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Pensione lavoratori spettacolo: il calcolo della quota B

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11197/2025, ha stabilito che il limite massimo di retribuzione giornaliera pensionabile si applica anche alla cosiddetta “quota B” della pensione lavoratori spettacolo. Riformando la decisione della Corte d’Appello, la Suprema Corte ha chiarito che tale limite, previsto dal d.P.R. n. 1420/1971, non è stato abrogato dalla normativa successiva e rimane compatibile con essa, garantendo un equilibrio nel sistema previdenziale di categoria. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Lavoratori Spettacolo: la Cassazione sul Calcolo della Quota B

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 11197 del 2025, ha fornito un chiarimento cruciale sul calcolo della pensione lavoratori spettacolo, un tema che interessa una vasta categoria di professionisti. La questione centrale riguardava l’applicazione del limite massimo di retribuzione pensionabile alla cosiddetta “quota B” della pensione. La Suprema Corte, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale, ha consolidato un principio di diritto fondamentale, ribaltando la precedente decisione della Corte d’Appello.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla richiesta di una lavoratrice del mondo dello spettacolo di ottenere la riliquidazione della propria pensione. La lavoratrice sosteneva che, per il calcolo della “quota B” (relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 1993 in poi), non dovesse essere applicato il tetto massimo alla retribuzione giornaliera pensionabile, previsto da una normativa del 1971. In secondo grado, la Corte d’Appello di Roma le aveva dato ragione, affermando che la successiva legislazione del 1997 (d.lgs. n. 182) avesse introdotto una disciplina nuova e autosufficiente per la quota B, superando di fatto il vecchio limite. L’ente previdenziale ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando tale interpretazione.

La Pensione Lavoratori Spettacolo e il Principio della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per una nuova decisione. I giudici hanno affermato un principio di diritto ormai consolidato, secondo cui il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile, fissato dall’art. 12, settimo comma, del d.P.R. n. 1420 del 1971, continua ad applicarsi anche nella determinazione della “quota B” della pensione per i lavoratori dello spettacolo.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi letterale, sistematica e storica della normativa. In primo luogo, ha evidenziato come il limite massimo di retribuzione non sia mai stato espressamente abrogato da leggi successive. In assenza di un’abrogazione esplicita, si è valutata la compatibilità tra la vecchia e la nuova disciplina.
I giudici hanno concluso che non esiste alcuna incompatibilità. Anzi, il mantenimento del tetto è considerato “coessenziale” all’intera disciplina previdenziale del settore. Questo perché contribuisce a bilanciare un sistema che, per altri aspetti (come i requisiti di accesso alla pensione), è già ampiamente più favorevole rispetto a quello previsto per la generalità dei lavoratori assicurati.
La Corte ha inoltre respinto le obiezioni relative a una presunta violazione della legge delega (art. 76 Cost.), sottolineando come l’intento del legislatore fosse quello di armonizzare i sistemi pensionistici speciali, salvaguardando però le loro peculiarità, come appunto il complesso normativo per i lavoratori dello spettacolo.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza d’appello ha errato nel non applicare il massimale pensionabile alla “quota B”. Il principio riaffermato è chiaro: nella determinazione della “quota B” della pensione per i lavoratori iscritti al relativo fondo prima del 31 dicembre 1995, le retribuzioni giornaliere superiori al limite fissato dalla legge del 1971 non devono essere considerate per la parte eccedente. La causa dovrà ora essere riesaminata dalla Corte d’Appello di Roma, che dovrà attenersi a questo principio per ricalcolare correttamente il trattamento pensionistico della lavoratrice.

Il limite massimo di retribuzione pensionabile si applica alla “quota B” della pensione dei lavoratori dello spettacolo?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il limite massimo di retribuzione giornaliera, previsto dall’art. 12 del d.P.R. n. 1420/1971, si applica anche al calcolo della “quota B” per i lavoratori iscritti al fondo prima del 31 dicembre 1995.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto ancora valido il vecchio limite?
La Corte ha stabilito che tale limite non è mai stato abrogato espressamente e non è incompatibile con la legislazione successiva (d.lgs. n. 182/1997). Lo considera un elemento essenziale per bilanciare un sistema previdenziale che è già più favorevole per questa categoria di lavoratori rispetto al regime generale.

Cosa accade ora nel caso specifico della lavoratrice?
La sentenza della Corte d’Appello è stata annullata. Il caso è stato rinviato alla stessa Corte d’Appello, in diversa composizione, che dovrà procedere a una nuova liquidazione della pensione, applicando il massimale di retribuzione pensionabile anche alla “quota B”, in conformità con il principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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