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Pensione di reversibilità: non è trasmissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15166/2024, ha stabilito che la pensione di reversibilità non può essere trasmessa da un superstite a un altro. Il caso riguardava la richiesta di un figlio, la cui madre percepiva già una pensione di reversibilità, di ottenere la stessa prestazione dopo il decesso di quest’ultima. La Corte ha chiarito che il diritto alla pensione sorge ‘iure proprio’ al momento della morte del pensionato o lavoratore originario e spetta solo a chi possiede i requisiti di legge in quel preciso momento, escludendo ogni successiva trasmissione del diritto.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione di Reversibilità: La Cassazione Chiarisce la Non Trasmissibilità tra Superstiti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un tema cruciale in materia previdenziale: la natura e i limiti della pensione di reversibilità. Questa prestazione economica, pensata per sostenere i familiari di un pensionato deceduto, non può essere trasmessa da un superstite a un altro. La decisione riafferma un principio fondamentale: il diritto sorge al momento del decesso del titolare originario e non si trasferisce per successione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla decisione della Corte d’Appello che aveva riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità a un soggetto, figlio della beneficiaria originaria della prestazione. La madre, a sua volta, percepiva la pensione in quanto superstite del marito, il pensionato originario. Dopo il decesso della madre, il figlio, riconosciuto inabile al lavoro e a carico della stessa, aveva richiesto che la pensione venisse ulteriormente ‘trasmessa’ a lui.

L’ente previdenziale ha impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel disporre un’ulteriore trasmissione della pensione, senza verificare i requisiti di inabilità e vivenza a carico al momento del decesso del titolare della pensione diretta (il primo defunto).

La Decisione della Corte: La non trasmissibilità della pensione di reversibilità

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: il diritto alla pensione di reversibilità è un diritto personale, che nasce ‘iure proprio’ in capo ai superstiti al momento della morte del pensionato o dell’assicurato. Non si tratta, quindi, di un diritto che entra a far parte del patrimonio del primo superstite e che può essere successivamente trasmesso ai suoi eredi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione sull’interpretazione dell’articolo 22 della legge n. 903 del 1965. Questa norma individua chiaramente i soggetti beneficiari e le condizioni per l’accesso alla prestazione. Il diritto spetta al coniuge, ai figli minorenni e, a determinate condizioni, ai figli maggiorenni inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di quest’ultimo.

La motivazione centrale è che la situazione giuridica rilevante è quella esistente al momento della morte del lavoratore o pensionato originario. Se in quel momento un figlio maggiorenne non era inabile e a carico, non matura alcun diritto. Allo stesso modo, se un genitore superstite percepisce la pensione, alla morte di quest’ultimo il diritto si estingue e non può ‘rivivere’ a favore di un altro superstite (come un figlio), anche se quest’ultimo ne avesse i requisiti. In altre parole, la legge non prevede una ‘trasmissibilità a catena’ della pensione di reversibilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e fornisce indicazioni precise per i cittadini. Le implicazioni pratiche sono significative:
1. Verifica dei Requisiti: I requisiti per ottenere la pensione di reversibilità (come l’inabilità e la vivenza a carico per i figli maggiorenni) devono essere presenti al momento del decesso del pensionato o lavoratore assicurato originario, non di un successivo superstite.
2. Natura Personale del Diritto: La pensione di reversibilità è un diritto personale e non ereditario. Una volta che il beneficiario muore, il diritto si estingue, salvo che altri soggetti avessero i requisiti già al momento del primo decesso.
3. Esclusione della Successione nel Diritto: Viene esclusa categoricamente la possibilità che la quota di pensione di un superstite possa essere trasferita ad altri familiari dopo la sua morte. La sentenza impugnata è stata annullata e la causa rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

La pensione di reversibilità può essere trasferita da un genitore superstite a un figlio dopo la morte del genitore?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto alla pensione di reversibilità non è trasmissibile. Si tratta di un diritto personale che sorge al momento del decesso del pensionato o lavoratore originario e si estingue con la morte del superstite che lo percepisce, non potendo essere ulteriormente attribuito ai suoi eredi.

Quali sono i requisiti per un figlio maggiorenne per ottenere la pensione di reversibilità?
Un figlio maggiorenne può ottenere la pensione di reversibilità solo se, al momento del decesso del genitore pensionato o assicurato, era riconosciuto inabile al lavoro e risultava a carico del genitore stesso. Questi requisiti devono sussistere alla data della morte del titolare originario della pensione, non di un altro superstite.

Cosa significa che il diritto alla pensione di reversibilità sorge ‘iure proprio’?
Significa che il diritto alla pensione nasce direttamente per legge in capo ai familiari superstiti che possiedono determinati requisiti. Non è un diritto che viene ereditato dal defunto o trasmesso da un altro superstite, ma un diritto autonomo che la legge conferisce in base al rapporto familiare e alla situazione di bisogno esistente al momento del decesso del lavoratore o pensionato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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