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Pensione invalidità stranieri: basta un soggiorno stabile

Un cittadino straniero con permesso per cure mediche di 10 mesi ha richiesto la pensione di invalidità. L’ente previdenziale ha negato la prestazione per la durata del permesso inferiore all’anno. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, accordando la pensione. Ha stabilito che per la pensione invalidità stranieri non conta la durata formale del singolo permesso, ma la stabilità e non occasionalità del soggiorno, valutabile anche tramite i rinnovi successivi.

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Pubblicato il 26 maggio 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione di Invalidità per Stranieri: Conta la Stabilità del Soggiorno, non la Durata del Singolo Permesso

La Corte di Appello di Firenze, con una recente sentenza, ha consolidato un importante principio in materia di pensione invalidità stranieri. Il diritto alla prestazione non dipende dalla durata formale del permesso di soggiorno posseduto al momento della domanda, ma dalla stabilità effettiva e non occasionale della permanenza sul territorio nazionale. Questa decisione chiarisce che anche un permesso per cure mediche, pur di durata inferiore all’anno, può essere un titolo valido se inserito in un contesto di soggiorno continuativo.

I fatti di causa: Lo straniero con permesso per cure mediche e la domanda di pensione

Il caso riguarda un cittadino albanese, presente in Italia con un permesso di soggiorno per cure mediche rilasciato a marzo 2022 e con validità di 10 mesi. A seguito di una visita, gli veniva riconosciuta un’inabilità lavorativa totale e permanente del 100%. Sulla base di tale requisito sanitario, a giugno 2022 presentava domanda per la pensione di invalidità civile.

L’ente previdenziale respingeva la richiesta, sostenendo che il richiedente non soddisfaceva il requisito previsto dall’art. 41 del Testo Unico sull’Immigrazione, ovvero il possesso di un titolo di soggiorno di durata non inferiore a un anno. Il cittadino si rivolgeva quindi al Tribunale di Lucca, che accoglieva la sua domanda, ritenendo che una lettura costituzionalmente orientata della norma dovesse privilegiare la stabilità del soggiorno piuttosto che la durata del singolo titolo. Contro questa decisione, l’ente previdenziale proponeva appello.

La decisione della Corte d’Appello sul diritto alla pensione invalidità stranieri

La Corte di Appello di Firenze ha rigettato l’appello, confermando integralmente la sentenza di primo grado. I giudici hanno stabilito che il requisito della permanenza stabile e non episodica è il vero discrimine per l’accesso alle prestazioni di invalidità civile, superando l’interpretazione letterale della durata annuale del permesso.

La Corte ha basato la sua decisione sulla consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, che ha progressivamente smantellato le barriere all’accesso al welfare per gli stranieri legalmente soggiornanti. In particolare, una volta dichiarata incostituzionale la necessità del permesso di soggiorno di lunga durata (ex carta di soggiorno), l’unico requisito di soggiorno legittimo è che esso non sia occasionale né di breve durata.

Le motivazioni: oltre il dato formale della durata del permesso

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione sostanziale e non formalistica della normativa. I giudici hanno evidenziato che negare la prestazione sarebbe irragionevole e discriminatorio. Il permesso per cure mediche, sebbene di durata limitata, è per sua natura legato a condizioni di salute gravi e persistenti che ne giustificano il rinnovo continuativo. Nel caso di specie, il permesso era stato infatti rinnovato più volte, dimostrando una presenza stabile e radicata in Italia, dettata da una grave patologia.

La Corte ha richiamato sentenze della Cassazione (come la n. 13789/2021) che hanno affermato esplicitamente che la stabilità del soggiorno può essere valutata anche considerando la sommatoria dei permessi ottenuti nel tempo, anche successivamente alla domanda amministrativa. La permanenza dello straniero, dunque, non era affatto episodica ma, al contrario, continuativa e necessitata da gravi ragioni di salute. Escludere l’accesso a una prestazione essenziale come la pensione di invalidità sulla base di un requisito formale ormai superato dalla giurisprudenza sarebbe contrario ai principi di solidarietà e di tutela dei diritti fondamentali della persona.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che per il diritto alla pensione invalidità stranieri ciò che conta è la realtà effettiva del legame con il territorio italiano. Uno straniero legalmente presente in Italia per ragioni serie e durature, come le cure per una grave malattia, non può essere privato del sostegno economico essenziale solo perché il suo titolo di soggiorno ha una scadenza formalmente inferiore a un anno. I giudici di merito sono chiamati a valutare caso per caso la stabilità della permanenza, considerando tutti gli elementi disponibili, inclusi i rinnovi del permesso, per garantire una tutela effettiva e non discriminatoria dei diritti fondamentali.

Uno straniero con un permesso di soggiorno per cure mediche inferiore a un anno ha diritto alla pensione di invalidità civile?
Sì, secondo la sentenza. Il diritto sussiste se il soggiorno in Italia è stabile e non occasionale, anche se il singolo permesso ha una durata inferiore a un anno. La stabilità può essere dimostrata dai rinnovi successivi del permesso.

Quale requisito è fondamentale per uno straniero per ottenere la pensione di invalidità, oltre a quello sanitario?
È fondamentale che lo straniero soggiorni legalmente in Italia in modo non episodico o di breve durata. La giurisprudenza ha superato il requisito formale di un permesso di almeno un anno, privilegiando una valutazione concreta della stabilità della permanenza.

Come valuta la Corte la stabilità del soggiorno di un cittadino straniero?
La Corte valuta la stabilità del soggiorno considerando l’intera permanenza legale dello straniero, includendo la sommatoria dei diversi permessi ottenuti consecutivamente nel tempo, anche quelli successivi alla data della domanda di prestazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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