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Pensione anticipata: valgono i contributi figurativi?

Una lavoratrice si è vista negare la pensione anticipata perché i suoi contributi figurativi non erano stati conteggiati. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per la pensione anticipata basata solo sull’anzianità contributiva (art. 24, co. 10, L. 214/2011), anche i contributi figurativi sono validi, a differenza di altri percorsi pensionistici che richiedono contributi ‘effettivi’. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Anticipata: La Cassazione Conferma la Validità dei Contributi Figurativi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto cruciale per chi aspira alla pensione anticipata: la validità dei contributi figurativi per raggiungere il requisito contributivo. Questa decisione, basandosi su recenti orientamenti, stabilisce un principio fondamentale che distingue nettamente le diverse vie di accesso al pensionamento anticipato introdotte dalla riforma del 2011.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Pensione Negata

Una lavoratrice aveva presentato domanda per ottenere la pensione anticipata, avendo maturato il requisito contributivo di 41 anni e 1 mese previsto dalla legge. Tuttavia, l’istituto previdenziale e, in un secondo momento, la Corte d’Appello, avevano respinto la sua richiesta. Il motivo del diniego risiedeva nel fatto che, nel calcolo totale, erano stati inclusi periodi di contribuzione figurativa, ritenuti non validi per questa specifica prestazione.

La Questione Giuridica e il Ricorso in Cassazione

La questione centrale portata all’attenzione della Corte di Cassazione era se, ai fini dell’accesso alla pensione anticipata disciplinata dall’art. 24, comma 10, del D.L. 201/2011 (la cosiddetta ‘Legge Fornero’), la contribuzione figurativa potesse essere considerata ‘utile’ per raggiungere la soglia richiesta. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso, lamentando una violazione e falsa applicazione della normativa di riferimento.

La Pensione Anticipata e la Distinzione tra Contributi

La legge del 2011 prevede due principali canali per la pensione anticipata:

1. Comma 10: Accesso basato esclusivamente sul requisito contributivo (42 anni e 1 mese per gli uomini; 41 anni e 1 mese per le donne, secondo i valori originari), indipendentemente dall’età anagrafica.
2. Comma 11: Accesso a 63 anni di età, a condizione di avere almeno 20 anni di ‘contribuzione effettiva’ e altri requisiti specifici, rivolto principalmente ai lavoratori il cui primo accredito contributivo è successivo al 1° gennaio 1996.

La controversia nasce proprio dalla diversa terminologia usata dal legislatore nei due commi.

Il Principio di Diritto espresso dalla Cassazione

La Corte Suprema ha accolto il ricorso della lavoratrice, basandosi su recenti sentenze nomofilattiche che hanno risolto il contrasto interpretativo. Il principio affermato è chiaro: la contribuzione figurativa può concorrere a integrare i presupposti per la pensione anticipata prevista dal comma 10.

Le Motivazioni: Perché i Contributi Figurativi sono Validi per la Pensione Anticipata?

La decisione della Corte si fonda su un’attenta analisi letterale della norma. Il comma 10, che disciplina il pensionamento basato sulla sola anzianità contributiva, non fa alcun riferimento alla natura ‘effettiva’ della contribuzione, limitandosi a richiedere il raggiungimento di una certa soglia contributiva. Al contrario, il comma 11, che prevede un percorso alternativo legato anche all’età anagrafica, richiede esplicitamente ‘almeno venti anni di contribuzione effettiva’.

Secondo la Cassazione, questa differenza non è casuale. Laddove il legislatore ha voluto escludere i contributi figurativi, lo ha fatto espressamente, come nel comma 11. Pertanto, l’esclusione della contribuzione figurativa dall’ambito di applicazione del comma 10 risulterebbe in un’interpretazione restrittiva non supportata dal testo della legge e porterebbe a una sostanziale disapplicazione della norma, data l’ampiezza del requisito contributivo richiesto (ben 42/41 anni).

La Corte ha quindi superato un precedente orientamento del 2022, che propendeva per una lettura più restrittiva, per allinearsi a sentenze più recenti che hanno valorizzato il dato testuale e la coerenza del sistema normativo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti conseguenze pratiche per migliaia di lavoratori. In primo luogo, conferma che periodi di disoccupazione indennizzata, malattia, servizio militare e altre casistiche che danno diritto a contributi figurativi sono pienamente utili per raggiungere la soglia contributiva richiesta per la pensione anticipata secondo il comma 10. In secondo luogo, consolida un orientamento giuridico che offre maggiore certezza ai cittadini che pianificano il proprio futuro previdenziale. La sentenza impugnata è stata cassata e la causa rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio di diritto.

I contributi figurativi sono validi per raggiungere i requisiti della pensione anticipata?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che per la pensione anticipata basata esclusivamente sull’anzianità contributiva (art. 24, comma 10, L. 214/2011), i contributi figurativi sono pienamente validi e concorrono al raggiungimento della soglia richiesta (es. 41 anni e 1 mese per le donne).

C’è differenza tra i requisiti contributivi per le diverse forme di pensione anticipata previste dalla Legge Fornero?
Sì, la sentenza evidenzia una differenza cruciale. Mentre la pensione anticipata basata solo sugli anni di contribuzione (comma 10) include i contributi figurativi, quella accessibile a 63 anni con 20 anni di contributi (comma 11) richiede esplicitamente che questi ultimi siano di ‘contribuzione effettiva’.

Qual è stato il ragionamento della Corte per arrivare a questa conclusione?
Il ragionamento si basa sull’interpretazione letterale della legge. La Corte ha osservato che il comma 10 non specifica che i contributi debbano essere ‘effettivi’, a differenza del comma 11 che lo richiede espressamente. Pertanto, in assenza di una tale specificazione, tutti i contributi utili, inclusi quelli figurativi, devono essere conteggiati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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