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Pensione vecchiaia anticipata: si applica il differimento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24308/2024, ha stabilito che il differimento di un anno per l’accesso al trattamento pensionistico si applica anche alla pensione vecchiaia anticipata per i soggetti con invalidità superiore all’80%. La Corte ha chiarito che l’ampia formulazione della normativa include anche i regimi speciali, riformando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva escluso tale slittamento.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Vecchiaia Anticipata e Differimento: La Cassazione Fa Chiarezza

L’accesso alla pensione vecchiaia anticipata per i lavoratori con un’invalidità riconosciuta pari o superiore all’80% è un tema di grande rilevanza sociale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale: a questa specifica forma di pensionamento si applica il meccanismo di differimento, comunemente noto come ‘finestra mobile’, introdotto dalla legge per la generalità delle pensioni? Con l’ordinanza n. 24308 del 2024, la Suprema Corte ha fornito una risposta affermativa, ribaltando la decisione dei giudici di merito e stabilendo un principio di diritto uniforme.

Il Contesto del Caso: La Decisione della Corte d’Appello

Il caso trae origine dalla richiesta di una lavoratrice, successivamente portata avanti dai suoi eredi, di ottenere la pensione di vecchiaia anticipata prevista per gli invalidi in misura non inferiore all’80%. I tribunali di primo e secondo grado avevano dato ragione alla ricorrente, condannando l’ente previdenziale a erogare la prestazione senza applicare il differimento di un anno previsto dall’articolo 12 del D.L. n. 78/2010.

Secondo la Corte d’Appello, la natura speciale di tale prestazione previdenziale, legata a una condizione di grave invalidità, la escludeva dal campo di applicazione della ‘finestra mobile’, pensata per la generalità dei pensionati.

Il Principio di Diritto sulla Pensione Vecchiaia Anticipata

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo la violazione e la falsa applicazione della normativa sul differimento. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, affermando un principio di diritto opposto a quello dei giudici di merito.

L’interpretazione estensiva della norma

Il punto centrale della decisione è l’interpretazione del testo normativo. Secondo i giudici, il dettato dell’art. 12 è volutamente ampio e non lascia spazio a esclusioni non espressamente previste. La norma estende lo slittamento di un anno non solo ai soggetti che raggiungono i requisiti anagrafici standard, ma a tutti coloro che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia “alle età previste dagli specifici ordinamenti”.

Questa dicitura, per la Corte, include inequivocabilmente anche i regimi speciali, come quello per la pensione vecchiaia anticipata per invalidità, che rappresenta appunto un ‘ordinamento specifico’ con requisiti di età propri.

I Precedenti Giurisprudenziali

La Corte ha inoltre rafforzato la propria decisione richiamando una serie di precedenti conformi. Già in altre occasioni (sentenze nn. 29191/2018, 2382/2020, 30971/2022 e 5079/2023), i giudici di legittimità avevano chiarito che il regime dei differimenti ha una portata generale e si applica a tutte le forme di pensione di vecchiaia, a meno di una esplicita esclusione legislativa.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione letterale e sistematica della legge. I giudici hanno sottolineato che il legislatore, nel 2010, ha inteso introdurre una misura di contenimento della spesa previdenziale con carattere di generalità. Escludere da tale misura una specifica categoria di pensionati, come gli invalidi che accedono alla pensione anticipata, avrebbe richiesto una previsione normativa esplicita, che invece manca. Il tenore testuale della norma è chiaro nell’includere “tutti i soggetti” che maturano il diritto secondo “specifici ordinamenti”, senza distinzioni basate sulla natura della prestazione. Pertanto, i giudici territoriali hanno errato nel non attenersi a questo principio consolidato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Trieste in diversa composizione. Quest’ultima dovrà ora riesaminare il caso attenendosi al principio secondo cui il differimento di un anno si applica anche alla pensione vecchiaia anticipata per invalidità. Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale univoco, fornendo certezza giuridica agli operatori del settore e ai cittadini. Per i lavoratori con invalidità superiore all’80%, ciò significa che, pur maturando il diritto alla pensione in anticipo, la sua effettiva decorrenza slitterà di dodici mesi, conformemente alla regola generale.

Il differimento di un anno per l’accesso alla pensione si applica anche alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il regime dei differimenti previsto dall’art. 12 del d.l. n. 78/2010 si applica anche alla pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi con una percentuale non inferiore all’80%.

Qual è la ragione principale di questa decisione?
La decisione si basa sul “chiaro tenore testuale” della norma, che individua in modo ampio l’ambito di applicazione dello slittamento, estendendolo a tutti i soggetti che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia secondo “specifici ordinamenti”, inclusi quindi i regimi speciali come quello per gli invalidi.

Cosa succede ora nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa allo stesso tribunale, ma in diversa composizione, che dovrà decidere nuovamente la questione applicando il principio di diritto enunciato dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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