LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pensione internazionale: no al cumulo di contributi

Un lavoratore, titolare di una pensione argentina autonoma, ha richiesto di cumulare i contributi versati in Italia prima dell’emigrazione con quelli versati dopo il rientro per ottenere una pensione internazionale pro rata. La Corte di Cassazione ha respinto la domanda, stabilendo che la convenzione italo-argentina non permette di utilizzare gli stessi periodi contributivi per un trattamento in totalizzazione se già considerati, anche solo in astratto, per una prestazione autonoma estera, giudicando i due regimi incompatibili.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Internazionale: la Cassazione Nega il Cumulo dei Contributi Pre e Post Pensione Estera

La gestione della pensione internazionale presenta spesso complessità interpretative, specialmente quando si tratta di cumulare periodi contributivi maturati in diversi Stati e in momenti differenti della vita lavorativa. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sull’applicazione della Convenzione italo-argentina, negando la possibilità di sommare i contributi versati in Italia prima e dopo la liquidazione di una pensione autonoma in Argentina per ottenere una prestazione italiana pro rata.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un lavoratore che, dopo aver maturato periodi di contribuzione in Italia, era emigrato in Argentina. Lì, aveva ottenuto una pensione calcolata esclusivamente sui contributi versati nel paese sudamericano. Rientrato in Italia, aveva versato ulteriori contributi e aveva richiesto all’ente previdenziale nazionale la liquidazione di una pensione di vecchiaia pro rata in regime internazionale.

La sua richiesta si basava sulla volontà di cumulare i contributi versati in Italia prima dell’emigrazione (sebbene inferiori a 52 settimane e quindi non utili da soli per la totalizzazione) con quelli versati dopo il rientro e la liquidazione della pensione argentina. I tribunali di primo e secondo grado avevano accolto la sua domanda. L’ente previdenziale, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione dell’art. 15 della Convenzione bilaterale.

La Questione Giuridica sulla Pensione Internazionale

Il nodo centrale della controversia era stabilire se la Convenzione sulla sicurezza sociale tra Italia e Argentina consentisse di utilizzare i contributi italiani infrannuali (cioè inferiori a 52 settimane), accreditati prima di ottenere una pensione autonoma argentina, sommandoli a successivi contributi italiani per accedere a una pensione internazionale pro rata.

Secondo l’ente previdenziale, i due trattamenti pensionistici – quello autonomo argentino e quello pro rata italiano richiesto – sarebbero incompatibili. L’ente sosteneva che i contributi già considerati (anche solo in astratto) per il riconoscimento di una pensione in uno Stato non potessero essere ‘riutilizzati’ in un secondo momento per ottenere un’altra prestazione basata sul principio della totalizzazione internazionale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Cumulo dei Contributi

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. I giudici supremi hanno chiarito che, nell’interpretare l’art. 15 della Convenzione, i due trattamenti pensionistici sono effettivamente incompatibili.

Il principio fondamentale è che i contributi versati in uno Stato, dei quali l’altro Stato ha già tenuto conto per riconoscere una pensione in via autonoma, non possono essere considerati una seconda volta per erogare un ulteriore trattamento pensionistico. La Corte ha specificato che, sebbene sia possibile utilizzare i contributi infrannuali accreditati in Italia per conseguire una ulteriore pensione autonoma a carico dell’ente italiano (se si raggiungono i requisiti), non è possibile impiegare gli stessi contributi per ottenere una liquidazione pro rata della pensione in regime di totalizzazione.

Il regime convenzionale di totalizzazione è uno strumento specifico che non può essere applicato quando si è già beneficiato di una prestazione autonoma nell’altro Stato. In altre parole, il lavoratore non può ‘scegliere’ di combinare periodi contributivi in modo da massimizzare i benefici tra diversi regimi (autonomo e convenzionale) se ciò non è espressamente previsto dalla Convenzione.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione stabilisce un principio chiaro in materia di pensione internazionale: non è ammesso il cumulo di contributi versati in Italia prima e dopo la liquidazione di una pensione autonoma estera per ottenere una pensione pro rata in regime di totalizzazione. Questa interpretazione rigorosa della Convenzione italo-argentina mira a evitare duplicazioni di valutazione dei periodi contributivi e a mantenere una netta distinzione tra i trattamenti pensionistici autonomi e quelli liquidati in regime convenzionale. Per i lavoratori con carriere internazionali, questa sentenza sottolinea l’importanza di comprendere appieno le regole delle convenzioni bilaterali, poiché le scelte fatte in uno Stato possono avere conseguenze dirette e vincolanti sui diritti maturati nell’altro.

È possibile cumulare i contributi versati in Italia prima e dopo aver ottenuto una pensione autonoma da uno Stato convenzionato come l’Argentina?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che i contributi italiani versati prima della liquidazione della pensione estera non possono essere cumulati con quelli versati successivamente per ottenere una pensione pro rata in regime di totalizzazione internazionale, poiché i due trattamenti sono incompatibili.

Cosa prevede la Convenzione italo-argentina per i periodi di contribuzione inferiori a 52 settimane?
Se i periodi di assicurazione in uno Stato non raggiungono un anno (52 settimane) e non danno diritto a una prestazione autonoma, l’istituzione di quello Stato non è tenuta a erogare prestazioni. Sarà invece l’istituzione dell’altro Stato a dover tenere conto di tali periodi per il diritto e il calcolo della propria prestazione.

Perché la Corte ha respinto la domanda del lavoratore nonostante le decisioni favorevoli dei giudici di merito?
La Corte ha respinto la domanda perché ha ritenuto che i giudici di merito abbiano interpretato erroneamente la Convenzione. Ha chiarito che, sebbene sia possibile utilizzare i contributi infrannuali per ottenere una pensione autonoma italiana, non è possibile impiegarli per una pensione pro rata in totalizzazione, in quanto ciò non è previsto dalla Convenzione stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati