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Permessi Legge 104: licenziamento illegittimo

Un’azienda licenzia un dipendente per uso improprio dei permessi legge 104, avendolo sorpreso al mare. La Cassazione conferma l’illegittimità del licenziamento, stabilendo che l’onere della prova è a carico del datore e che l’assistenza al familiare non deve necessariamente coincidere con l’orario di lavoro, potendo essere prestata anche in orari diversi, come di notte.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Permessi Legge 104: Quando il Licenziamento è Illegittimo? Analisi di una Sentenza della Cassazione

I permessi legge 104 rappresentano un fondamentale strumento di tutela per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave. Tuttavia, l’utilizzo di questi permessi è spesso al centro di contenziosi tra datore di lavoro e dipendente. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui limiti del potere di controllo del datore di lavoro e sull’onere della prova in caso di licenziamento per presunto abuso. Analizziamo la vicenda e i principi di diritto affermati.

Il Caso: Licenziamento per Presunto Abuso dei Permessi Legge 104

I Fatti Contestati

Una nota azienda operante nel settore dell’elettronica licenziava un proprio dipendente per giusta causa. L’accusa era quella di aver utilizzato in modo improprio tre giorni di permesso, richiesti per assistere un familiare invalido. In particolare, il datore di lavoro contestava al lavoratore di non aver prestato assistenza durante le ore diurne, poiché era stato fotografato al mare con il figlio in due di quelle giornate.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, in riforma della sentenza di primo grado, aveva annullato il licenziamento. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che l’azienda non avesse fornito la prova decisiva che il lavoratore avesse completamente omesso di prestare assistenza. Al contrario, era emerso in giudizio che il dipendente si era effettivamente occupato del familiare, in particolare durante le ore serali e notturne, quando l’assistenza era maggiormente necessaria per specifiche ragioni mediche documentate da testimoni. La Corte territoriale aveva inoltre rilevato lacune nell’attività investigativa condotta dall’azienda, i cui risultati non erano nemmeno stati depositati formalmente in giudizio.

L’Intervento della Corte di Cassazione e i Motivi del Ricorso

L’azienda ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su quattro motivi principali, tra cui la violazione dell’articolo 33 della Legge 104, delle norme sull’onere della prova (art. 2697 c.c.) e sulla giusta causa di licenziamento (art. 2119 c.c.). Sostanzialmente, l’azienda riteneva che l’assistenza dovesse necessariamente coincidere con l’orario di lavoro e che spettasse al lavoratore dimostrare di averla prestata correttamente.

Le Motivazioni della Cassazione: Onere della Prova e Flessibilità dell’Assistenza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando la decisione della Corte d’Appello e chiarendo due principi fondamentali in materia di permessi legge 104.

L’Onere della Prova è a Carico del Datore di Lavoro

Il primo punto, e forse il più importante, riguarda l’onere della prova. I Giudici Supremi hanno ribadito che, in caso di contestazione sull’uso dei permessi, spetta al datore di lavoro dimostrare l’utilizzo improprio o fraudolento da parte del lavoratore. È l’azienda che deve provare che il dipendente non ha prestato alcuna assistenza, e non il contrario. Nel caso di specie, l’azienda non è riuscita a fornire questa prova, rendendo il licenziamento infondato.

L’Assistenza Non Deve Coincidere con l’Orario di Lavoro

Il secondo principio affermato è di grande rilevanza pratica. La Corte ha specificato che la legge non impone che l’assistenza al familiare disabile debba essere prestata in stretta corrispondenza con l’orario di lavoro che il dipendente avrebbe dovuto osservare. Il diritto del lavoratore a fruire del permesso non ha questa limitazione temporale. L’assistenza può essere quindi modulata in base alle esigenze concrete del familiare e può essere fornita anche in orari diversi da quelli lavorativi, come la sera o la notte, lasciando al lavoratore la possibilità di dedicare alcune ore del giorno ad altre attività, come stare con il proprio figlio.

Conclusioni: Un Principio di Diritto a Tutela del Lavoratore

La decisione della Cassazione rafforza la tutela del lavoratore che si avvale dei permessi legge 104. Stabilisce chiaramente che il licenziamento è legittimo solo se il datore di lavoro riesce a provare un vero e proprio abuso del diritto, ovvero una totale assenza di assistenza. Inoltre, consacra un principio di flessibilità, riconoscendo che l’assistenza non è un’attività da ‘timbrare’ in orari prefissati, ma un supporto che si adatta alle reali necessità della persona assistita. Questa pronuncia rappresenta un importante monito per le aziende a non intraprendere azioni disciplinari basate su semplici sospetti o indagini investigative incomplete, riaffermando la centralità della finalità solidaristica della Legge 104.

Chi deve provare l’uso improprio dei permessi Legge 104?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere di provare l’uso improprio o fraudolento dei permessi spetta esclusivamente al datore di lavoro.

L’assistenza al familiare disabile deve avvenire per forza durante le ore in cui il lavoratore avrebbe dovuto essere in servizio?
No. La sentenza chiarisce che la legge non impone una coincidenza temporale tra l’orario di lavoro e le attività di assistenza. Il lavoratore può prestare aiuto al familiare in orari diversi, come quelli notturni, se le necessità lo richiedono.

Andare al mare durante un giorno di permesso Legge 104 giustifica automaticamente il licenziamento?
No, non automaticamente. Nel caso esaminato, il licenziamento è stato ritenuto illegittimo perché il datore non ha dimostrato che il lavoratore avesse completamente omesso di prestare assistenza al familiare. Il lavoratore, al contrario, ha provato di aver fornito l’assistenza necessaria in altri momenti della giornata, nello specifico di notte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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