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Pensione lavoratori spettacolo: il limite giornaliero

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31812/2024, ha stabilito che per la pensione lavoratori spettacolo, il limite massimo di retribuzione giornaliera si applica anche al calcolo della “quota B”. L’ordinanza ribalta la decisione della Corte d’Appello, affermando che la normativa non è stata abrogata e coesiste con le riforme successive. La Corte ha inoltre chiarito l’applicazione della decadenza triennale sui ratei arretrati.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione lavoratori spettacolo: la Cassazione conferma il massimale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di pensione lavoratori spettacolo, stabilendo che il limite massimo di retribuzione giornaliera pensionabile si applica anche alla cosiddetta “quota B” del trattamento pensionistico. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale e offre certezza su una questione a lungo dibattuta, con importanti implicazioni per i professionisti del settore.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un lavoratore dello spettacolo di ottenere il ricalcolo della propria pensione. In particolare, il lavoratore sosteneva che il limite massimo di retribuzione giornaliera, previsto da una normativa del 1971, non dovesse essere applicato alla “quota B” della sua pensione, ovvero quella relativa ai contributi versati dopo il 31 dicembre 1992.

La Corte d’Appello di Roma aveva accolto questa tesi, ritenendo che il limite fosse stato tacitamente abrogato dalle riforme successive, in particolare dal decreto legislativo n. 182 del 1997. Di conseguenza, aveva ordinato all’ente previdenziale di riliquidare l’assegno pensionistico senza applicare tale massimale. L’ente, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando questioni relative sia alla decadenza del diritto che al merito della controversia.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla pensione lavoratori spettacolo

La Suprema Corte ha ribaltato la sentenza della Corte d’Appello, accogliendo i motivi di ricorso dell’ente previdenziale. I giudici hanno affermato due principi cardine:

1. Il meccanismo di decadenza, che limita nel tempo la possibilità di agire in giudizio, si applica anche a queste controversie, ma solo per i ratei di pensione maturati oltre tre anni prima della domanda giudiziale.
2. Il limite massimo di retribuzione giornaliera pensionabile, stabilito dall’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420 del 1971, non è mai stato abrogato e deve quindi essere applicato anche per il calcolo della “quota B” della pensione.

La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello di Roma per una nuova decisione che si attenga a questi principi.

Le Motivazioni: la coerenza del sistema previdenziale

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un’analisi approfondita della normativa e della sua evoluzione. I giudici hanno spiegato che il massimale pensionabile non può essere considerato superato, né espressamente né per incompatibilità con le norme successive. Questo limite è, al contrario, un elemento “coessenziale” al sistema previdenziale speciale dedicato ai lavoratori dello spettacolo.

Questo regime, infatti, è storicamente caratterizzato da condizioni di accesso e da un’entità delle prestazioni complessivamente più favorevoli rispetto a quelle previste per la generalità dei lavoratori. La presenza di un tetto alla retribuzione pensionabile contribuisce a bilanciare questi vantaggi, garantendo la sostenibilità e l’equilibrio del sistema.

La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata (tra cui Cass. n. 36056/2022), sottolineando come la fissazione di un tetto non violi i principi costituzionali. Non è richiesta una corrispondenza assoluta tra contributi versati e prestazioni ricevute, poiché il sistema previdenziale persegue finalità di solidarietà che trascendono l’interesse del singolo.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza della Cassazione ha un impatto diretto e significativo per tutti i lavoratori dello spettacolo. La pronuncia stabilisce in modo definitivo che il calcolo della loro pensione, anche per i periodi contributivi successivi al 1992, deve tenere conto del massimale di retribuzione giornaliera. Questo significa che le retribuzioni giornaliere eccedenti tale limite non contribuiscono ad aumentare l’importo della pensione.

La decisione fornisce certezza giuridica, ponendo fine a un contenzioso che vedeva orientamenti difformi nei tribunali di merito. Per i lavoratori e i loro consulenti, diventa quindi cruciale considerare questo limite nella pianificazione previdenziale e nella valutazione di eventuali azioni legali per il ricalcolo delle pensioni.

Il limite massimo di retribuzione giornaliera si applica ancora alla “quota B” della pensione per i lavoratori dello spettacolo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il limite fissato dall’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420 del 1971 si applica anche alla “quota B” della pensione, in quanto non è stato abrogato né espressamente né per incompatibilità da normative successive.

La Corte di Cassazione ha considerato abrogata la vecchia normativa sul massimale pensionabile?
No, la Corte ha ritenuto che non vi sia stata alcuna abrogazione, né espressa né tacita. La fissazione di un tetto alla retribuzione pensionabile è considerata coessenziale alla disciplina speciale dei lavoratori dello spettacolo, che beneficia di un sistema complessivamente più favorevole rispetto a quello generale.

L’azione per il ricalcolo della pensione è soggetta a decadenza?
Sì, l’azione è soggetta al meccanismo di decadenza. Tuttavia, la Corte ha specificato che la decadenza si applica limitatamente «alle differenze sui ratei […] precedenti il triennio dalla domanda giudiziale», in linea con precedenti pronunce.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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