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Potere datoriale del preside: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un dirigente scolastico esercita legittimamente il proprio potere datoriale anche senza un accordo con le organizzazioni sindacali, qualora le trattative, pur avviate, si arenino per l’intransigenza sindacale. In caso di “mancato accordo”, il dirigente può adottare provvedimenti sostitutivi e provvisori per garantire il funzionamento dell’istituto, a condizione di aver rispettato gli obblighi di informazione e di esame congiunto. La Corte ha respinto il ricorso di un sindacato che denunciava una condotta antisindacale, confermando che il potere organizzativo del dirigente non è subordinato al consenso sindacale.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Potere Datoriale del Preside: Quando si Può Agire Senza Accordo Sindacale?

Il potere datoriale del dirigente scolastico e i suoi confini rispetto alle relazioni sindacali sono spesso al centro di complesse questioni legali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo quando un preside può legittimamente assumere decisioni organizzative anche in assenza di un accordo con i sindacati, senza che ciò costituisca condotta antisindacale.

I Fatti del Caso

La controversia nasceva dal ricorso di un’organizzazione sindacale contro un dirigente scolastico (D.S.). Il sindacato lamentava che il D.S. avesse esercitato i propri poteri in materia di organizzazione del lavoro e gestione del personale in modo unilaterale, senza raggiungere un preventivo accordo nell’ambito della contrattazione integrativa d’istituto. In particolare, la trattativa si era bloccata a causa di una pregiudiziale posta dal sindacato, che insisteva sulla necessità di un accordo anche per materie che la normativa più recente aveva ricondotto alle prerogative esclusive del dirigente. Di fronte allo stallo, e per garantire il corretto funzionamento della scuola, il dirigente aveva adottato un provvedimento provvisorio e sostitutivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del sindacato, ritenendo infondate le accuse di condotta antisindacale. I giudici hanno confermato che l’azione del dirigente scolastico era stata corretta e coerente con l’assetto normativo vigente. La Corte ha sottolineato che, sebbene le relazioni sindacali prevedano obblighi di informazione e di esame congiunto, l’esercizio del potere datoriale non è subordinato al raggiungimento di un accordo.

Le Motivazioni della Corte sul Potere Datoriale

La Corte di Cassazione ha articolato la sua decisione su alcuni punti fondamentali. In primo luogo, ha ribadito che la normativa, in particolare il D.Lgs. 165/2001, attribuisce al dirigente scolastico poteri di gestione e organizzazione assimilabili a quelli di un datore di lavoro privato. Questi poteri non sono mediati dalla necessità di un accordo sindacale. La legittimità delle sue decisioni dipende dalla conformità alla legge e alla contrattazione collettiva, non dal consenso delle OO.SS.

In secondo luogo, la Corte ha valorizzato il concetto di “mancato accordo”. Nel caso specifico, era stato dimostrato che il dirigente aveva intrapreso una “serie continua di riunioni” per trovare un’intesa. Lo stallo non era imputabile a una chiusura del D.S., ma all’intransigenza della parte sindacale, che si era “arroccata” su una posizione pregiudiziale. In una simile situazione di paralisi negoziale, la legge (art. 40, co. 3-ter, D.Lgs. 165/2001) consente al dirigente di intervenire con un atto provvisorio per sopperire alla mancanza di un accordo e assicurare l’operatività del servizio.

Infine, è stato chiarito che l’aver adempiuto agli obblighi di informazione ed esame congiunto è sufficiente per legittimare l’azione del dirigente. Questi adempimenti non possono trasformarsi in un potere di veto per i sindacati. La serie di incontri falliti per l’intransigenza sindacale, secondo la Corte, assorbe e soddisfa ogni questione relativa al rispetto di tali obblighi.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza e chiarisce la figura del dirigente scolastico come vero e proprio manager della pubblica amministrazione. La sentenza traccia una linea netta: il dialogo con i sindacati è un dovere, ma non può diventare uno strumento per bloccare l’attività amministrativa. Il potere datoriale include la responsabilità di decidere e agire, specialmente quando la via del negoziato si rivela impraticabile. Per i dirigenti, ciò significa avere la certezza di poter intervenire per il bene dell’istituzione, mentre per le organizzazioni sindacali rappresenta un monito a condurre le trattative in modo costruttivo, senza erigere muri pregiudiziali che possano ritorcersi contro l’efficienza del sistema scolastico.

Un dirigente scolastico può prendere decisioni organizzative senza l’accordo dei sindacati?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, un dirigente scolastico può adottare provvedimenti provvisori in materie oggetto di contrattazione integrativa se, dopo aver avviato una trattativa e rispettato gli obblighi di informazione ed esame congiunto, non si raggiunge un accordo a causa dello stallo negoziale, come previsto dall’art. 40, co. 3-ter, del d.lgs. 165/2001.

Cosa si intende per “mancato accordo” che legittima l’intervento del dirigente?
Per “mancato accordo” si intende una situazione di stallo nelle trattative che non sia imputabile al dirigente. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che una “serie continua di riunioni” fallite a causa della posizione intransigente e pregiudiziale del sindacato integrasse pienamente la fattispecie del mancato accordo.

L’esercizio del potere datoriale del dirigente è sempre legittimo se rispetta la legge?
L’esercizio del potere datoriale è legittimo se rispetta le norme sostanziali di legge e della contrattazione collettiva. Sul piano delle relazioni sindacali, è necessario che il dirigente abbia adempiuto agli obblighi di informazione e di esame congiunto. Tuttavia, il suo potere non è subordinato al raggiungimento di un accordo con le organizzazioni sindacali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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