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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza

Una cooperativa di facchinaggio ha contestato la richiesta di un ente previdenziale di ricalcolare il premio assicurativo sulla base della retribuzione effettiva, anziché su quella convenzionale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cooperativa, stabilendo che il regime del premio speciale unitario, previsto per categorie con retribuzioni difficili da accertare, non è stato abrogato dalle normative successive di carattere generale. Pertanto, il calcolo deve continuare a basarsi sui criteri forfettari stabiliti dai decreti ministeriali specifici.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Premio speciale unitario: la Cassazione conferma la validità del calcolo forfettario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30292/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul metodo di calcolo del premio speciale unitario per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, in particolare per le società cooperative. La pronuncia stabilisce che la normativa speciale, che prevede un calcolo su base forfettaria, non è stata superata dalle leggi successive che hanno introdotto il principio della retribuzione effettiva come base imponibile. Si tratta di una decisione di grande rilievo per tutte quelle realtà lavorative caratterizzate da retribuzioni variabili e di difficile accertamento.

I Fatti del Caso: Una Cooperativa Contro l’Ente Previdenziale

Una società cooperativa attiva nel settore del facchinaggio si è vista richiedere dall’ente nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro un’integrazione dei premi assicurativi versati in un arco temporale di diversi anni. L’ente sosteneva che, a seguito di una riforma legislativa del 2001, il premio non dovesse più essere calcolato secondo il sistema speciale (basato su una quota fissa giornaliera per socio lavoratore), ma dovesse essere adeguato alla retribuzione effettivamente corrisposta ai soci.

La cooperativa ha impugnato tale richiesta, sostenendo la piena vigenza del regime speciale, creato appositamente per settori come il suo, dove la determinazione di una base retributiva costante risulta complessa. Dopo una decisione sfavorevole in Corte d’Appello, la questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione e il calcolo del premio speciale unitario

La Suprema Corte ha accolto integralmente le ragioni della cooperativa, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno affermato che la disciplina del premio speciale unitario, contenuta nell’art. 42 del T.U. 1124/1965, costituisce un sistema autonomo e speciale rispetto al regime ordinario di calcolo basato sulla retribuzione (art. 41).

Questo sistema speciale è stato introdotto proprio per quelle lavorazioni in cui, per natura o modalità di svolgimento, è difficile determinare il premio secondo i criteri ordinari. Di conseguenza, il calcolo avviene sulla base di elementi diversi, come il numero di persone, la durata della lavorazione, o quote fisse predeterminate da decreti ministeriali.

Le Motivazioni: Il Principio di Specialità e la non abrogazione del premio speciale unitario

Il fulcro del ragionamento della Corte risiede nell’applicazione del principio giuridico lex posterior generalis non derogat priori speciali. Questo brocardo latino significa che una legge successiva di portata generale non abroga una legge precedente che regola una materia specifica e particolare.

La Corte ha chiarito che le riforme legislative (come il d.lgs. n. 423/2001), che hanno ancorato l’imponibile contributivo alla retribuzione effettiva, hanno modificato il regime ordinario di calcolo del premio, ma non hanno intaccato la validità del regime speciale. Non vi è incompatibilità tra le due discipline, poiché esse si applicano a presupposti differenti.

I giudici hanno ritenuto errata la conclusione della Corte d’Appello, la quale aveva tentato di creare un sistema ‘ibrido’, applicando il parametro della retribuzione effettiva a un premio che, per sua natura, ne prescinde. La disciplina del premio speciale unitario, essendo attuata tramite decreti ministeriali, può essere modificata solo da un atto della stessa natura, ovvero un nuovo apposito decreto ministeriale, e non da una legge generale successiva.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza rappresenta un punto fermo per la tutela di tutte le imprese, in particolare le cooperative, che operano in settori con fluttuazioni di lavoro e reddito. Viene confermata la legittimità del sistema di calcolo forfettario del premio assicurativo, garantendo certezza del diritto e stabilità negli oneri contributivi.

Le aziende soggette al regime del premio speciale possono quindi continuare a fare affidamento sui criteri stabiliti dai decreti ministeriali specifici per la loro categoria, senza il timore di vedersi applicare retroattivamente un ricalcolo basato sulle retribuzioni effettive, che risulterebbe non solo oneroso ma anche contrario alla logica stessa per cui il regime speciale è stato istituito.

La normativa del 2001 che impone il calcolo dei contributi sulla retribuzione effettiva ha modificato il sistema del premio speciale unitario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa successiva (d.lgs. n. 423/2001) ha carattere generale e non abroga la disciplina speciale del premio unitario (art. 42 T.U. 1124/1965), che rimane in vigore in virtù del principio di specialità.

Per le cooperative di facchinaggio, il premio assicurativo contro gli infortuni va calcolato sulla retribuzione effettiva o su base forfettaria?
Va calcolato su base forfettaria, secondo il sistema del premio speciale unitario, come previsto dai decreti ministeriali attuativi, finché tale sistema non verrà esplicitamente modificato da un apposito nuovo decreto ministeriale.

Perché esiste un regime speciale per il calcolo del premio per alcune categorie di lavoratori?
Esiste per superare le difficoltà nel determinare l’esatta retribuzione in settori lavorativi caratterizzati da variabilità e precarietà dei redditi, garantendo comunque la tutela previdenziale e la provvista finanziaria dell’ente assicuratore attraverso parametri di calcolo alternativi e più certi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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