LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta del legale di ‘distrazione delle spese’ non comporta la revoca automatica del patrocinio a spese dello Stato. Il Tribunale aveva erroneamente interpretato tale richiesta come una rinuncia al beneficio. La Cassazione, citando le Sezioni Unite, ha chiarito che il diritto del difensore è distinto da quello dell’assistito, annullando la decisione e rinviando il caso al giudice di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Patrocinio a spese dello Stato e distrazione spese: nessun automatismo di revoca

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di patrocinio a spese dello Stato, stabilendo un principio di diritto di grande rilevanza pratica. La questione centrale è: la richiesta del difensore di essere pagato direttamente dalla controparte soccombente (la cosiddetta “distrazione delle spese”) implica una rinuncia al gratuito patrocinio da parte del suo assistito? La risposta della Suprema Corte è un netto no, rovesciando un orientamento precedente e tutelando il diritto alla difesa dei non abbienti.

I fatti del caso

Un cittadino, ammesso in via provvisoria al patrocinio a spese dello Stato, si vedeva revocare il beneficio dal Tribunale. La ragione della revoca risiedeva in una richiesta avanzata dal suo difensore: la distrazione delle spese processuali. Secondo il Tribunale, tale richiesta equivaleva a una rinuncia implicita al beneficio, poiché il legale si era dichiarato anticipatario delle spese. Contro questa decisione, il cittadino ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’interpretazione del Tribunale fosse errata e basata su un orientamento giurisprudenziale ormai superato.

L’importanza del patrocinio a spese dello Stato secondo le Sezioni Unite

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel richiamo a un precedente e fondamentale intervento delle Sezioni Unite. Queste ultime hanno definitivamente risolto il contrasto giurisprudenziale, affermando un principio di diritto cristallino: la richiesta di distrazione delle spese avanzata dal difensore non costituisce in alcun modo una rinuncia implicita al patrocinio a spese dello Stato da parte dell’assistito.

Le Sezioni Unite hanno spiegato che i due istituti operano su piani completamente diversi:
1. Gratuito Patrocinio: Ha la finalità di garantire l’effettività del diritto di difesa (art. 24 della Costituzione) alla persona non abbiente, assicurandole l’assistenza legale a carico dello Stato.
2. Distrazione delle Spese: Attribuisce al difensore un diritto personale e autonomo (definito “in rem propriam”) a ricevere il pagamento delle proprie competenze direttamente dalla parte soccombente, senza passare dal proprio cliente.

La conseguenza logica è che il difensore, agendo per un suo diritto, non ha il potere di disporre di un diritto sostanziale che appartiene esclusivamente al suo assistito, ovvero il diritto all’assistenza legale a carico dello Stato.

Le Motivazioni della Cassazione

Sulla scorta di questo autorevole principio, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. I giudici hanno specificato che la rinuncia a un diritto così importante come il gratuito patrocinio può provenire unicamente dal titolare del beneficio, cioè l’assistito, e non può essere desunta implicitamente da un atto del suo difensore finalizzato a tutelare un interesse proprio.
Inoltre, la Corte ha ribadito che l’istituto del patrocinio a spese dello Stato può essere revocato solo ed esclusivamente nei casi tassativamente previsti dalla legge (art. 136 del d.P.R. 115/2002). Trattandosi di una norma eccezionale, non può essere applicata per analogia a situazioni non contemplate, come la richiesta di distrazione delle spese. Di conseguenza, il provvedimento del Tribunale che aveva revocato il beneficio è stato annullato (cassato).

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione rafforza la tutela del diritto alla difesa per i cittadini non abbienti. Viene chiarito in modo inequivocabile che le scelte processuali del difensore, finalizzate a garantire il proprio compenso, non possono pregiudicare il diritto fondamentale del cliente ad accedere alla giustizia tramite il patrocinio a spese dello Stato. Il provvedimento impugnato è stato quindi annullato con rinvio al Tribunale, il quale dovrà ora attenersi al principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte e regolare anche le spese del giudizio di legittimità.

La richiesta del difensore di ‘distrazione delle spese’ causa la revoca del patrocinio a spese dello Stato?
No, la Corte di Cassazione, richiamando una decisione delle Sezioni Unite, ha stabilito che la presentazione dell’istanza di distrazione delle spese non costituisce una rinuncia implicita al beneficio del patrocinio a spese dello Stato da parte dell’assistito.

Perché la richiesta di distrazione delle spese e il patrocinio statale sono considerati due istituti diversi?
Perché operano su piani e per finalità differenti. Il patrocinio a spese dello Stato garantisce alla parte non abbiente l’effettività del diritto di difesa. La distrazione delle spese, invece, attribuisce al solo difensore un diritto proprio (‘in rem propriam’) a ottenere il pagamento delle competenze, senza che egli possa disporre del diritto sostanziale del cliente.

In quali casi può essere revocato il gratuito patrocinio?
La revoca del gratuito patrocinio è possibile solo nelle tre ipotesi specificamente e tassativamente previste dall’art. 136 del d.P.R. n. 115 del 2002. Essendo una norma eccezionale, non può essere applicata per analogia ad altri casi non previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati