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Giurisprudenza Civile

Obbligazione solidale affitto: chi paga se uno va via?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un contratto di locazione con più inquilini, se l'obbligazione è solidale e un conduttore recede, quello che rimane è tenuto a versare l'intero canone. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva ridotto l'obbligo del conduttore rimasto, chiarendo che il principio dell'obbligazione solidale affitto prevale sulla circostanza che una stanza sia rimasta inutilizzata.
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Prescrizione ratei pensione: la domanda amministrativa
Un pensionato, dopo aver ottenuto il riconoscimento del diritto alla rivalutazione della pensione per esposizione all'amianto, si è visto negare parte degli arretrati dall'ente previdenziale per intervenuta prescrizione. La Corte di Appello di Bari ha confermato la decisione di primo grado, stabilendo che la domanda amministrativa presentata dal pensionato nel 2016 era idonea a interrompere la prescrizione decennale. La sentenza analizza l'applicazione delle norme transitorie sulla prescrizione ratei pensione, ridotta da 10 a 5 anni, salvaguardando il diritto del lavoratore agli arretrati a partire dal 2006.
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Riscatto alloggio popolare eredi: quando si trasferisce?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 21050/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di riscatto alloggio popolare eredi. Anche se l'assegnatario defunto aveva pagato l'intero prezzo, il diritto all'acquisto non si trasferisce automaticamente agli eredi. Questi ultimi devono possedere personalmente i requisiti di legge, come la convivenza, per poter subentrare nella procedura e stipulare l'atto di compravendita. Il solo pagamento non è sufficiente a consolidare un diritto trasmissibile per successione.
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Interruzione prescrizione e parte civile: la guida
Un gruppo di risparmiatori ha citato in giudizio l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari per i danni subiti a causa del fallimento di una società di intermediazione. L'autorità sosteneva che il diritto al risarcimento fosse prescritto. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21049/2024, ha stabilito che la costituzione di parte civile degli investitori in un precedente processo penale ha prodotto un'interruzione prescrizione con effetto permanente, valido per tutta la durata del procedimento penale. Tale effetto si estende anche all'autorità di vigilanza, in qualità di coobbligata solidale, annullando di fatto la prescrizione.
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Inammissibilità del ricorso: regole per l’impugnazione
La Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di una società finanziaria contro la liberazione di alcuni fideiussori. Il motivo risiede nella violazione del principio di autosufficienza: la ricorrente non ha trascritto i documenti essenziali nel proprio atto, impedendo alla Corte di valutare le censure. La decisione conferma la sentenza d'appello che aveva riconosciuto l'estinzione della garanzia a seguito di un accollo del debito.
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Equo indennizzo: risarcimento per la giustizia lenta
Un gruppo di cittadini ha ottenuto un equo indennizzo a causa dell'eccessiva durata di un procedimento fallimentare. La Corte di Appello ha riconosciuto un ritardo di sei anni, condannando il Ministero a risarcire i ricorrenti con una somma calcolata sulla base di 450 euro per ogni anno di ritardo, escludendo dal conteggio i periodi di sospensione dei termini processuali dovuti all'emergenza sanitaria.
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Personalizzazione del danno: il caso del musicista
Un musicista professionista, a seguito di un'infezione nosocomiale contratta in ospedale, subisce un danno biologico permanente del 5%. In appello, chiede un risarcimento maggiore per danno morale, esistenziale e patrimoniale. La Corte d'Appello riconosce la personalizzazione del danno biologico, aumentando il risarcimento del 20% in considerazione delle specifiche ripercussioni sulla sua attività professionale. Tuttavia, rigetta la domanda per danno morale e per danno patrimoniale per insufficienza di prove specifiche, sottolineando la necessità di dimostrare concretamente ogni singola voce di danno richiesta.
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Impugnazione sentenza Giudice di Pace: i limiti
Un cittadino ha impugnato direttamente in Cassazione una sentenza del Giudice di Pace che dichiarava la propria incompetenza su una causa di restituzione di 517 euro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la corretta via per l'impugnazione di una sentenza del Giudice di Pace, anche se riguarda solo la competenza, è l'appello e non il ricorso diretto alla Corte Suprema, salvo rarissime eccezioni.
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Responsabilità avvocato: quando il nesso causale manca
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i contorni della responsabilità professionale avvocato. Nel caso analizzato, un legale si era costituito tardivamente in un giudizio locatizio. La Corte ha stabilito che, per ottenere un risarcimento, non è sufficiente provare l'errore del professionista, ma è necessario dimostrare il nesso causale: il cliente deve provare che una difesa tempestiva e corretta avrebbe avuto una ragionevole probabilità di successo. In assenza di tale prova, la domanda di risarcimento viene respinta. La sentenza affronta anche la ripartizione delle spese legali quando viene chiamata in causa un'assicurazione.
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Legittimazione ad agire: no a opposizione del debitore
Un debitore ha contestato il pignoramento di un suo immobile, sostenendone l'inalienabilità a causa di un vincolo di "uso civico". La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, negando la sua legittimazione ad agire. Secondo la Corte, il debitore non può opporsi all'esecuzione facendo valere un diritto di proprietà di terzi o un vincolo di interesse pubblico, poiché privo del necessario interesse legale a sollevare tale questione.
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Prorogatio imperii: amministratore dimissionario valido?
Un condomino impugnava una delibera assembleare sostenendo che l'amministratore, avendo rassegnato le dimissioni, non fosse più legittimato. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, confermando la validità dell'operato dell'amministratore in regime di prorogatio imperii, in quanto le dimissioni erano state respinte dall'assemblea e non era stato nominato un successore. La sentenza chiarisce che la continuità gestionale del condominio prevale e che la partecipazione all'assemblea sana eventuali vizi di convocazione.
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Risarcimento veicolo non identificato: prova rigorosa
Un ciclista chiede il risarcimento al Fondo di Garanzia per un sinistro causato da un veicolo non identificato. La Corte d'Appello rigetta la domanda per mancanza di una prova rigorosa, evidenziando le contraddizioni nelle testimonianze e l'assenza di riscontri oggettivi, confermando la necessità di un onere probatorio aggravato in questi casi.
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Notifica Appello PEC: l’errore formale non basta
La Corte di Cassazione ha stabilito che un appello non può essere dichiarato improcedibile per un mero vizio formale, come il mancato deposito delle attestazioni di conformità delle ricevute di una notifica appello PEC. Se l'atto ha raggiunto il suo scopo e la controparte si è costituita senza contestare la notifica, prevale il principio di effettività della tutela giurisdizionale. La Corte d'Appello aveva erroneamente dichiarato l'improcedibilità, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, affermando la supremazia dei principi di strumentalità delle forme e di accesso alla giustizia.
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Danno morale da reato: serve la prova del pregiudizio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21037/2024, ha stabilito due principi importanti. In caso di contratto di finanziamento nullo per firma falsa, l'obbligo di restituzione della somma ricade su chi l'ha effettivamente percepita, non sul titolare formale del contratto. Inoltre, per ottenere il risarcimento del danno morale da reato, non basta affermare di essere vittima di una truffa; è necessario che il giudice civile accerti gli elementi del reato e che il danneggiato provi il concreto pregiudizio non patrimoniale subito.
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Ricorso per cassazione: inammissibile contro la CTU
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una sentenza della Corte d'Appello che, basandosi su una CTU grafologica, aveva confermato l'autenticità di alcune firme su effetti cambiari. Il ricorso per cassazione è stato respinto perché i motivi sollevati criticavano la decisione di primo grado anziché quella d'appello e miravano a un riesame del merito della perizia, operazione non consentita in sede di legittimità.
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Proprietà sottosuolo giardino: limiti del giudicato
Una proprietaria otteneva in primo grado il riconoscimento della proprietà esclusiva del suo giardino e del sottosuolo. In appello, il Condominio non contestava la proprietà ma rivendicava una servitù. La Corte d'Appello, tuttavia, dichiarava il sottosuolo bene condominiale. La Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il giudice d'appello non può pronunciarsi sulla proprietà se l'impugnazione riguarda solo la servitù, per non violare il giudicato interno formatosi. La questione centrale è la distinzione tra la rivendicazione della proprietà del sottosuolo del giardino e quella di un semplice diritto di servitù.
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Concorso di colpa per assegno spedito via posta
La Cassazione stabilisce il principio del concorso di colpa per chi spedisce un assegno via posta ordinaria. Se il titolo viene rubato e incassato illecitamente, la negligenza del mittente riduce la responsabilità dell'intermediario negoziatore. La Corte ha accolto il ricorso di un operatore postale, cassando la sentenza d'appello che ne aveva dichiarato la responsabilità esclusiva.
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Responsabilità Geometra: l’errore non esclude il compenso
Un geometra ammette un errore di progettazione ma richiede comunque il pagamento del suo compenso. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21027/2024, chiarisce un principio fondamentale sulla responsabilità professionale geometra: assumersi la responsabilità per i danni derivanti da un errore non implica una rinuncia automatica al proprio onorario. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva negato il compenso, distinguendo nettamente l'obbligo risarcitorio dal diritto alla retribuzione per l'opera svolta.
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Polizze unit-linked: quando sono contratti finanziari
Una società finanziaria ha impugnato una sentenza che qualificava le sue polizze unit-linked come contratti di investimento finanziario, dichiarandole nulle. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che se il rischio demografico a carico dell'assicuratore è irrisorio (nella fattispecie una maggiorazione dell'1% in caso di morte) e il rischio finanziario grava interamente sul cliente, il contratto non è una polizza vita ma un prodotto finanziario. Tale qualificazione impone il rispetto delle norme del Testo Unico della Finanza, la cui violazione comporta la nullità del contratto.
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Cessione del credito a scopo di garanzia: la Cassazione
Una società cede un credito verso un ente pubblico a una banca come garanzia per un finanziamento. La banca incassa un importo superiore al finanziamento stesso prima della scadenza. La Corte di Cassazione chiarisce che la cessione del credito a scopo di garanzia non estingue immediatamente il debito, ma funge da sicurezza attivabile solo in caso di inadempimento. La decisione del giudice di merito, che aveva attribuito al contratto una duplice funzione solutoria e di garanzia, viene annullata per errata interpretazione.
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