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Pensione di reversibilità: non si eredita due volte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14287/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di pensione di reversibilità: questo diritto non può essere trasmesso ulteriormente agli eredi del beneficiario. Il caso riguardava la richiesta di una figlia di ottenere la pensione di reversibilità della madre, la quale era a sua volta titolare di una pensione di reversibilità per la morte del marito. La Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, chiarendo che il diritto sorge solo in favore dei superstiti del titolare di una pensione diretta, e non può essere oggetto di un’ulteriore successione.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione di Reversibilità: La Cassazione Chiarisce i Limiti del Diritto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento cruciale sui limiti di trasmissione della pensione di reversibilità, stabilendo che questo diritto non può essere ereditato una seconda volta. La decisione ribalta un precedente verdetto della Corte d’Appello, riaffermando un orientamento giurisprudenziale consolidato e di fondamentale importanza per chi si trova in situazioni familiari simili. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Controversa

La vicenda giudiziaria ha origine dalla domanda di una cittadina volta a ottenere la pensione di reversibilità in seguito al decesso della madre. La particolarità del caso risiedeva nel fatto che la madre non era titolare di una pensione diretta, maturata con i propri contributi, ma percepiva a sua volta una pensione di reversibilità in qualità di superstite del marito, padre della ricorrente.

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva accolto la richiesta della figlia, riconoscendole il diritto alla prestazione. L’ente previdenziale nazionale, tuttavia, ha impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la legge non ammette una ‘reversibilità della reversibilità’.

La Decisione della Corte: Limiti alla Pensione di Reversibilità

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, annullando la sentenza d’appello e rigettando definitivamente la domanda della cittadina. I giudici hanno affermato con chiarezza un principio cardine: la pensione di reversibilità è una prestazione che spetta ai superstiti del titolare di una pensione diretta. Una volta che il diritto viene trasferito al superstite, esso si estingue con la sua morte e non può essere ulteriormente trasmesso ai suoi eredi.

In altre parole, il diritto alla pensione di reversibilità non si genera a cascata. Esso trae origine unicamente dal decesso del pensionato originario e si esaurisce con il decesso del beneficiario superstite.

Le Motivazioni della Sentenza: Interpretazione della Norma

La Corte ha fondato la propria decisione sull’interpretazione dell’articolo 22 della legge n. 903/1965 e su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. La norma, infatti, è concepita per tutelare i familiari superstiti del lavoratore o del pensionato defunto, ma non prevede un’ulteriore trasmissione del beneficio. I giudici hanno sottolineato come la madre della ricorrente fosse titolare di una pensione di categoria ‘SO’ (Superstiti Ordinaria), che per sua natura non è una pensione diretta (‘VO’ – Vecchiaia Ordinaria) e quindi non può costituire il presupposto per una nuova reversibilità.

Applicare erroneamente la norma, come aveva fatto la Corte d’Appello, avrebbe significato estendere il beneficio oltre i limiti previsti dal legislatore, creando una catena di reversibilità non contemplata dall’ordinamento giuridico. La Cassazione ha quindi ritenuto che non fossero necessari ulteriori accertamenti di fatto, decidendo direttamente nel merito e rigettando la domanda originaria.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa conferma che il diritto alla pensione di reversibilità è strettamente personale e legato alla figura del pensionato originario. I familiari di una persona che già beneficia di una pensione di reversibilità devono essere consapevoli che, alla morte di quest’ultima, la prestazione cesserà e non potrà essere richiesta dai loro eredi. Questa decisione rafforza la certezza del diritto e delimita con precisione il perimetro di applicazione di una delle più importanti prestazioni di welfare del nostro Paese, evitando interpretazioni estensive che potrebbero gravare sul sistema previdenziale.

È possibile ereditare una pensione di reversibilità da un genitore che a sua volta la percepiva come superstite?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la pensione di reversibilità non può essere trasmessa ulteriormente. Il diritto spetta solo ai superstiti del titolare di una pensione diretta e si estingue con la morte del beneficiario della reversibilità.

Qual è la differenza fondamentale tra una pensione diretta e una pensione di reversibilità ai fini della sua ulteriore trasmissione agli eredi?
La pensione diretta (es. di vecchiaia) è maturata dal lavoratore sulla base dei propri contributi e, alla sua morte, può generare un diritto alla reversibilità per i superstiti. La pensione di reversibilità, invece, è una prestazione derivata e non può, a sua volta, generare un nuovo diritto alla reversibilità per gli eredi del suo titolare.

Cosa stabilisce la legge in merito al diritto alla pensione di reversibilità per i superstiti?
La legge (in particolare l’art. 22 della L. 903/65) prevede che la pensione di reversibilità operi a favore dei superstiti del titolare di una pensione. La giurisprudenza costante esclude che, alla morte del titolare di una pensione di reversibilità, detta pensione possa essere ulteriormente attribuita ai superstiti di quest’ultimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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