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Pensione di reversibilità: l’inabilità deve preesistere

La Corte di Cassazione stabilisce un principio fondamentale per la pensione di reversibilità a favore dei figli maggiorenni inabili. Con l’ordinanza in esame, ha chiarito che il requisito dell’inabilità lavorativa deve necessariamente sussistere al momento del decesso del genitore pensionato. La Corte ha quindi respinto la richiesta di una madre per la figlia, la cui inabilità era stata accertata solo in un momento successivo alla morte del padre, annullando la precedente decisione del Tribunale.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione di Reversibilità: Il Requisito dell’Inabilità al Momento del Decesso

La pensione di reversibilità rappresenta una fondamentale tutela per i familiari superstiti. Tuttavia, l’accesso a tale prestazione è subordinato a requisiti precisi, la cui interpretazione può generare contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: la tempistica del requisito dell’inabilità per i figli maggiorenni. La Corte ha stabilito che lo stato di inabilità lavorativa deve esistere al momento del decesso del genitore e non può essere riconosciuto se insorge successivamente.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di una madre, in qualità di tutrice della figlia maggiorenne, di ottenere la quota di pensione di reversibilità a seguito del decesso del padre, avvenuto nel 2013. Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda, riconoscendo il diritto alla prestazione. Questa decisione si basava sulle conclusioni di una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) che, pur essendo stata espletata successivamente, aveva fissato la decorrenza dello stato di inabilità della figlia al gennaio 2016.

L’ente previdenziale, ritenendo errata la decisione del Tribunale, ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il requisito dell’inabilità dovesse essere già presente al momento della morte del genitore assicurato.

La Questione Giuridica sulla Pensione di Reversibilità e il Momento dell’Inabilità

Il nodo centrale della controversia era l’interpretazione dell’articolo 22 della Legge n. 903/1965. La norma elenca i requisiti per l’erogazione della pensione di reversibilità ai figli superstiti, includendo, per quelli di qualunque età, la condizione di inabilità al lavoro e di vivenza a carico del genitore al momento del decesso.

La domanda a cui la Corte è stata chiamata a rispondere era se lo stato di inabilità potesse insorgere in un momento successivo al decesso del genitore o se, al contrario, dovesse essere un presupposto già esistente in quella data. La decisione del Tribunale aveva implicitamente avallato la prima tesi, concedendo la pensione con decorrenza dalla data di accertata inabilità, sebbene posteriore al decesso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso dell’ente previdenziale, ribaltando la sentenza di primo grado. I giudici hanno sottolineato il tenore letterale inequivocabile della norma, la quale richiede che i presupposti per il diritto alla prestazione, inclusa l’inabilità, “sussistano, al momento della morte”.

La Suprema Corte ha chiarito che il diritto alla pensione di reversibilità si cristallizza al momento del decesso del dante causa. Di conseguenza, tutte le condizioni previste dalla legge, senza eccezioni, devono essere soddisfatte in quel preciso istante. Nel caso di specie, il decesso del pensionato era avvenuto nel settembre 2013, mentre l’inabilità della figlia era stata certificata a decorrere dal gennaio 2016. Questa sfasatura temporale è stata ritenuta decisiva per escludere il diritto alla prestazione.

Il Tribunale, secondo la Cassazione, ha commesso un errore nel riconoscere il diritto in assenza di uno dei presupposti fondamentali richiesti dalla legge, ovvero la contemporaneità tra l’evento morte e la sussistenza dello stato di inabilità.

Le Conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda originaria. Questa ordinanza rafforza un principio rigoroso: per ottenere la pensione di reversibilità, i figli maggiorenni devono essere già inabili al lavoro al momento esatto del decesso del genitore. Un’inabilità che si manifesti o venga accertata solo in seguito non è sufficiente a far sorgere il diritto. Tale pronuncia offre un’indicazione chiara per casi futuri, stabilendo un paletto temporale non superabile e confermando che i requisiti di legge devono essere valutati con riferimento esclusivo al momento dell’evento che genera il diritto.

Per ottenere la pensione di reversibilità, quando deve sussistere lo stato di inabilità del figlio maggiorenne?
Secondo la Corte di Cassazione, lo stato di inabilità al lavoro del figlio maggiorenne deve tassativamente sussistere al momento del decesso del genitore pensionato o assicurato.

Un figlio che diventa inabile dopo la morte del genitore ha diritto alla pensione di reversibilità?
No. La sentenza chiarisce che se l’inabilità insorge o viene accertata in un momento successivo al decesso del genitore, il diritto alla pensione di reversibilità non sorge, in quanto manca uno dei presupposti di legge al momento rilevante.

Qual è stato l’esito finale della causa decisa dalla Corte?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ha annullato (cassato) la sentenza del Tribunale che aveva concesso la pensione e, decidendo direttamente la causa, ha respinto la domanda originaria della madre per conto della figlia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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