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Giurisprudenza Civile

Avvocato stabilito: contratto nullo senza requisiti
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità del contratto d'opera professionale stipulato con un avvocato stabilito qualificato in Spagna. La decisione si fonda sulla violazione di norme imperative, quali l'uso ingannevole del titolo professionale italiano anziché quello di origine e la mancanza di un valido accordo d'intesa con un legale italiano. Di conseguenza, è stato negato al professionista il diritto al compenso per l'attività svolta.
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Ricorso inammissibile: l’onere di trascrizione atti
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società di autoriparazioni contro una compagnia assicurativa. La decisione evidenzia come il mancato rispetto dell'onere di trascrivere integralmente gli atti e i documenti su cui si fonda l'impugnazione renda il ricorso inammissibile, impedendo alla Corte di esaminare il merito della controversia relativa al risarcimento dei danni da sinistro stradale. La sentenza sottolinea il rigore formale richiesto nel giudizio di legittimità.
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Credito in prededuzione: la vendita non cambia tutto
Un ente comunale ha richiesto il riconoscimento di un credito in prededuzione per spese di bonifica ambientale su un immobile di una società fallita, sostenendo che la successiva vendita del bene giustificasse tale priorità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la vendita non costituisce un "fatto nuovo" capace di modificare la natura di un credito già parzialmente ammesso in via chirografaria, riaffermando così la stabilità delle decisioni prese all'interno della procedura fallimentare (giudicato endofallimentare).
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Giurisdizione amministrativa per esproprio incompiuto
La Corte di Cassazione ha stabilito che spetta alla giurisdizione amministrativa decidere sulle richieste di risarcimento danni e restituzione per un'occupazione di terreno da parte della Pubblica Amministrazione, seguita da trasformazione irreversibile, anche quando il procedimento non si è concluso con un decreto di esproprio. La Corte ha chiarito che, se l'attività dannosa è comunque riconducibile all'esercizio, seppur viziato, di un potere pubblico (come una dichiarazione di pubblica utilità), la competenza non è del giudice ordinario. La decisione si fonda sull'evoluzione normativa e giurisprudenziale che attribuisce al giudice amministrativo le controversie relative ai comportamenti della P.A. legati a una funzione pubblica.
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Ricorso inammissibile: motivi e autosufficienza
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un legale per il riconoscimento dei suoi compensi professionali nell'ambito di un fallimento. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di ricorso, sulla mancata contestazione della reale ratio decidendi della sentenza impugnata e, soprattutto, sul difetto di autosufficienza, un principio fondamentale per l'ammissibilità del ricorso in Cassazione.
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Maggiorazione figurativa: no al computo nel privato
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26755/2025, ha stabilito che la maggiorazione figurativa per il servizio prestato in Aeronautica militare non può essere computata nella posizione assicurativa costituita presso l'INPS. La Suprema Corte ha chiarito che, in caso di passaggio dal regime speciale a quello generale senza aver maturato il diritto a pensione, si considera solo il "servizio effettivo" e non quello "utile", che include gli aumenti convenzionali. Questa interpretazione, avallata anche dalla Corte Costituzionale, bilancia la tutela previdenziale con la sostenibilità del sistema.
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Ammissione al passivo: no sospensione per causa pendente
La Corte di Cassazione ha stabilito che la procedura di ammissione al passivo fallimentare è esclusiva e non può essere sospesa in attesa dell'esito di un giudizio ordinario pendente sullo stesso credito. Un istituto di credito aveva richiesto l'ammissione di un credito derivante da un saldo di conto corrente, che era già oggetto di una causa separata. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che l'accertamento dei crediti verso un fallimento deve avvenire unicamente in sede concorsuale e che l'ammissione con riserva non è applicabile in questi casi.
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Rinuncia ricorso Cassazione: niente raddoppio contributo
Una società in amministrazione straordinaria presenta ricorso in Cassazione, ma successivamente deposita un'istanza di rinuncia a seguito di una transazione con la controparte. La Corte di Cassazione dichiara estinto il giudizio e chiarisce che la rinuncia al ricorso non comporta il raddoppio del contributo unificato. Questa sanzione, infatti, è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità e non può essere estesa per analogia.
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Rinvio udienza per accordo: la decisione della Cassazione
In una controversia tra una società sanitaria e un ente sanitario locale per un credito di oltre due milioni di euro, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Accogliendo una richiesta congiunta delle parti, la Corte ha disposto il rinvio d'udienza per accordo, al fine di consentire loro di finalizzare una transazione. La decisione sottolinea l'importanza di favorire soluzioni concordate, anche nelle fasi finali del giudizio, tenendo conto della complessità della causa e dello stato avanzato delle trattative.
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Revocatoria affitto azienda: immobile venduto all’asta
La Corte di Cassazione conferma l'inefficacia di un contratto di affitto di ramo d'azienda nell'ambito di una procedura fallimentare. La sentenza chiarisce che la successiva vendita forzata dell'immobile in cui l'attività era esercitata non estingue l'interesse del fallimento all'azione revocatoria, poiché l'oggetto del contendere è l'azienda (il complesso dei beni organizzati) e non il singolo bene immobile. Si tratta di un caso di revocatoria affitto azienda per pagamento con mezzi anomali.
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Indennità supplementare: non è soggetta a contributi
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità supplementare, corrisposta a un dirigente a seguito di licenziamento ingiustificato, non rientra nella base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali. La sentenza chiarisce che tale somma ha una natura puramente risarcitoria e sanzionatoria nei confronti del datore di lavoro, e non costituisce un corrispettivo per l'attività lavorativa. Pertanto, la pretesa dell'ente previdenziale di assoggettare a contribuzione tale indennità è stata respinta, confermando la decisione della Corte d'Appello.
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Notifica appello PEC: sanabile il vizio di forma
Una coppia impugna una sentenza che ha dichiarato inefficace il loro fondo patrimoniale. La Corte d'Appello dichiara l'appello improcedibile per un vizio nella notifica appello PEC. La Cassazione annulla la decisione, affermando che il mancato deposito delle ricevute telematiche è un vizio di forma sanabile, non un'improcedibilità, se la controparte si costituisce in giudizio, sanando il difetto.
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Ordinanza Sindacale: Quando il Giudice non Disapplica
Un Comune ha citato in giudizio alcuni proprietari terrieri per recuperare i costi di messa in sicurezza di un'area a rischio frana, a seguito della loro inerzia di fronte a un'ordinanza sindacale. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice ordinario non può disapplicare tale ordinanza, poiché essa costituisce il fondamento giuridico diretto della richiesta di rimborso del Comune. La via corretta per contestare l'atto era l'impugnazione davanti al giudice amministrativo.
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Rinuncia al ricorso: no al contributo unificato doppio
Un creditore aveva impugnato in Cassazione il rigetto della sua opposizione allo stato passivo fallimentare. A seguito di una transazione, il creditore ha effettuato una rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte ha dichiarato estinto il giudizio, chiarendo un importante principio: la rinuncia al ricorso non comporta il pagamento del doppio del contributo unificato, poiché tale misura sanzionatoria si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Risarcimento occupazione illegittima: la data del valore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26742/2025, chiarisce i criteri per il calcolo del risarcimento occupazione illegittima di un terreno da parte della Pubblica Amministrazione. La sentenza ribadisce che, in assenza di un decreto di esproprio, l'occupazione costituisce un illecito permanente. Il diritto al risarcimento per la perdita della proprietà sorge con la domanda giudiziale del privato, che equivale a una rinuncia al bene. Di conseguenza, il valore dell'immobile deve essere determinato con riferimento a tale data e non a quella della trasformazione del fondo. La Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari, confermando la correttezza della decisione d'appello.
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Compensazione spese legali: la decisione della Corte
Un cittadino cita in giudizio un Ministero per un'ipoteca iscritta erroneamente. Dopo un complesso iter giudiziario, la Corte di Cassazione interviene per stabilire i corretti criteri di liquidazione e compensazione spese legali. La Corte chiarisce che, quando l'oggetto del contendere si riduce alla sola quantificazione delle spese, il valore della causa per calcolare i compensi deve essere adeguato a tale importo e non al valore originario della controversia, cassando la sentenza precedente per errata applicazione dei parametri forensi.
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Azione revocatoria: prova del prezzo e sproporzione
La Corte di Cassazione conferma la revoca di un atto di trasferimento immobiliare e della relativa garanzia finanziaria. L'operazione, avvenuta a un prezzo notevolmente inferiore al valore di mercato e pagata con titoli di credito di dubbia esistenza, è stata considerata lesiva per i creditori. La sentenza chiarisce che la mancata prova del pagamento costituisce un elemento chiave per dimostrare la sproporzione delle prestazioni, giustificando l'applicazione dell'azione revocatoria fallimentare.
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Prescrizione fideiussione: stop alla decorrenza
La Corte di Cassazione ha stabilito che la domanda di ammissione al passivo del creditore nella liquidazione coatta amministrativa del debitore principale interrompe la prescrizione fideiussione. Tale interruzione ha un effetto permanente, che si estende al garante (fideiussore) e dura fino alla chiusura della procedura concorsuale. La Corte ha rigettato il ricorso del fideiussore, il quale sosteneva che il credito fosse prescritto, confermando la validità della richiesta di pagamento della banca.
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Eccezione revocatoria fallimentare: quando si applica?
Una società in procedura fallimentare ha citato in giudizio una compagnia di navigazione per revocare alcuni pagamenti relativi a un contratto di noleggio marittimo. La compagnia si è difesa invocando una norma del diritto dell'Unione Europea (Reg. CE 1346/2000) che esclude la revocatoria se la legge applicabile al contratto (in questo caso, il diritto inglese) non la consente. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa specifica **eccezione revocatoria fallimentare** è un'eccezione in senso stretto, ovvero una difesa che deve essere sollevata dalla parte interessata entro i rigidi termini processuali iniziali, e non in un momento successivo. Avendola proposta tardivamente, la difesa della compagnia di navigazione è stata respinta.
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Rinuncia al ricorso: niente contributo raddoppiato
Una società fallita ha presentato ricorso in Cassazione contro il rigetto della sua opposizione allo stato passivo di un'altra società. Prima della decisione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando alla rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio, specificando che in caso di rinuncia non si applica il raddoppio del contributo unificato, poiché tale misura ha natura sanzionatoria e si applica solo nei casi tassativi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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