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Pensione di anzianità: no al pro rata sulle riforme

Un professionista ottiene la pensione di anzianità, ma il suo ente previdenziale applica dei coefficienti di riduzione previsti da nuove delibere. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione dei giudici d’appello, ha affermato la piena legittimità di tali riduzioni. Ha chiarito che queste sono parte di una riforma sistemica complessiva, che non viola il principio del pro rata e si applica integralmente al momento in cui sorge il diritto alla pensione.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione di anzianità: le riforme si applicano per intero, senza ‘sconti’

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema cruciale per molti professionisti: l’applicazione di nuove regole meno favorevoli sulla pensione di anzianità a chi aveva già versato contributi sotto un regime precedente. La Suprema Corte ha stabilito che se un sistema pensionistico viene riformato, chi accede a un trattamento anticipato secondo le nuove disposizioni deve accettarne tutte le condizioni, compresi eventuali abbattimenti sull’assegno, senza poter invocare il principio del pro rata.

I Fatti di Causa

Il caso riguardava un libero professionista che aveva richiesto la pensione di anzianità anticipata. La sua Cassa di previdenza aveva calcolato l’importo applicando dei ‘coefficienti di neutralizzazione’, ovvero degli abbattimenti, introdotti con delibere approvate alcuni anni prima. Questi coefficienti erano stati previsti per bilanciare il costo per l’ente derivante dal pensionamento anticipato, avvenuto secondo requisiti anagrafici e contributivi più favorevoli rispetto a quelli previsti dalla nuova disciplina.

Il professionista si era opposto, sostenendo che tali riduzioni non potessero applicarsi ai contributi versati prima dell’entrata in vigore delle nuove regole, in virtù del principio pro rata. La Corte d’Appello gli aveva dato ragione, disapplicando le delibere della Cassa e ordinando il ricalcolo della pensione senza abbattimenti.

La questione della pensione di anzianità e la decisione della Corte

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, la quale ha completamente ribaltato il verdetto. Secondo i giudici supremi, le delibere in questione non si erano limitate a modificare il metodo di calcolo della pensione, ma avevano introdotto una riforma complessiva del sistema di pensionamento anticipato.

La Corte ha specificato che le nuove norme avevano inciso sui requisiti stessi per l’accesso alla pensione, introducendo al contempo nuovi benefici (come la possibilità di continuare a svolgere altre attività) e dei meccanismi di riequilibrio (i coefficienti di riduzione). Questi elementi, secondo la Cassazione, sono inscindibili e operano contestualmente. Di conseguenza, il professionista che sceglie di beneficiare della pensione anticipata secondo le vecchie regole (mantenute in vigore dalla nuova disciplina come opzione) deve accettare anche gli elementi di riequilibrio previsti, come i coefficienti di abbattimento.

Le Motivazioni

Il cuore del ragionamento della Cassazione risiede nella distinzione tra la modifica delle modalità di calcolo e la riforma dei requisiti di pensionamento. Il principio del pro rata tutela il lavoratore garantendo che i contributi versati in un certo periodo siano calcolati secondo le regole vigenti in quel periodo. Tuttavia, in questo caso, la Corte ha ritenuto che le delibere avessero inciso più in profondità, modificando la struttura stessa del diritto alla pensione di anzianità.

Il diritto a una specifica prestazione pensionistica si matura nel momento in cui si presenta la domanda, e deve essere valutato secondo il quadro normativo vigente in quel momento. Poiché il professionista ha richiesto la pensione quando le nuove delibere erano già in vigore, la sua posizione andava valutata alla luce dell’intero pacchetto normativo, che includeva sia la possibilità di pensionamento anticipato con requisiti più ‘leggeri’, sia i correlati coefficienti di riduzione. I due aspetti non possono essere scissi: non è possibile scegliere gli elementi favorevoli di un sistema e scartare quelli sfavorevoli.

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione stabilisce un principio importante: le riforme dei sistemi pensionistici privatizzati vanno considerate nel loro complesso. Un iscritto non può ‘costruire’ un trattamento su misura, combinando i vantaggi delle vecchie regole con quelli delle nuove. Se si sceglie di accedere a un beneficio previsto da una determinata normativa, se ne devono accettare integralmente tutte le condizioni, comprese quelle penalizzanti. Questo principio garantisce la sostenibilità finanziaria degli enti previdenziali e la coerenza interna delle riforme.

Le nuove regole pensionistiche che introducono penalizzazioni possono essere applicate a chi ha versato contributi con un sistema precedente?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, se le nuove regole costituiscono una riforma complessiva del sistema e non una semplice modifica del metodo di calcolo. Il diritto alla pensione sorge al momento della domanda e viene regolato dalla normativa vigente in quel momento, nella sua interezza.

Perché il principio del ‘pro rata’ non è stato applicato in questo caso?
La Corte ha ritenuto che il principio del ‘pro rata’, che riguarda le modalità di calcolo della pensione basate sui contributi versati in diversi periodi, non fosse pertinente. Le delibere in questione non hanno modificato solo il calcolo, ma hanno riformato i requisiti e la struttura del pensionamento anticipato, creando un nuovo sistema integrato di benefici e riequilibri che va accettato o rifiutato in blocco.

Cosa determina quale normativa si applica al calcolo della pensione di un professionista?
La normativa applicabile è quella in vigore al momento della presentazione della domanda di pensionamento. La posizione pensionistica del richiedente, inclusi i contributi versati e l’età, deve essere valutata secondo il quadro normativo vigente in quel preciso istante, compresi eventuali coefficienti di riduzione o altre condizioni introdotte da riforme precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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