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Pensione complementare una tantum: stop perequazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21689/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di previdenza complementare. La scelta di ricevere la prestazione pensionistica in forma di capitale, ovvero come “pensione complementare una tantum”, estingue l’obbligazione periodica e, di conseguenza, fa venir meno anche il diritto alla perequazione (l’adeguamento automatico) per il periodo successivo. La Corte ha accolto il ricorso di un fondo pensione contro la decisione di merito che aveva riconosciuto a ex dipendenti il diritto a tali adeguamenti anche dopo aver incassato il capitale. La decisione chiarisce che il pagamento in capitale sostituisce e conclude il rapporto pensionistico, estinguendo ogni pretesa futura ad esso collegata.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Complementare Una Tantum: La Cassazione Chiude alla Perequazione Futura

La scelta di come percepire la propria pensione integrativa è un momento cruciale. Meglio una rendita mensile per tutta la vita o un capitale immediato? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale di questa decisione: chi opta per la pensione complementare una tantum perde il diritto alla futura perequazione. Questo articolo analizza la decisione e le sue importanti implicazioni per i pensionati.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha visto contrapposti un importante gruppo bancario e il suo fondo pensione aziendale contro alcuni ex dipendenti. In primo e secondo grado, i giudici avevano dato ragione ai lavoratori, condannando il fondo a versare le differenze economiche derivanti dalla mancata perequazione (adeguamento all’inflazione) del trattamento pensionistico per un periodo specifico. Il punto cruciale è che tutti questi ex dipendenti avevano, in un momento precedente, scelto di convertire la loro pensione complementare in un capitale erogato in un’unica soluzione.

La Questione Giuridica: Pensione Complementare Una Tantum e Diritto alla Perequazione

Il fondo pensione ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo un principio chiave: l’adesione alla cosiddetta ‘capitalizzazione’ della prestazione estingue l’obbligazione pensionistica originaria. Se non esiste più una prestazione periodica da pagare, non può esistere nemmeno il diritto accessorio alla sua perequazione. La Corte d’Appello, invece, aveva ritenuto che il diritto all’adeguamento potesse sopravvivere anche dopo l’incasso del capitale. La Cassazione è stata quindi chiamata a decidere se la liquidazione in capitale chiude definitivamente ogni rapporto o se lascia spazio a pretese future.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni del ricorrente, ribaltando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno dato continuità a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, secondo cui la percezione del trattamento pensionistico in una somma capitale una tantum determina l’estinzione della prestazione pensionistica integrativa periodica.

La Corte ha spiegato che la perequazione è un diritto accessorio, strettamente collegato all’esistenza di una prestazione principale periodica. Nel momento in cui il pensionato sceglie di ricevere un capitale, l’obbligo del fondo di erogare una rendita mensile cessa di esistere. Di conseguenza, viene meno anche il diritto all’adeguamento automatico di tale rendita. Il diritto alla perequazione, precisa la Corte, non svanisce del tutto: esso vale fino al momento del calcolo del capitale da liquidare. Una volta che tale capitale è stato calcolato (tenendo conto della perequazione maturata fino a quel giorno) e pagato, il rapporto si estingue definitivamente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza fornisce un chiarimento decisivo per chiunque si avvicini alla scelta sulla propria pensione complementare. La decisione di optare per il capitale una tantum comporta una conseguenza netta: si riceve una somma immediata e cospicua, ma si rinuncia a qualsiasi adeguamento futuro per proteggere quel capitale dall’erosione dell’inflazione. La rendita periodica, al contrario, pur offrendo entrate mensili più contenute, garantisce (laddove previsto) un meccanismo di protezione del potere d’acquisto nel tempo. La sentenza sottolinea come la liquidazione in capitale non sia un anticipo della rendita, ma una modalità alternativa e conclusiva del rapporto di previdenza. Una scelta, quindi, che deve essere ponderata con attenzione, considerando le proprie esigenze finanziarie a lungo termine e la rinuncia implicita a ogni futura forma di adeguamento.

Se scelgo di ricevere la mia pensione complementare come capitale una tantum, ho ancora diritto alla perequazione (adeguamento all’inflazione) per il futuro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la percezione della prestazione in un’unica somma capitale estingue l’obbligazione pensionistica periodica e, di conseguenza, anche il diritto accessorio alla perequazione per il periodo successivo all’incasso del capitale.

Il diritto alla perequazione si perde completamente al momento della scelta della capitalizzazione?
Non esattamente. Il diritto alla perequazione perdura fino al momento del calcolo della somma da liquidare in capitale. Tuttavia, una volta che il capitale viene calcolato e percepito, il diritto alla perequazione per il futuro si estingue insieme alla pensione integrativa a cui era collegato.

Cosa significa che la prestazione in capitale “estingue” l’obbligazione pensionistica?
Significa che la scelta di ricevere un capitale una tantum sostituisce completamente l’obbligo del fondo pensione di pagare una rendita periodica. Non si tratta di un anticipo, ma di una diversa modalità di liquidazione che chiude definitivamente il rapporto pensionistico, estinguendo sia la prestazione principale (la potenziale pensione mensile) sia quelle accessorie (come la perequazione).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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