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Giurisprudenza Civile

Riconoscimento anzianità: no a discriminazione rovescia
Un medico, precedentemente in servizio presso l'amministrazione militare, dopo essere stato assunto da un'Azienda Sanitaria Locale, ha richiesto il riconoscimento dell'anzianità di servizio maturata. La sua domanda si basava sul principio di non discriminazione rispetto ai medici di altri Paesi UE, ai quali tale anzianità viene riconosciuta in virtù delle norme sulla libera circolazione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5967/2024, ha rigettato il ricorso. Pur correggendo la motivazione della corte d'appello, ha stabilito che per invocare la tutela contro la "discriminazione alla rovescia" non è sufficiente una disparità di trattamento astratta. È necessario, invece, che il cittadino italiano dimostri di trovarsi in una situazione di conflitto e concorrenza concreta con un cittadino UE, dove la norma più favorevole per quest'ultimo si traduce in un pregiudizio diretto per il primo.
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Specificità motivi appello: guida alla Cassazione
La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per mancata specificità dei motivi di appello. Il caso riguardava un presunto diritto di prelazione immobiliare, ma l'analisi si concentra sui requisiti formali dell'atto di impugnazione, confermando che la generica riproposizione delle difese di primo grado non è sufficiente a superare il vaglio di ammissibilità.
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Azione 2932 c.c.: preliminare nullo senza dati mutuo
La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto di una domanda di trasferimento immobiliare basata su un'azione 2932 c.c. La causa del rigetto risiede nella mancata specificazione, da parte della promissaria acquirente, degli elementi essenziali del mutuo fondiario che si sarebbe dovuta accollare come parte del prezzo. Secondo la Corte, l'assenza di dettagli come il piano di ammortamento e le rate residue impedisce al giudice di emettere una sentenza che rispecchi fedelmente l'accordo originale, requisito fondamentale per l'accoglimento della domanda.
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Disoccupazione soci cooperative: no indennità pre-2013
Una lavoratrice, socia di una cooperativa, si è vista negare l'indennità di disoccupazione (ASPI). La Corte di Cassazione, riformando la decisione della Corte d'Appello, ha confermato che la tutela contro la disoccupazione soci cooperative, per le categorie incluse nel d.P.R. 602/1970, è stata introdotta solo dal 1° gennaio 2013 con la Legge 92/2012. Di conseguenza, i periodi contributivi precedenti a tale data non sono validi per il calcolo del beneficio.
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Motivazione apparente: annullato decreto di espulsione
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di un Giudice di Pace che confermava un decreto di espulsione nei confronti di un cittadino straniero. La decisione si fonda sul principio della motivazione apparente: il giudice di merito si era limitato a un'affermazione generica sulla sussistenza dei requisiti di legge, senza analizzare le specifiche contestazioni sollevate dal ricorrente riguardo ai suoi legami familiari in Italia e alla valutazione della sua pericolosità sociale. L'ordinanza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla convalida
La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di convalida del trattenimento di un cittadino straniero, ritenendo la motivazione del Giudice di pace del tutto apparente. La decisione si fonda sul principio che una motivazione basata su formule generiche e stereotipate non rispetta il "minimo costituzionale" imposto dalla legge, rendendo il provvedimento nullo. L'accoglimento di questo motivo ha reso superfluo l'esame delle altre censure relative alla presunta illegittimità del decreto di espulsione presupposto.
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Verbale ispettivo: valore di prova e oneri del datore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5968/2024, ha respinto il ricorso di un'imprenditrice sanzionata per lavoro irregolare. Il caso verteva sul valore probatorio del verbale ispettivo e delle dichiarazioni in esso contenute. La Corte ha stabilito che il giudice di merito può legittimamente ritenere più attendibili le dichiarazioni spontanee rese ai verbalizzanti rispetto a quelle testimoniali fornite in giudizio, esercitando il suo potere di prudente apprezzamento della prova. I motivi di ricorso relativi all'omessa indicazione dei criteri di calcolo delle sanzioni sono stati dichiarati inammissibili per difetto di specificità, non avendo la ricorrente trascritto il provvedimento impugnato.
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Decreto di espulsione: sospeso se pende ricorso
La Corte di Cassazione ha stabilito che un decreto di espulsione deve essere sospeso se, successivamente alla sua emissione, il cittadino straniero presenta una domanda di protezione speciale. In questo caso, un cittadino straniero, residente in Italia da anni con la sua famiglia, aveva impugnato il proprio decreto di espulsione. Durante il giudizio, aveva richiesto la protezione speciale. La Suprema Corte ha cassato la decisione del Giudice di Pace che aveva ignorato tale richiesta, affermando che il giudice avrebbe dovuto dichiarare la sospensione dell'efficacia del decreto espulsivo in attesa della decisione definitiva sulla protezione.
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Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: rito scelto
Un cliente ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo di un avvocato per compensi stragiudiziali. La Cassazione ha chiarito che l'opposizione può essere proposta con rito sommario (art. 702-bis c.p.c.) e la sua tempestività va valutata dalla data di deposito del ricorso, non dalla notifica.
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Clausola compromissoria consumatore: nulla se vessatoria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5936/2024, ha stabilito un principio fondamentale a tutela dei consumatori. Una clausola compromissoria consumatore, se ritenuta vessatoria, può essere dichiarata nulla dal giudice anche in sede di impugnazione del lodo arbitrale, pure se il consumatore non aveva sollevato l'eccezione durante il procedimento arbitrale. La Corte ha affermato la prevalenza del diritto dell'Unione Europea sulla normativa procedurale nazionale, sottolineando che la tutela del consumatore è una questione di ordine pubblico e il giudice ha il dovere di rilevare d'ufficio la natura abusiva di tali clausole.
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Riesame trattenimento straniero: sempre ammesso
Un cittadino straniero, detenuto in un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR), ha impugnato il rigetto di un'istanza di revisione del suo trattenimento. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il riesame del trattenimento straniero è sempre ammissibile, poiché le misure cautelari che incidono sulla libertà personale possono essere riesaminate in ogni momento, senza che operi il principio del 'ne bis in idem'. Di conseguenza, ha annullato la decisione del tribunale inferiore.
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Centro unico di imputazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che riconosceva un centro unico di imputazione tra tre società collegate. Una dipendente, formalmente assunta da una sola società, prestava la sua attività lavorativa per tutte e tre. La Corte ha stabilito che, ai fini della responsabilità solidale, è sufficiente la connessione economico-funzionale e l'utilizzo condiviso della prestazione lavorativa, non essendo più necessaria l'individuazione di un unico soggetto che impartisce ordini.
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Inespellibilità straniero: legami sociali e familiari
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 5952/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di inespellibilità straniero. Un giudice non può rigettare l'opposizione a un decreto di espulsione basandosi unicamente su dati formali, come la mancanza di un lavoro registrato o un diniego amministrativo di protezione. È obbligatorio un esame approfondito della vita reale del cittadino, inclusi i legami familiari e sociali, la durata del soggiorno e l'effettivo inserimento nel tessuto sociale italiano, per tutelare il diritto alla vita privata e familiare.
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Traduzione provvedimento espulsione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza del Giudice di Pace che confermava un'espulsione. Il motivo è la mancata traduzione del provvedimento di espulsione nella lingua madre del cittadino straniero (arabo), essendo stata ritenuta insufficiente la versione in inglese in assenza di prova della sua comprensione. La Corte ha stabilito che l'amministrazione deve dimostrare l'impossibilità di tradurre nella lingua madre, ad esempio per la sua rarità, cosa non avvenuta nel caso di specie. Il caso è stato rinviato al Giudice di Pace per una nuova valutazione.
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Certificato di abitabilità: recesso ingiustificato
Una promissaria acquirente recede da un contratto preliminare di compravendita immobiliare a causa della mancanza del certificato di abitabilità. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5963/2024, ha respinto il suo ricorso, stabilendo che il recesso è illegittimo se il vizio è sanabile. Poiché il venditore ha successivamente ottenuto il certificato, l'inadempimento non è stato ritenuto 'grave' da giustificare la risoluzione del contratto, ma solo un ritardo formale, non incidendo sulla commerciabilità del bene.
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Motivazione apparente: annullata proroga di trattenimento
La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di proroga del trattenimento di un cittadino straniero in un CPR. La decisione è basata sulla motivazione apparente del Giudice di Pace, che si era limitato a richiamare le ragioni della Questura senza una valutazione autonoma delle censure sollevate dalla difesa, violando i requisiti minimi di legge.
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Disoccupazione soci cooperative: no benefit pre-2013
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5935/2024, ha stabilito che i soci lavoratori di cooperative rientranti nel d.P.R. 602/1970 non hanno diritto all'indennità di disoccupazione per i periodi antecedenti al 1° gennaio 2013. La Corte ha chiarito che l'estensione della tutela contro la disoccupazione soci cooperative, introdotta dalla legge n. 92/2012, non ha efficacia retroattiva. Pertanto, i contributi versati prima di tale data non possono essere utilizzati per raggiungere il requisito contributivo necessario all'ottenimento del sussidio. La Suprema Corte ha così cassato la decisione della Corte d'Appello che aveva riconosciuto il diritto ai lavoratori, rigettando le loro domande originarie.
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Espulsione e matrimonio: l’intento non basta
Un cittadino straniero, colpito da un decreto di espulsione per soggiorno irregolare, ha impugnato il provvedimento sostenendo di trovarsi in Italia per sposare una cittadina italiana. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la semplice fissazione di un appuntamento per le pubblicazioni di matrimonio non è sufficiente a dimostrare la "serietà di intenti" necessaria a configurare un progetto di vita familiare che possa ostacolare l'espulsione. È necessario fornire prove concrete della relazione e del progetto matrimoniale.
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Illegittimità trattenimento straniero: quando è nullo
La Corte di Cassazione ha annullato la proroga del trattenimento di un cittadino straniero, stabilendo l'illegittimità del provvedimento. La decisione si fonda sulla manifesta illegittimità del decreto di espulsione presupposto, emesso per 'sottrazione ai controlli di frontiera', nonostante il soggetto fosse stato identificato e fotosegnalato dalle autorità italiane al suo arrivo a seguito di un soccorso in mare. La Corte ha ribadito che il giudice della convalida deve sempre verificare la legittimità dell'atto di espulsione.
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Motivazione provvedimento di espulsione: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza del Giudice di Pace che confermava l'espulsione di un cittadino nigeriano. La Corte ha stabilito che la decisione mancava di una reale motivazione del provvedimento di espulsione, in quanto il giudice non aveva esaminato concretamente i rischi specifici denunciati dal ricorrente nel suo Paese d'origine, limitandosi a un riferimento generico alla legge. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione dei fatti.
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