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Giurisprudenza Civile

Rimborso spese forfettarie agli enti pubblici: la Cassazione
Una società ha contestato la condanna al pagamento del rimborso spese forfettarie a favore dell'avvocatura interna di un ente pubblico, sostenendo che tale voce di costo sia esclusiva dei liberi professionisti. La Corte d'Appello aveva invece riconosciuto il diritto dell'ente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di particolare importanza e meritevole di approfondimento, rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione definitiva, senza ancora pronunciarsi nel merito.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
Un istituto di credito propone un regolamento di competenza avverso un'ordinanza di sospensione di un giudizio. Successivamente, la stessa parte presenta una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, dichiara l'estinzione del giudizio e chiarisce un importante principio: in caso di rinuncia al ricorso, non si applica la sanzione del pagamento del cosiddetto "doppio contributo unificato", poiché questa misura è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione interviene d'ufficio per la correzione errore materiale in un decreto che indicava una data errata per la trascrizione di una domanda giudiziale. L'ordinanza stabilisce la sostituzione della data sbagliata (12 settembre 2012) con quella corretta (1° agosto 2013), basandosi sulla documentazione in atti, senza disporre sulle spese.
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Segnalazione operazioni sospette: errore percettivo
Una società di gestione di una casa da gioco e un suo esponente, sanzionati per omessa segnalazione operazioni sospette, hanno presentato ricorso per revocazione contro una decisione della Cassazione, lamentando un errore percettivo. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che la sua precedente valutazione era un giudizio di diritto e non una svista sui fatti. La decisione sottolinea che gli indici di anomalia sono strumenti guida non tassativi, e la valutazione del giudice di merito, se ben motivata, non è sindacabile per un presunto errore di percezione dei motivi di ricorso.
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Possesso esclusivo: varco in recinzione e usucapione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la presenza di un'apertura in una recinzione non è un dettaglio trascurabile in una causa di usucapione. Se tale varco permette l'accesso al legittimo proprietario, può mancare il requisito del possesso esclusivo, necessario per l'acquisto del bene. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva concesso l'usucapione, rinviando il caso per una nuova valutazione che tenga conto di questo elemento cruciale.
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Contratto d’opera e onere della prova: il caso
Una società cooperativa ha richiesto il pagamento per lavori di estirpazione di vigneti, ma il committente ha negato di averle mai conferito l'incarico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, sottolineando che non era stato adempiuto l'onere della prova circa la titolarità del rapporto contrattuale. Chi agisce in giudizio per un pagamento deve dimostrare non solo che il lavoro è stato fatto, ma che è stato fatto in esecuzione di un contratto stipulato proprio con lei.
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Sospensione processo civile: quando non è necessaria
Una parte avviava una causa civile per ottenere il ripristino di un immobile con pozzo e la tutela di una servitù di passaggio, di cui si affermava comproprietaria. Il tribunale di primo grado disponeva la sospensione del processo civile in attesa della definizione di un procedimento penale a carico della controparte per fatti connessi. La Corte di Cassazione ha annullato tale sospensione, chiarendo che non sussiste un rapporto di pregiudizialità quando le pretese sono diverse: risarcitoria in sede penale e di accertamento di diritti reali in sede civile. La diversità degli obiettivi processuali esclude la necessità della sospensione del processo civile.
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Responsabilità P.A. per erosione: la Cassazione decide
La Cassazione conferma la condanna di una Regione e un Comune per i danni da erosione costiera subiti da un privato. La responsabilità P.A. non deriva dalla custodia diretta del mare (art. 2051 c.c.), ma dalla colpa per omessa vigilanza (art. 2043 c.c.) sull'operato dei concessionari balneari che hanno alterato le correnti marine. Anche il fatto illecito del terzo non esclude la colpa dell'ente pubblico.
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Usucapione servitù passaggio: tolleranza e parentela
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha riconosciuto l'usucapione di una servitù di passaggio tra parenti. La Corte ha stabilito che, sebbene l'uso del passaggio fosse inizialmente tollerato per via dei legami familiari, la situazione è cambiata quando sono sorti dei dissidi. Da quel momento, il possesso è diventato avverso e idoneo a far maturare l'usucapione, poiché esercitato per oltre vent'anni. La pronuncia chiarisce che l'opposizione del proprietario, anziché interrompere il possesso, può in realtà qualificarlo come utile all'usucapione, trasformando la mera tolleranza in possesso pieno. Viene inoltre confermata la natura 'apparente' della servitù, data la presenza di una corte e una scala esterna, opere visibili e permanenti destinate al suo esercizio.
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Incarico professionale ausiliario: chi paga?
La Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione delle responsabilità economiche in un incarico professionale ausiliario. Due architetti, incaricati della direzione lavori da un Comune, avevano sub-affidato compiti di contabilità a un geometra. La Corte ha stabilito che, avendo gli architetti ricevuto dal Comune un compenso comprensivo anche di tali mansioni, spetta a loro retribuire il geometra. La sentenza analizza l'interpretazione del contratto e gli accordi speciali, respingendo quasi tutti i motivi di ricorso degli architetti, ma accogliendo quello relativo alle spese legali verso un terzo chiamato in causa solo per conoscenza.
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Collocamento obbligatorio vittime terrorismo: le regole
Il fratello di una vittima di terrorismo richiede il beneficio del collocamento obbligatorio. La Corte di Cassazione nega il diritto, stabilendo che per il collocamento obbligatorio vittime terrorismo sono necessari requisiti rigorosi. Il superstite deve fornire prova formale, tramite certificazioni, sia della convivenza che della dipendenza economica dalla vittima al momento dell'evento, escludendo valutazioni basate su situazioni di fatto o presunzioni.
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Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio
Un Comune aveva impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in materia di ICI contro una società contribuente. In pendenza di giudizio, le parti hanno raggiunto una transazione e il Comune ha effettuato una formale rinuncia al ricorso, accettata dalla società. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, disponendo la compensazione delle spese di lite e escludendo l'obbligo di versare un ulteriore contributo unificato a carico del rinunciante.
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Prescrizione volo: omessa pronuncia del giudice
Una società di gestione reclami ottiene la condanna di una compagnia aerea per un ritardo del volo. La compagnia aveva sollevato l'eccezione di prescrizione del diritto al risarcimento, ma il giudice d'appello non l'ha esaminata. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza per omessa pronuncia, stabilendo che il giudice deve valutare tutte le difese proposte. Il caso evidenzia l'importanza di affrontare ogni eccezione, come la prescrizione volo, per una decisione valida.
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Compensazione spese legali: giusti motivi e Cassazione
Una debitrice si oppone a un'esecuzione forzata. La Corte d'Appello, pur riducendo leggermente la somma da restituirle, dispone la totale compensazione delle spese legali per entrambi i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso della debitrice, confermando che la compensazione spese legali è legittima se basata su 'giusti motivi' esplicitamente indicati, come la sopravvenienza di un giudicato esterno che ha risolto la questione, anche in assenza di una sconfitta reciproca tra le parti.
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Cessione del credito passeggero: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una compagnia aerea contro una società specializzata nel recupero crediti per risarcimenti da ritardo aereo. Il caso verteva sulla validità della cessione del credito da parte dei passeggeri. La Corte ha respinto i motivi del ricorso, che miravano a riqualificare il contratto come mandato all'incasso, a contestarne la natura finanziaria e a far valere una clausola di incedibilità, confermando così la decisione di merito favorevole alla società cessionaria. La sentenza sottolinea l'impossibilità di sollevare in Cassazione questioni di fatto o nuove eccezioni.
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Legittimazione attiva TFR: il diritto del lavoratore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6048/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla legittimazione attiva TFR. In caso di fallimento del datore di lavoro, il lavoratore ha il diritto di agire direttamente per recuperare le quote di TFR destinate a un fondo di previdenza complementare ma non versate. La Corte ha chiarito che il "conferimento" del TFR al fondo va interpretato come una delegazione di pagamento, non come una cessione del credito. Di conseguenza, la titolarità del diritto resta in capo al lavoratore, salvo prova contraria di una specifica cessione del credito.
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TFR fondo pensione: a chi spetta il credito?
Un lavoratore si oppone al rigetto della sua richiesta di ammissione al passivo fallimentare per le quote di TFR non versate al fondo pensione dal datore di lavoro. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6047/2024, accoglie il ricorso. Viene stabilito che il conferimento del TFR al fondo pensione costituisce, di regola, una delegazione di pagamento e non una cessione del credito. Di conseguenza, in caso di fallimento del datore di lavoro, la legittimazione a richiedere le somme non versate spetta al lavoratore, non al fondo.
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Diritto di difesa: morte avvocato, rinvio del processo
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio di un processo tributario a causa del decesso dell'unico difensore di una delle parti. La Corte ha stabilito che tale evento lede il diritto di difesa e l'integrità del contraddittorio, rendendo necessario concedere alla parte il tempo per nominare un nuovo legale, anche se la notizia del decesso non è emersa dalle notifiche formali.
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Lavoro subordinato: quando si applica a professionisti?
Un collaboratore tecnico ha citato in giudizio un architetto per ottenere il riconoscimento del suo rapporto come lavoro subordinato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La sentenza chiarisce che, per le prestazioni intellettuali, la prova della subordinazione richiede la dimostrazione di un effettivo potere direttivo del datore di lavoro, non essendo sufficiente una semplice collaborazione continuativa. La Corte ha inoltre validato la legittimità della nomina di un giudice ausiliario come relatore nel processo d'appello.
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Indennità di fine rapporto: prevale la legge
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6037/2024, ha rigettato il ricorso di un agente di commercio che richiedeva un'indennità di fine rapporto calcolata secondo gli Accordi Economici Collettivi (AEC). La Corte ha stabilito che, in assenza di un'adesione formale della società preponente a tali accordi e di un chiaro rinvio nel contratto individuale, la disciplina applicabile è quella prevista dalla legge, ovvero l'art. 1751 del codice civile. La decisione conferma che l'interpretazione del contratto spetta al giudice di merito e che la normativa legale prevale quando i patti individuali o collettivi non sono direttamente vincolanti per le parti.
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