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Pensione anticipata invalidi: si applicano le finestre

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21657/2024, ha stabilito che il meccanismo della “finestra mobile”, che posticipa di 12 mesi l’erogazione della pensione, si applica anche alla pensione anticipata invalidi con disabilità superiore all’80%. Riformando le decisioni dei gradi inferiori, la Corte ha chiarito che la normativa del 2010 ha carattere generale e non prevede eccezioni per questa categoria, basando la decisione su un’interpretazione letterale della legge e su una giurisprudenza consolidata.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Anticipata Invalidi: La Cassazione Conferma l’Applicazione delle “Finestre Mobili”

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione di notevole importanza per i lavoratori con grave invalidità, chiarendo le regole di accesso al trattamento pensionistico. La Corte ha stabilito che anche per la pensione anticipata invalidi, con una percentuale superiore all’80%, si applica il meccanismo dello slittamento temporale noto come “finestra mobile”. Questa decisione uniforma le modalità di accesso alla pensione, estendendo un principio generale anche a una categoria protetta.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla domanda di una lavoratrice, con un’invalidità riconosciuta superiore all’80%, volta a ottenere la pensione di vecchiaia anticipata. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla lavoratrice, escludendo l’applicazione della cosiddetta “finestra mobile” di dodici mesi, introdotta dall’art. 12 del D.L. n. 78 del 2010. Secondo i giudici di merito, la normativa sulla pensione anticipata per invalidi era da considerarsi speciale e, pertanto, non soggetta alla regola generale che posticipava l’erogazione della pensione. L’obiettivo della norma speciale, infatti, era quello di favorire un rapido accesso alla pensione per soggetti in condizioni di particolare svantaggio. L’istituto previdenziale, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e il Principio di Diritto sulla pensione anticipata invalidi

La Corte di Cassazione ha ribaltato le precedenti decisioni, accogliendo il ricorso dell’istituto previdenziale. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto chiaro: il regime delle “finestre”, che prevede uno slittamento di un anno per l’accesso alla pensione di vecchiaia, si applica anche ai soggetti invalidi in misura non inferiore all’80%. La Corte ha ritenuto che la norma del 2010 abbia una portata generale, destinata a tutti coloro che maturano il diritto alla pensione, a meno che non siano previste deroghe esplicite. Poiché la categoria degli invalidi che beneficiano della pensione anticipata non rientra tra le eccezioni previste dalla legge, ad essa si applica la regola generale.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda principalmente sull’interpretazione letterale della normativa. I giudici hanno sottolineato come il testo dell’art. 12 del D.L. n. 78 del 2010 definisca un ambito soggettivo di applicazione molto ampio. La norma estende lo slittamento temporale non solo a chi matura il diritto alla pensione di vecchiaia a 65 anni (uomini) o 60 anni (donne), ma anche a tutti coloro che “negli altri casi” maturano il diritto “alle età previste dagli specifici ordinamenti”. Questa formulazione, secondo la Cassazione, include inequivocabilmente anche i beneficiari della pensione anticipata per invalidità. La Corte ha inoltre richiamato la propria giurisprudenza consolidata, citando numerose sentenze che hanno confermato questa interpretazione estensiva, rafforzando così la continuità del proprio orientamento. La natura speciale della prestazione, volta a tutelare i lavoratori con grave disabilità, non è sufficiente a creare un’abrogazione tacita o un’eccezione non scritta alla regola generale sulle finestre di accesso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ha un impatto diretto e significativo per i lavoratori con invalidità superiore all’80% che si apprestano ad andare in pensione. Essi dovranno attendere dodici mesi dalla maturazione dei requisiti prima di poter percepire il primo assegno pensionistico. La decisione chiarisce che le agevolazioni previste per questa categoria riguardano i requisiti di accesso (anagrafici e contributivi), ma non le tempistiche di erogazione, che rimangono soggette alla disciplina generale del sistema pensionistico. Si consolida così un principio di uniformità, dove le eccezioni alle regole generali devono essere espressamente previste dal legislatore e non possono essere desunte in via interpretativa.

La “finestra mobile” di 12 mesi si applica anche alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi superiori all’80%?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il regime delle “finestre mobili”, che comporta un differimento nell’erogazione della pensione, si applica anche a questa specifica categoria di pensionati.

Perché la Corte di Cassazione ha cambiato la decisione dei giudici di primo e secondo grado?
Perché ha interpretato la norma che introduce la “finestra mobile” (art. 12 del D.L. n. 78 del 2010) come una disposizione di carattere generale, il cui testo non prevede deroghe specifiche per gli invalidi che accedono alla pensione anticipata. I giudici di merito avevano invece considerato prevalente la natura speciale della prestazione.

Qual è il principio di diritto affermato dalla Corte in questa ordinanza?
Il principio è che lo slittamento di un anno per l’accesso alla pensione di vecchiaia si estende a tutti i soggetti che maturano il diritto al pensionamento, inclusi coloro che vi accedono tramite regimi speciali come quello per gli invalidi con oltre l’80% di disabilità, a meno che non siano espressamente esclusi dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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