LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pensione complementare e superbonus: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 15184/2024, ha chiarito due aspetti cruciali in materia di pensione complementare. In primo luogo, ha stabilito che la percentuale di calcolo della prestazione si basa sulla qualifica del lavoratore al momento della cessazione del servizio, non su quella precedente. In secondo luogo, ha confermato che l’adesione all’opzione “superbonus” (incentivo a posticipare il pensionamento) determina la “cristallizzazione” della posizione previdenziale, escludendo dal calcolo integrativo il periodo lavorativo successivo all’opzione. La Corte ha quindi respinto sia il ricorso del lavoratore che quello del fondo pensione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Complementare: Calcolo, Superbonus e Cambio di Qualifica

La gestione della pensione complementare rappresenta un tema di grande interesse per molti lavoratori, specialmente quando intervengono variabili come cambi di qualifica o incentivi per posticipare il ritiro dal lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 15184/2024) ha fornito chiarimenti fondamentali su come queste variabili incidono sul calcolo finale dell’assegno integrativo. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: La Riliquidazione della Pensione

Un gruppo di ex dipendenti di un istituto di credito aveva richiesto al proprio fondo pensione aziendale la riliquidazione della pensione complementare. La richiesta si basava su due punti principali: l’aumento della percentuale di calcolo dall’82% all’85% della retribuzione pensionabile, a seguito di un cambio di qualifica da ‘Funzionari’ a ‘Quadri’, e le modalità di calcolo per chi aveva aderito al cosiddetto ‘superbonus’ previsto dalla Legge 243/2004, un incentivo per proseguire l’attività lavorativa pur avendo maturato i requisiti per la pensione.

La Corte d’Appello aveva dato parzialmente ragione ai lavoratori, riconoscendo il diritto all’aliquota più alta (85%) ma stabilendo che il superbonus aveva ‘cristallizzato’ la posizione previdenziale, influenzando il calcolo finale. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, con ricorsi incrociati sia da parte di un lavoratore rimasto in causa, sia da parte del Fondo pensione.

La Decisione della Corte sulla Pensione Complementare

La Suprema Corte ha respinto entrambi i ricorsi, confermando di fatto la sentenza d’appello e stabilendo due principi cardine per il calcolo della pensione complementare.

In primo luogo, ha rigettato il ricorso del Fondo, il quale sosteneva che agli ex funzionari, pur promossi a Quadri, dovesse continuare ad applicarsi l’aliquota inferiore (82%). Per la Corte, ciò che conta è la qualifica rivestita al momento della cessazione del servizio.

In secondo luogo, ha respinto il ricorso del lavoratore, confermando che l’esercizio dell’opzione ‘superbonus’ comporta la cristallizzazione della posizione previdenziale. Di conseguenza, il periodo lavorativo svolto dopo aver esercitato tale opzione non può essere computato ai fini del trattamento pensionistico integrativo.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa delle norme e dello statuto del fondo, consolidando orientamenti giurisprudenziali precedenti.

L’interpretazione dello Statuto del Fondo

Sul primo punto, la Corte ha ribadito che il tenore letterale dello statuto del Fondo era inequivocabile. La norma statutaria faceva riferimento alla ‘categoria di appartenenza al momento della cessazione dal servizio’ per determinare la percentuale da applicare (85% per i quadri, 82% per i funzionari). Pertanto, la promozione a Quadro Direttivo prima del pensionamento garantiva il diritto all’aliquota più favorevole, senza che potessero avere rilievo la qualifica precedente o il trattamento economico mantenuto.

Il Principio della Cristallizzazione e il Superbonus

Sul secondo punto, la Cassazione ha richiamato un suo precedente (Cass. n. 3309/2018) per spiegare gli effetti del ‘superbonus’. L’obiettivo della legge era incentivare la prosecuzione del lavoro, non creare un vantaggio a danno dei sistemi di previdenza integrativa. L’opzione di ricevere i contributi in busta paga, rinunciando al loro accredito pensionistico, determina una cristallizzazione della posizione previdenziale al momento dell’esercizio dell’opzione stessa. Il periodo lavorativo successivo, dunque, non contribuisce ad aumentare la base di calcolo della pensione complementare, la cui natura è appunto integrativa rispetto a quella principale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza offre due importanti indicazioni pratiche per lavoratori e fondi pensione. Innanzitutto, chiarisce che il diritto a una determinata aliquota per la pensione complementare è legato all’inquadramento finale del lavoratore, valorizzando la progressione di carriera fino al momento del pensionamento. In secondo luogo, ammonisce sui reali effetti di opzioni come il ‘superbonus’: sebbene offrano un beneficio economico immediato, esse congelano la posizione previdenziale, con conseguenze dirette sul futuro assegno integrativo. Una scelta che, pertanto, deve essere ponderata con attenzione, considerando tutti gli effetti a lungo termine.

Se un lavoratore cambia qualifica prima di andare in pensione, quale percentuale si applica per il calcolo della pensione complementare?
Si applica la percentuale prevista per la categoria di appartenenza al momento della cessazione del servizio, non quella della qualifica rivestita in precedenza. La progressione di carriera fino al pensionamento è quindi rilevante.

L’adesione al cosiddetto ‘superbonus’ (incentivo alla prosecuzione del lavoro) influisce sul calcolo della pensione complementare?
Sì, influisce in modo determinante. Secondo la Corte, l’esercizio di questa opzione ‘cristallizza’ la posizione previdenziale. Di conseguenza, il periodo lavorativo successivo all’adesione al superbonus non può essere computato ai fini del calcolo del trattamento pensionistico integrativo.

L’interpretazione dello statuto di un fondo pensione deve basarsi solo sul testo letterale?
Sì, quando il tenore letterale della norma è chiaro e inequivocabile, l’interprete deve attenersi ad esso. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che lo statuto del fondo indicasse senza ambiguità che la percentuale di calcolo andava individuata in base alla categoria di appartenenza al momento della cessazione dal servizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati