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Pensione anticipata: la contribuzione figurativa vale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27910/2025, ha stabilito che, ai fini della pensione anticipata secondo la Legge 214/2011, la contribuzione figurativa (es. per malattia o disoccupazione) è pienamente valida per raggiungere l’anzianità contributiva richiesta. La Corte ha chiarito la distinzione tra la “contribuzione utile” richiesta dalla regola generale (comma 10, art. 24) e la “contribuzione effettiva”, richiesta solo in casi specifici (comma 11). La decisione della Corte d’Appello, che aveva escluso tali contributi, è stata annullata.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione anticipata: i contributi figurativi sono validi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza su un punto cruciale per molti lavoratori che aspirano alla pensione anticipata: la validità dei contributi figurativi. Con la decisione in esame, i giudici hanno stabilito che anche i periodi di contribuzione non legati a un lavoro effettivo, come quelli per malattia o disoccupazione, devono essere conteggiati per raggiungere i requisiti, mettendo fine a un’interpretazione restrittiva che penalizzava i lavoratori.

I fatti del caso

Una lavoratrice si è vista negare il diritto alla pensione anticipata dalla Corte d’Appello. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa introdotta nel 2011 richiedeva il raggiungimento di un’anzianità contributiva basata esclusivamente su contributi “effettivi”, escludendo quindi i contributi figurativi. Questa interpretazione si fondava sulla presunta continuità con la normativa precedente, che prevedeva un requisito minimo di 35 anni di contribuzione effettiva.

Insoddisfatta della decisione, la lavoratrice ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo una violazione e falsa applicazione delle norme che regolano la materia, in particolare l’articolo 24 della Legge n. 214 del 2011.

La decisione della Corte sulla pensione anticipata

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice, ribaltando completamente la decisione della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno chiarito che la riforma del 2011 ha introdotto un nuovo sistema per la pensione anticipata, con regole distinte rispetto al passato regime della pensione di anzianità. Il vecchio requisito dei 35 anni di contribuzione effettiva non è più applicabile.

La distinzione tra contribuzione “utile” ed “effettiva”

Il punto centrale della decisione risiede nella corretta interpretazione dei commi 10 e 11 dell’articolo 24 della Legge n. 214/2011.

* Comma 10: Questa è la regola generale per l’accesso alla pensione anticipata. Prevede il raggiungimento di un’anzianità contributiva (es. 41 anni e 1 mese per le donne nel 2012) senza un requisito anagrafico. La norma parla genericamente di “anzianità contributiva”, senza specificare che debba essere “effettiva”. Pertanto, si intende la contribuzione “utile” nel suo complesso, inclusa quella figurativa.
* Comma 11: Questa è una regola specifica per i lavoratori il cui primo accredito contributivo è successivo al 1° gennaio 1996. Per loro, è possibile accedere alla pensione a 63 anni, ma a condizione di avere almeno 20 anni di “contribuzione effettiva”.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il legislatore ha volutamente usato termini diversi. La richiesta di contribuzione “effettiva” è limitata solo alla specifica ipotesi del comma 11. Estenderla anche alla regola generale del comma 10 sarebbe un errore interpretativo e una disapplicazione sostanziale della norma, data l’elevata anzianità contributiva richiesta (ben 42 anni per gli uomini e 41 per le donne). Escludere i contributi figurativi renderebbe quasi impossibile per molti raggiungere tale soglia. Di conseguenza, la contribuzione figurativa può e deve concorrere a integrare i presupposti per la pensione anticipata prevista dal comma 10.

Le conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un principio di diritto fondamentale per tutti i lavoratori. La Corte di Cassazione ha stabilito in modo inequivocabile che, nel sistema generale della pensione anticipata, i contributi figurativi sono pienamente validi per il raggiungimento dei requisiti. La sentenza della Corte d’Appello, basata su un’interpretazione errata e restrittiva, è stata annullata. Il caso è stato rinviato alla stessa Corte d’Appello, in diversa composizione, che dovrà riesaminare la domanda della lavoratrice applicando il principio corretto e decidere anche sulle spese legali.

I contributi figurativi sono validi per accedere alla pensione anticipata?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la contribuzione figurativa (es. per malattia, disoccupazione) concorre a integrare i requisiti di anzianità contributiva previsti dalla regola generale per la pensione anticipata (art. 24, comma 10, L. 214/2011).

Qual è la differenza tra la contribuzione richiesta dal comma 10 e quella del comma 11 dell’art. 24?
Il comma 10, che è la norma generale, richiede il raggiungimento di una certa anzianità contributiva “utile”, che include anche i contributi figurativi. Il comma 11, che si applica solo a specifici lavoratori (primo accredito post-1996), richiede invece esplicitamente almeno 20 anni di contribuzione “effettiva”, cioè derivante da lavoro reale.

Il vecchio requisito dei 35 anni di contribuzione è ancora in vigore per la pensione anticipata?
No. La Corte ha chiarito che la riforma del 2011 ha introdotto un nuovo sistema pensionistico e che il vecchio requisito dei 35 anni, previsto dalla normativa precedente per la pensione di anzianità, non è più applicabile per la pensione anticipata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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