2007, il calcolo dei contributi avrebbe dovuto basarsi sulla retribuzione effettivamente corrisposta ai soci lavoratori, in applicazione del D.Lgs. 423/2001. La cooperativa, invece, sosteneva di aver correttamente applicato il regime del premio speciale unitario previsto dall’art. 42 del T.U. 1124/1965, che prevede un calcolo su base fissa (pro capite) proprio per le attività di facchinaggio.

I giudici di primo e secondo grado avevano dato ragione all’ente previdenziale, ritenendo che la normativa più recente avesse implicitamente superato il vecchio sistema. La cooperativa ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Disciplina del Premio Speciale Unitario

L’articolo 42 del Testo Unico sull’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (T.U. n. 1124/1965) introduce il concetto di premio speciale unitario. Questo regime derogatorio è stato pensato per “quelle lavorazioni, rispetto alle quali esistano… difficoltà per la determinazione del premio di assicurazione” con il metodo ordinario (basato sulla retribuzione). In questi casi, il premio viene determinato sulla base di elementi diversi e più facilmente accertabili, come il numero delle persone, la durata della lavorazione o il numero di macchine utilizzate. Si tratta di una norma speciale, creata appositamente per settori come quello del facchinaggio, dove la retribuzione può essere variabile e di difficile quantificazione.

L’Errore nell’Applicazione della Norma Generale

I giudici di merito avevano ritenuto che il D.Lgs. 423/2001, ancorando la retribuzione imponibile ai fini contributivi all’importo minimo previsto dalla legge, avesse di fatto reso superato il sistema speciale. La Cassazione ha giudicato questa interpretazione errata. La nuova normativa, infatti, ha modificato i criteri per la determinazione del premio ordinario (di cui all’art. 41 del T.U.), ma non ha mai menzionato né abrogato espressamente la disciplina speciale dell’art. 42.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha accolto il ricorso della cooperativa basandosi su un principio giuridico fondamentale: lex posterior generalis non derogat priori speciali. Questo brocardo latino significa che una legge generale successiva non abroga una legge speciale precedente che regola una materia specifica.

La Corte ha chiarito che il D.Lgs. 423/2001 è una norma di carattere generale sulla retribuzione imponibile, mentre l’art. 42 del T.U. è una norma speciale, dettata dalla specifica difficoltà di accertare le retribuzioni nel settore del facchinaggio. Non essendoci incompatibilità tra le due discipline (una regola il caso generale, l’altra un caso specifico), la norma speciale continua a trovare applicazione.

I giudici hanno specificato che qualsiasi modifica al regime del premio speciale unitario avrebbe dovuto avvenire tramite un apposito decreto ministeriale, come previsto dalla stessa legge, e non per effetto di una norma generale successiva. Pertanto, la pretesa dell’ente di “ibridare” i due sistemi, applicando la base di calcolo della retribuzione effettiva al premio speciale, è stata ritenuta illegittima.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa ad un’altra sezione della stessa corte per un nuovo giudizio, che dovrà attenersi al principio enunciato. La decisione riafferma la piena vigenza del sistema del premio speciale unitario per le categorie a cui si applica. Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per le cooperative e le imprese che operano in settori con regimi contributivi speciali, garantendo certezza del diritto e proteggendole da richieste di integrazione basate su interpretazioni estensive della normativa generale.

La normativa successiva che lega i contributi alla retribuzione effettiva ha modificato il calcolo del premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la normativa successiva (D.Lgs. 423/2001) è una legge generale e non abroga la disciplina speciale precedente (Art. 42, T.U. 1124/1965) che regola il premio speciale unitario.

Perché esiste un “premio speciale unitario” per determinate categorie di lavoratori?
Esiste per quelle lavorazioni in cui, per la loro natura o modalità di svolgimento, risulta difficile determinare l’ammontare esatto delle retribuzioni. Il premio viene quindi calcolato su basi diverse, come il numero di persone o la durata del lavoro, per semplificare l’accertamento e garantire la tutela assicurativa.

Qual è il principio giuridico decisivo applicato dalla Corte in questa sentenza?
Il principio decisivo è “lex posterior generalis non derogat priori speciali”, secondo il quale una legge generale emanata successivamente non cancella una legge speciale precedente che disciplina una materia specifica e più ristretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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