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Giurisprudenza Civile

Responsabilità del progettista: la Cassazione decide
Una società committente ha citato in giudizio il proprio architetto, direttore dei lavori, per ottenere il risarcimento dei danni derivanti da vizi in un'opera di ristrutturazione. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno respinto la domanda, basandosi sulle conclusioni di una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) che attribuiva i difetti alla 'natura dei materiali' e a 'soluzioni costruttive' non imputabili al professionista. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile e infondato il ricorso della società, confermando la decisione d'appello e chiarendo i limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione delle prove e sulla cosiddetta 'doppia conforme'. La responsabilità del progettista è stata quindi esclusa.
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Successione universale: estinzione e liquidazione
Gli eredi di una creditrice cercavano di riscuotere un debito da un istituto bancario, sostenendo che quest'ultimo fosse subentrato a una cassa di credito agrario estinta tramite una successione universale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'estinzione della cassa, avvenuta tramite decreto ministeriale e seguita da una procedura di liquidazione, è un processo giuridicamente distinto e incompatibile con una fusione per incorporazione. Di conseguenza, non si è verificata alcuna successione universale e la banca non è tenuta a rispondere dei debiti della cassa estinta.
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Errore di fatto revocatorio: quando si applica?
Una condomina contesta una decisione della Corte Suprema, sostenendo un errore di fatto revocatorio in merito a una delibera sulla manutenzione di un giardino. La Corte respinge il ricorso, chiarendo che una valutazione giuridica errata o un disaccordo sui fatti costituisce un errore di diritto, non un errore di fatto revocabile. La decisione sottolinea i rigidi limiti di questo rimedio straordinario.
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Trattamento economico: diritti dei dipendenti pubblici
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una dipendente trasferita da un ente pubblico soppresso a un Ministero. L'ordinanza chiarisce che, in presenza di una legge speciale, la tutela del trattamento economico non si estende automaticamente al riconoscimento dell'anzianità di servizio per la progressione di carriera, ma si limita a conservare le voci retributive fisse e continuative godute in precedenza. La Corte ha accolto il ricorso del Ministero, annullando la precedente decisione che riconosceva l'anzianità.
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Rimborso spese: quando spetta per uso auto propria?
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un autista a ricevere il rimborso spese per l'uso della propria auto per raggiungere una sede di lavoro diversa da quella pattuita. La Corte ha stabilito che un accordo aziendale che prevede un compenso forfettario, trattato fiscalmente come straordinario, non può sostituire il diritto al rimborso chilometrico previsto dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL), poiché tale compenso non ha natura risarcitoria delle spese sostenute.
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Licenziamento collettivo: illegittima la scelta locale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1803/2024, ha confermato l'illegittimità di un licenziamento collettivo in cui l'azienda aveva limitato la platea dei lavoratori da licenziare a una sola sede. La Corte ha stabilito che la scelta deve riguardare l'intero complesso aziendale, a meno che non sussistano ragioni tecnico-produttive oggettive e specifiche, che l'azienda ha l'onere di provare. La violazione di questo principio costituisce un vizio sostanziale che comporta la reintegrazione del lavoratore.
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Patrocinio Avvocatura Stato: appello inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente di riscossione per mancato rispetto delle norme sul patrocinio Avvocatura dello Stato. La Corte ha stabilito che l'ente deve essere difeso dall'Avvocatura dello Stato nei giudizi di legittimità, salvo eccezioni documentate, che nel caso di specie mancavano. Anche i ricorsi incidentali proposti da una società di autonoleggio e da un comune sono stati dichiarati inammissibili per gravi vizi procedurali, confermando l'importanza del rigore formale nelle impugnazioni.
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Rimborso spese mezzo proprio: spetta sempre?
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un autista a ricevere il rimborso spese per l'uso del mezzo proprio per recarsi in una sede di lavoro diversa da quella contrattuale. Secondo la Corte, un accordo sindacale aziendale che prevede un compenso forfettario, trattato fiscalmente come straordinario, non può sostituire l'indennità specifica prevista dal CCNL per l'uso del veicolo personale nell'interesse dell'azienda.
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Contestazione specifica: onere del datore di lavoro
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un datore di lavoro al pagamento di differenze retributive e TFR. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del datore, il quale non aveva fornito una contestazione specifica riguardo alle deduzioni per assenze operate sulla busta paga della lavoratrice. La sentenza ribadisce che la valutazione sulla specificità della contestazione spetta al giudice di merito e che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un nuovo esame dei fatti.
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Valutazione prove testimoni: i limiti del giudice
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda contro la condanna al pagamento di straordinari a una ex dipendente. La decisione ribadisce che la valutazione delle prove testimoni è di esclusiva competenza del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, specialmente in presenza di una "doppia conforme", ovvero due sentenze di grado inferiore con la stessa conclusione.
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Contributo unificato: quando non è dovuto il raddoppio
La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste un errore materiale da correggere in una sentenza che non aveva disposto il raddoppio del contributo unificato. Sebbene i motivi del ricorso fossero stati respinti, l'accoglimento di una doglianza relativa all'applicazione della 'lex mitior' ha impedito di qualificare l'impugnazione come 'integralmente rigettata', presupposto necessario per l'applicazione della sanzione processuale.
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Patto di non concorrenza: limiti e validità
Un ex manager contesta la validità del suo patto di non concorrenza, ritenendolo eccessivamente ampio. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che l'interpretazione delle clausole contrattuali spetta al giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, se non per palesi vizi logici o giuridici. La Corte ha quindi confermato la violazione del patto di non concorrenza da parte del lavoratore e il suo obbligo di restituire il compenso ricevuto.
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Diritto di superficie: prescrizione e rigetto domande
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che rigettava la domanda di un proprietario per violazione delle distanze e del diritto di veduta. La Corte ha stabilito che la pretesa si fondava su un diritto di superficie, estintosi per prescrizione ventennale a causa del mancato esercizio, rendendo così infondate tutte le relative doglianze.
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Licenziamento collettivo: pool di lavoratori limitato
Una società di consulenza tecnologica ha effettuato un licenziamento collettivo limitando la selezione dei dipendenti alla sola sede di una città, escludendo personale con professionalità comparabili di altre sedi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1844/2024, ha respinto il ricorso dell'azienda, confermando l'illegittimità del licenziamento. È stato ribadito il principio secondo cui, nel licenziamento collettivo, la platea dei lavoratori da considerare deve estendersi all'intero complesso aziendale, a meno che non sussistano comprovate e specifiche esigenze tecnico-produttive che giustifichino una limitazione, onere probatorio non assolto dall'azienda. Di conseguenza, è stata confermata la tutela reintegratoria per il lavoratore.
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Licenziamento collettivo: la scelta dei lavoratori
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1824/2024, ha confermato l'illegittimità di un licenziamento collettivo in cui un'azienda aveva ingiustificatamente limitato la platea dei lavoratori da licenziare a una sola sede. La Corte ha stabilito che, in presenza di professionalità fungibili tra diverse sedi, l'azienda è tenuta a estendere la comparazione a tutto il personale con mansioni simili, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica. La violazione di questo principio non è un vizio formale, ma sostanziale, e comporta la tutela reintegratoria per il lavoratore. Il ricorso dell'azienda è stato quindi rigettato.
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Azione revocatoria: il deposito esclude il danno?
Un professionista agisce con azione revocatoria contro una donazione fatta dal suo debitore ai figli. La Cassazione respinge il ricorso, confermando che il deposito di una somma a garanzia del credito, pur se successivo, fa venir meno il presupposto del danno (eventus damni), rendendo l'azione infondata.
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Litisconsorte necessario: chi citare in giudizio
Una società di autonoleggio, cessionaria del credito di un cliente, ha agito con risarcimento diretto contro una compagnia assicurativa. La Cassazione, prima di decidere nel merito, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per verificare la corretta costituzione del contraddittorio, sottolineando che il responsabile del sinistro è un litisconsorte necessario e deve obbligatoriamente partecipare al giudizio.
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Sanzioni amministrative: notifica e prescrizione
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di sanzioni amministrative per l'indebita percezione di fondi agricoli europei. La Corte ha rigettato il ricorso principale, confermando che il termine di prescrizione per la contestazione decorre non dall'inizio delle indagini penali, ma dal momento in cui l'autorità giudiziaria autorizza l'uso degli atti. È stata inoltre confermata la validità della notifica dell'atto a un familiare, anche se non convivente. L'esistenza delle opere finanziate non esclude l'illecito se provato il meccanismo fraudolento basato su fatture false e movimentazioni finanziarie fittizie.
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Riconoscimento usucapione: il valore della scrittura
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1760/2024, ha chiarito la natura e il valore probatorio di una scrittura privata nel contesto di una causa per il riconoscimento usucapione. La Corte ha stabilito che un accordo in cui una parte riconosce il possesso ventennale altrui non costituisce il titolo d'acquisto, ma una dichiarazione di scienza con forte valore probatorio. Ha inoltre confermato che l'azione di usucapione va proposta solo contro chi risulta proprietario al momento della domanda, escludendo la necessità di un litisconsorzio verso altri soggetti firmatari del precedente accordo.
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Compenso medici SISS: no all’incentivo obbligatorio
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di oltre 200 medici di medicina generale che richiedevano il pagamento di un incentivo per l'utilizzo del Sistema Informativo Socio-Sanitario (SISS). La Corte ha stabilito che, una volta resa obbligatoria per legge l'adesione al sistema, il precedente compenso medici SISS, di natura volontaria e incentivante, non è più dovuto. La nuova disciplina, che prevedeva sanzioni per l'inadempimento, è stata ritenuta incompatibile con il mantenimento di un premio. La sentenza chiarisce anche i criteri per la liquidazione delle spese legali in caso di cause con pluralità di parti.
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