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Permesso di soggiorno familiare: i requisiti alternativi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27772/2024, ha stabilito un principio fondamentale per il rilascio del permesso di soggiorno familiare a favore di parenti di cittadini dell’Unione Europea. La Corte ha chiarito che i requisiti della “vivenza a carico” (dipendenza economica) e della “convivenza” sono alternativi e non cumulativi. Inoltre, la convivenza deve essere valutata con riferimento al paese di provenienza del richiedente, non in Italia. Nonostante questa importante precisazione, il ricorso del cittadino straniero è stato rigettato perché i giudici di merito avevano accertato la mancanza di prova di entrambi i requisiti.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Permesso di soggiorno familiare: vivenza a carico e convivenza sono alternativi

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 27772 del 28 ottobre 2024, ha fornito un chiarimento cruciale in materia di permesso di soggiorno familiare per i parenti di cittadini dell’Unione Europea. La decisione stabilisce che i requisiti della dipendenza economica (‘vivenza a carico’) e della coabitazione (‘convivenza’) sono alternativi e non cumulativi. Questa pronuncia è di fondamentale importanza per tutti i cittadini stranieri che intendono raggiungere un familiare, cittadino UE, in Italia.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla richiesta di un cittadino albanese di ottenere un permesso di soggiorno in Italia in qualità di familiare (nipote) di una cittadina italiana. La sua domanda era stata respinta dalla Questura e, successivamente, sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Torino avevano confermato il diniego. I giudici di merito avevano ritenuto che il richiedente non avesse dimostrato né il requisito della vivenza a carico della zia, né quello della convivenza con la stessa. In particolare, la Corte d’Appello aveva erroneamente considerato necessaria la prova della convivenza in Italia.

La Decisione della Corte di Cassazione

Investita della questione, la Suprema Corte ha colto l’occasione per enunciare un principio di diritto dirimente, pur rigettando nel merito il ricorso. La Corte ha stabilito che, ai sensi dell’art. 3, comma 2, lett. a) del D.Lgs. 30/2007 (che attua la Direttiva 2004/38/CE), i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno familiare sono alternativi.

Il Principio della Alternatività dei Requisiti

Il cuore della sentenza risiede nell’interpretazione della norma. Il legislatore utilizza la congiunzione disgiuntiva ‘o’ (‘…se è a carico o convive…’), indicando chiaramente che per ottenere il permesso è sufficiente dimostrare una delle due condizioni, non entrambe. Pertanto, un familiare di un cittadino UE può ottenere il permesso se dimostra di essere economicamente a suo carico, oppure se dimostra di aver convissuto con lui nel paese di provenienza.

La Convivenza va Verificata nel Paese di Provenienza

Un altro punto fondamentale chiarito dalla Cassazione è il luogo in cui va verificata la convivenza. Contrariamente a quanto ritenuto dalla Corte d’Appello, la convivenza rilevante ai fini della norma non è quella nello Stato ospitante (Italia), ma quella nel paese di origine o di provenienza del richiedente. Lo scopo della normativa è agevolare l’ingresso di chi già faceva parte del nucleo familiare del cittadino UE prima del suo trasferimento.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione della normativa nazionale in linea con il diritto dell’Unione Europea. La Direttiva 2004/38/CE ha una ‘ratio ispiratrice’ finalizzata a ‘preservare l’unità della famiglia in senso ampio’ e ad ‘agevolare’ l’ingresso e il soggiorno dei familiari. Imporre requisiti cumulativi o una convivenza nello Stato ospitante sarebbe contrario a questo spirito, introducendo ostacoli non previsti dalla legge. La decisione si allinea alla giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che promuove un esame approfondito della situazione personale del richiedente per tutelare i legami familiari. Nonostante la correzione del principio di diritto, il ricorso è stato comunque respinto perché la Corte d’Appello, con una valutazione di merito non sindacabile in Cassazione, aveva stabilito che il richiedente non era riuscito a provare in concreto né la vivenza a carico né la convivenza.

Le Conclusioni

La sentenza n. 27772/2024 rappresenta una pietra miliare per il diritto dell’immigrazione. Si afferma con chiarezza che per il permesso di soggiorno familiare è sufficiente dimostrare o la dipendenza economica o la convivenza nel paese di origine. Questo principio riduce gli oneri probatori per i richiedenti e garantisce un’applicazione della legge più conforme agli obiettivi di tutela dell’unità familiare previsti dal diritto europeo. Per i richiedenti, è quindi essenziale concentrarsi sulla raccolta di prove solide per almeno una delle due condizioni alternative previste dalla legge.

Per ottenere il permesso di soggiorno familiare, bisogna essere sia a carico economico che conviventi con il cittadino UE?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che i due requisiti sono alternativi, non cumulativi. È sufficiente dimostrare o la condizione di ‘vivenza a carico’ (dipendenza economica) o quella di ‘convivenza’.

Se si fa valere il requisito della convivenza, dove deve essere avvenuta?
La convivenza deve essere valutata con riferimento al paese di origine o di provenienza del richiedente, non nello Stato membro ospitante (in questo caso, l’Italia).

Perché il ricorso è stato rigettato nonostante la Corte abbia corretto la decisione d’appello su un punto di diritto?
Il ricorso è stato rigettato perché la Corte d’Appello, con una valutazione dei fatti non riesaminabile in sede di Cassazione, aveva concluso che il richiedente non aveva fornito prove sufficienti né per la vivenza a carico né per la convivenza. Poiché entrambi i requisiti alternativi non erano stati dimostrati, la domanda è stata respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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