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Premio speciale unitario: la Cassazione decide

La Cassazione stabilisce che il ‘premio speciale unitario’ per le cooperative di facchinaggio non è stato abrogato dalla normativa del 2001 sulla retribuzione. La disciplina speciale prevale su quella generale (lex specialis derogat legi generali), e non può essere applicato un calcolo basato sulla retribuzione effettiva per il periodo contestato. La modifica del regime richiede un apposito decreto ministeriale.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Premio speciale unitario: la Cassazione chiarisce la sua vigenza

Con la recente sentenza n. 32276/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su una questione di grande rilevanza per il mondo delle cooperative, in particolare quelle di facchinaggio. Il caso riguarda la corretta modalità di calcolo dei premi assicurativi contro gli infortuni sul lavoro e l’applicabilità del cosiddetto premio speciale unitario. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: la legge speciale prevale su quella generale, anche di fronte a riforme normative successive.

Il Contesto: La Controversia sul Premio Assicurativo

La vicenda nasce dalla richiesta di un ente assicuratore nei confronti di una cooperativa di facchinaggio per integrare i premi assicurativi versati per i propri soci lavoratori in un determinato arco temporale. L’ente sosteneva che, a seguito delle riforme del 2001 (legge 142/2001 e d.lgs. 423/2001) volte a equiparare la posizione dei soci lavoratori a quella dei dipendenti, il premio dovesse essere calcolato sulla base della retribuzione effettiva e non più secondo il regime speciale.

La cooperativa, invece, si opponeva, rivendicando il diritto di continuare ad applicare il premio speciale unitario previsto dall’art. 42 del d.P.R. n. 1124/1965. Questo regime speciale fu introdotto per quelle attività, come il facchinaggio, caratterizzate da variabilità e precarietà dei redditi, che rendono difficile un calcolo del premio basato sulla retribuzione.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cooperativa, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, accogliendo la tesi dell’ente assicuratore e creando di fatto un sistema di calcolo “ibrido”.

La Decisione della Cassazione sul premio speciale unitario

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cooperativa, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. La Suprema Corte ha chiarito che la normativa del 2001 non ha né abrogato né modificato la disciplina speciale dei premi unitari.

Il Principio di Specialità al Centro del Dibattito

Il cuore della decisione risiede nel principio “Lex posterior generalis non derogat priori speciali”. Secondo la Corte, la normativa del 2001 ha un carattere generale, finalizzata a regolare il trattamento retributivo dei soci lavoratori in generale. Al contrario, l’art. 42 del d.P.R. 1124/1965 costituisce una norma speciale, dettata per risolvere le difficoltà pratiche nel calcolo dei premi in settori specifici.

La coesistenza di un regime ordinario (basato sulla retribuzione) e di uno speciale (basato su un premio forfettario) è una scelta precisa del legislatore, e una riforma generale non può implicitamente cancellare una disciplina speciale preesistente senza una chiara indicazione in tal senso.

Inapplicabilità dell’Abrogazione Tacita

I giudici hanno escluso che potesse configurarsi un’abrogazione tacita. Non esiste, infatti, alcuna incompatibilità tra la nuova disciplina generale sulla retribuzione e la vecchia disciplina speciale sul premio. Quest’ultima continua a trovare la sua ragion d’essere proprio nell’oggettiva difficoltà di determinare una base retributiva certa per il calcolo del premio.

Le Motivazioni: Perché la Legge Speciale Prevale

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra il sistema di calcolo del premio ordinario (art. 41) e quello del premio speciale unitario (art. 42). I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse errato nel creare un “premio ibrido”, mescolando elementi dei due sistemi. Questo approccio è in contrasto con la volontà del legislatore, che ha voluto mantenere i due regimi come alternativi e autonomi.

Inoltre, la Corte ha osservato che la disciplina del premio speciale può essere modificata solo attraverso la procedura specifica prevista dall’art. 42 stesso: un apposito decreto ministeriale, previa delibera dell’istituto assicuratore. Un cambiamento legislativo di questo tipo è effettivamente avvenuto con un decreto del 2022, che ha esteso il regime ordinario anche alle cooperative di facchini a partire dal 2023. Questo intervento successivo, secondo la Corte, conferma che per il periodo oggetto della controversia, il regime speciale era pienamente in vigore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, offre certezza giuridica alle cooperative che, per il periodo precedente al 2023, hanno correttamente applicato il regime del premio speciale. In secondo luogo, riafferma un principio cardine dell’interpretazione giuridica: le riforme di carattere generale devono essere lette con attenzione per non travolgere discipline speciali che rispondono a esigenze specifiche e consolidate.

Infine, la decisione chiarisce che la modifica di regimi contributivi complessi e specifici non può avvenire per via interpretativa, ma richiede un intervento normativo esplicito e formale, nel rispetto delle procedure previste dalla legge.

La legge del 2001 sulla retribuzione dei soci di cooperativa ha modificato il calcolo del premio speciale unitario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa del 2001 ha carattere generale e non ha abrogato né modificato la disciplina speciale del premio speciale unitario prevista dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965, che è rimasta in vigore.

Come si può modificare la disciplina del premio speciale unitario?
La disciplina può essere modificata solo attraverso la procedura specifica indicata nell’art. 42 del d.P.R. 1124/1965, ovvero tramite un apposito decreto ministeriale adottato su delibera dell’istituto assicuratore.

La Corte di Cassazione ha applicato il principio ‘lex specialis derogat legi generali’?
Sì. La Corte ha applicato il criterio secondo cui una legge successiva di carattere generale (la riforma del 2001) non deroga a una legge precedente di carattere speciale (la norma sul premio speciale unitario), la quale continua a regolare la specifica materia per cui è stata creata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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