LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pensione anticipata e contributi figurativi: sì della Cassazione

Una lavoratrice si è vista negare la pensione anticipata perché i suoi contributi figurativi non erano stati conteggiati. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, secondo la Riforma Fornero (legge 214/2011), i contributi figurativi (per malattia, disoccupazione, ecc.) sono pienamente validi per raggiungere il requisito contributivo necessario, a meno che la legge non specifichi esplicitamente il contrario. La sentenza impugnata è stata annullata per aver erroneamente applicato vecchie normative.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pensione Anticipata: I Contributi Figurativi Sono Validi. La Svolta della Cassazione

La strada verso la pensione è spesso complessa, e capire quali contributi siano validi per raggiungere i requisiti può fare la differenza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto fondamentale riguardante la pensione anticipata: i contributi figurativi, come quelli per malattia o disoccupazione, devono essere conteggiati. Questa decisione rappresenta una svolta importante per molti lavoratori, correggendo un’interpretazione restrittiva della Riforma Fornero.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Pensione di una Lavoratrice

Una lavoratrice aveva presentato domanda per la pensione anticipata, forte di un montante contributivo che, a suo avviso, soddisfaceva i requisiti previsti dalla legge n. 214 del 2011 (la cosiddetta Riforma Monti-Fornero). Tuttavia, la sua richiesta era stata respinta sia in primo grado che dalla Corte d’Appello.

Secondo i giudici di merito, per accedere alla prestazione erano necessari requisiti contributivi “minimi effettivi”, escludendo quindi dal calcolo i periodi di contribuzione figurativa derivanti da malattia e disoccupazione. La Corte territoriale, inoltre, aveva erroneamente richiamato la vecchia normativa che richiedeva 35 anni di contribuzione, un requisito superato dalla riforma del 2011.

Sentendosi lesa nel suo diritto, la lavoratrice ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo la violazione delle norme che disciplinano la pensione anticipata.

La Riforma Fornero e i Requisiti della Pensione Anticipata

Per comprendere la decisione della Cassazione, è cruciale analizzare come la Riforma Fornero ha modificato il sistema pensionistico. La legge del 2011 ha sostituito la vecchia “pensione di anzianità” con la “pensione anticipata”, stabilendo nuovi e più rigorosi requisiti. L’articolo 24 di tale legge delinea due percorsi principali:

1. Comma 10: Consente l’accesso alla pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento di un’anzianità contributiva specifica (per il 2012, 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne). Questa norma parla genericamente di “anzianità contributiva”.
2. Comma 11: Riguarda i lavoratori il cui primo accredito contributivo è successivo al 1° gennaio 1996. Permette l’accesso alla pensione a 63 anni di età, a condizione di aver maturato almeno 20 anni di “contribuzione effettiva”.

La differenza lessicale tra i due commi è stata il fulcro del ragionamento della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: L’Importanza del Criterio Letterale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice, cassando la sentenza d’appello. La motivazione si basa su un’attenta interpretazione letterale della normativa.

I giudici hanno sottolineato che il legislatore ha usato termini diversi nei commi 10 e 11, e questa scelta non può essere casuale. Mentre il comma 11 richiede esplicitamente una “contribuzione effettiva”, il comma 10 si limita a menzionare un'”anzianità contributiva”, senza aggiungere alcun aggettivo qualificante.

Questa distinzione è decisiva: dove la legge non specifica che la contribuzione debba essere “effettiva”, si deve intendere che sia sufficiente la contribuzione “utile” al pensionamento. La contribuzione figurativa rientra a pieno titolo in questa categoria.

Secondo la Corte, escludere i contributi figurativi dal calcolo previsto dal comma 10 non solo sarebbe privo di giustificazione normativa, ma porterebbe a una disapplicazione sostanziale della norma, dato l’elevato numero di anni richiesti per l’accesso alla prestazione.

Le Conclusioni: Un Principio Fondamentale per i Lavoratori

La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro e fondamentale: nel sistema della pensione anticipata disciplinato dall’art. 24, comma 10, della legge n. 214/2011, la contribuzione figurativa deve essere conteggiata per raggiungere il requisito di anzianità contributiva.

La Corte ha quindi annullato la decisione della Corte d’Appello e ha rinviato la causa allo stesso tribunale, in diversa composizione, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio. Questa pronuncia offre una tutela cruciale ai lavoratori, confermando che i periodi di difficoltà, come malattia o disoccupazione, coperti da contribuzione figurativa, non devono ostacolare il raggiungimento del meritato traguardo della pensione.

Per la pensione anticipata prevista dalla Riforma Fornero, sono validi i contributi figurativi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel sistema introdotto dall’art. 24, comma 10, della legge n. 214/2011, la contribuzione figurativa (per malattia, disoccupazione, ecc.) concorre a integrare il requisito contributivo, in quanto la norma non richiede esplicitamente una “contribuzione effettiva”.

Qual è la differenza tra i requisiti del comma 10 e del comma 11 dell’articolo 24 della legge 214/2011?
Il comma 10 permette l’accesso alla pensione anticipata sulla base del solo requisito contributivo (es. 41 anni e 1 mese per le donne), senza specificare che debba essere “effettivo”. Il comma 11, invece, che riguarda i lavoratori con primo accredito dopo il 1996, consente l’accesso a 63 anni ma richiede esplicitamente almeno 20 anni di “contribuzione effettiva”.

La vecchia regola dei 35 anni di contributi per la pensione di anzianità è ancora valida?
No. La sentenza chiarisce che la riforma del 2011 ha introdotto un nuovo sistema, quello della “pensione anticipata”, superando il vecchio requisito dei 35 anni di contribuzione previsto per la pensione di anzianità. Invocare tale vecchio requisito costituisce un errore di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati