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Pensione lavoratori spettacolo: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13266/2024, ha stabilito un importante principio sul calcolo della pensione lavoratori spettacolo. Il caso riguardava una costumista a cui era stata applicata retroattivamente la classificazione in un gruppo contributivo sfavorevole. La Corte ha chiarito che la suddivisione in gruppi A e B, introdotta dal D.Lgs. 182/97, non è retroattiva. Pertanto, per i periodi lavorativi antecedenti al 1997, si applicano le vecchie regole, mentre il criterio della prevalenza per l’inquadramento definitivo si applica solo ai periodi successivi alla riforma. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo calcolo.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Lavoratori Spettacolo: La Cassazione Chiarisce il Calcolo Pre e Post Riforma

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 13266 del 14 maggio 2024, ha fornito un’interpretazione cruciale per il corretto calcolo della pensione lavoratori spettacolo. La decisione interviene sulla disciplina transitoria successiva alla riforma del 1997, chiarendo che la nuova classificazione in gruppi contributivi non può essere applicata retroattivamente ai periodi lavorativi precedenti.

I Fatti del Caso: Una Costumista e il Calcolo della Pensione

Una lavoratrice del settore dello spettacolo, con una lunga carriera come costumista, ha richiesto la rideterminazione della sua pensione. L’ente previdenziale aveva calcolato l’assegno inquadrando la sua attività nel “gruppo B”, che prevede un calcolo della quota B della pensione basato sulle ultime 2600 giornate contributive, un metodo potenzialmente meno favorevole. La lavoratrice sosteneva invece di dover essere inquadrata nel “gruppo A”, con un calcolo basato sulle migliori 1900 giornate.

La Corte d’Appello aveva dato ragione all’ente, ritenendo che l’attività di costumista, per analogia a quella di figurinista, dovesse essere ricondotta al gruppo B anche per i periodi antecedenti alla riforma del D.Lgs. 182/1997. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione e l’impatto sulla pensione lavoratori spettacolo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. Il principio di diritto stabilito è fondamentale: la classificazione in gruppi A e B, introdotta dal D.Lgs. n. 182/1997, non ha efficacia retroattiva.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha spiegato che il sistema pensionistico per i lavoratori dello spettacolo è stato profondamente modificato nel 1997. Prima di tale data, esistevano diverse categorie di lavoratori con requisiti contributivi differenti, ma non una suddivisione in “gruppi”. La normativa del 1997 ha introdotto i gruppi A e B, demandando a successivi decreti ministeriali l’elenco delle specifiche professionalità.

Il punto centrale della motivazione è che questa nuova classificazione non può modificare retroattivamente il valore dei contributi versati prima della sua entrata in vigore. Il legislatore, nel fare salva la normativa precedente per il calcolo retributivo, ha inteso mantenere il regime previgente per tutta l’anzianità maturata fino al 1997.

Di conseguenza, il “giudizio di prevalenza” – ovvero il meccanismo per determinare a quale gruppo appartiene un lavoratore che ha svolto attività in diverse categorie – opera solo a partire dall’entrata in vigore della riforma. Per il periodo precedente, l’annualità contributiva deve essere calcolata secondo le regole allora vigenti (ad esempio, 120 giornate per la categoria della ricorrente), senza alcuna riconduzione forzata ai nuovi gruppi.

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per i lavoratori dello spettacolo con carriere a cavallo della riforma del 1997. La Corte ha riaffermato il principio di irretroattività della legge, garantendo che i diritti contributivi acquisiti non vengano penalizzati da modifiche normative successive. In pratica, per calcolare correttamente la pensione lavoratori spettacolo, si deve procedere in due fasi distinte:

1. Periodo ante-1997: Si applicano le regole e i requisiti contributivi vigenti all’epoca, senza alcuna classificazione in gruppi.
2. Periodo post-1997: Si applica la classificazione in gruppi (A o B) e si effettua il giudizio di prevalenza solo sull’anzianità contributiva maturata da quella data in poi.

La decisione finale sul gruppo di appartenenza, che determina se il calcolo si basa su 1900 o 2600 giornate, dipenderà quindi da quale anzianità (se quella maturata nel gruppo A o B) è prevalente nel solo periodo successivo alla riforma. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà ora effettuare i calcoli seguendo questi chiari principi.

Come devono essere calcolati i contributi per la pensione dei lavoratori dello spettacolo per i periodi precedenti alla riforma del 1997?
I contributi antecedenti all’entrata in vigore del D.Lgs. n. 182/1997 devono essere calcolati secondo la normativa vigente all’epoca, senza applicare la successiva classificazione in gruppi A o B. Per la categoria della ricorrente, ad esempio, l’annualità contributiva era di 120 giornate.

La classificazione in gruppi A e B introdotta nel 1997 è retroattiva?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la classificazione in gruppi non è retroattiva. Essa si applica solo ai periodi di rapporto assicurativo successivi all’entrata in vigore della riforma.

Come si determina il gruppo di appartenenza (A o B) per un lavoratore con una carriera a cavallo del 1997?
Si deve effettuare un “giudizio di prevalenza” basato sulla maggiore anzianità contributiva maturata all’interno di uno dei due gruppi, ma considerando esclusivamente il periodo lavorativo successivo all’entrata in vigore del D.Lgs. n. 182/1997.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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