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Passaggio fascia stipendiale: quando scatta il diritto?

Un ente di ricerca ha impugnato la sentenza che lo condannava a pagare differenze retributive a una dipendente per errato calcolo del passaggio fascia stipendiale. La Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il diritto scatta al compimento esatto dell’anzianità di servizio richiesta dal CCNL, e non all’inizio dell’anno successivo, basandosi sulla data di assunzione del lavoratore.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Passaggio Fascia Stipendiale: La Cassazione Chiarisce la Decorrenza

Il corretto inquadramento retributivo è uno degli aspetti più importanti del rapporto di lavoro. Un elemento chiave è il passaggio fascia stipendiale, ovvero l’avanzamento a un livello di retribuzione superiore basato sull’anzianità di servizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5010/2024) ha fornito un chiarimento fondamentale su quando, esattamente, matura questo diritto, risolvendo una controversia tra un importante ente di ricerca e una sua dipendente.

I Fatti del Caso: Una Controversia sull’Anzianità di Servizio

Una lavoratrice, assunta da un ente di ricerca il 1° dicembre 1988, si era vista riconoscere i passaggi alle fasce stipendiali superiori con una decorrenza che, a suo avviso, era posticipata rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto. L’ente, infatti, effettuava il passaggio non al compimento esatto dell’anzianità richiesta, ma alla fine dell’anno in cui tale anzianità maturava, facendolo decorrere dall’inizio dell’anno successivo.

La dipendente ha quindi agito in giudizio, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello. I giudici di merito hanno condannato l’ente al pagamento delle differenze retributive, ritenendo che il calcolo del datore di lavoro fosse errato. L’ente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la correttezza del proprio operato.

L’Interpretazione del CCNL e il corretto Passaggio Fascia Stipendiale

Il nodo della questione risiedeva nell’interpretazione di una clausola del CCNL, in particolare della nota alla tabella B che specificava come gli anni di anzianità richiesti (4, 8, 12, 16, ecc.) dovessero considerarsi “finiti”.

Secondo l’ente ricorrente, questa espressione implicava che il diritto al passaggio di fascia maturasse solo al compimento dell’intero periodo, con decorrenza dall’anno successivo. Ad esempio, il passaggio previsto al compimento del 12° anno di anzianità sarebbe dovuto scattare non al dodicesimo anniversario dell’assunzione, ma solo dall’anno successivo.

La Corte di Appello, invece, aveva sposato la tesi della lavoratrice, affermando che il passaggio dovesse avvenire all’inizio dell’anno successivo a quello di permanenza nella fascia, ovvero immediatamente dopo aver completato il periodo richiesto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente, confermando le sentenze dei gradi precedenti e la correttezza del calcolo a favore della lavoratrice. La Suprema Corte ha consolidato un principio interpretativo di fondamentale importanza per tutti i lavoratori del settore.

Le Motivazioni: Il Principio della Maturazione “Ad Personam” del Diritto

La Corte ha chiarito che la normativa contrattuale va interpretata nel senso che l’anno di anzianità utile al passaggio fascia stipendiale deve essere integralmente compiuto in relazione alla data di assunzione del singolo lavoratore. La clausola che parla di “anni finiti” non può essere interpretata in modo da prolungare il periodo di attesa fino al termine dell’anno solare di riferimento.

In altre parole, il diritto scatta ad personam. Se un lavoratore è stato assunto il 1° dicembre, il suo dodicesimo anno di anzianità si compie il 1° dicembre di dodici anni dopo, ed è da quella data esatta che matura il diritto alla fascia superiore, non dal 1° gennaio dell’anno successivo. La Corte ha escluso che il transito possa avvenire al 31 dicembre di ciascun anno per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro data di assunzione.

Nel caso specifico, essendo la lavoratrice stata assunta il 1.12.1988, il suo diritto al passaggio alla quarta fascia (previsto al compimento del 12° anno) è maturato il 1.12.2000, e non il 1.12.2001 come sostenuto dall’ente. Questo principio, ha specificato la Corte, si applica anche alle successive disposizioni contrattuali che hanno modificato le tabelle stipendiali nel tempo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Lavoratori e Datori di Lavoro

Questa ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiaro e vincolante: la progressione economica legata all’anzianità di servizio è un diritto individuale che matura in una data precisa, coincidente con l’anniversario di assunzione, una volta completato il periodo richiesto dal CCNL. I datori di lavoro del settore pubblico e privato, in presenza di clausole contrattuali analoghe, devono calcolare la decorrenza degli scatti di anzianità e dei passaggi di fascia basandosi sulla specifica data di inizio del rapporto di ogni dipendente, senza posticiparla arbitrariamente alla fine dell’anno solare. Per i lavoratori, questa sentenza rappresenta una tutela importante, garantendo che l’anzianità di servizio venga riconosciuta economicamente senza ritardi ingiustificati.

Quando matura il diritto al passaggio alla fascia stipendiale superiore secondo la Cassazione?
Il diritto matura nel momento esatto in cui il lavoratore completa l’intero periodo di anzianità richiesto dal contratto collettivo, calcolato a partire dalla sua data di assunzione individuale.

L’espressione ‘anni finiti’ contenuta nel CCNL significa che bisogna attendere la fine dell’anno solare?
No. La Corte ha chiarito che l’espressione ‘anni finiti’ significa che il periodo di anzianità richiesto deve essere interamente trascorso, ma la decorrenza del diritto coincide con il giorno in cui tale periodo si compie, non con il 31 dicembre di quell’anno o l’inizio dell’anno successivo.

La data di assunzione del lavoratore è rilevante per calcolare il passaggio di fascia?
Sì, è l’elemento fondamentale. Il calcolo dell’anzianità deve essere effettuato ‘ad personam’, partendo dalla data di assunzione specifica di ogni singolo lavoratore per determinare il momento esatto in cui matura il diritto alla progressione economica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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