LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Opzione regime pensionistico: la scelta è irrevocabile

Una lavoratrice del pubblico impiego, dopo aver esercitato l’opzione per mantenere il suo regime pensionistico originario al momento del passaggio a un nuovo ente, ha richiesto la revoca di tale scelta dopo il pensionamento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l’opzione per il regime pensionistico, una volta esercitata, è da considerarsi irrevocabile e non può essere modificata successivamente, soprattutto dopo la cessazione dal servizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

L’opzione per il regime pensionistico: una scelta definitiva

L’opzione regime pensionistico rappresenta una facoltà cruciale per i dipendenti pubblici che transitano tra diverse amministrazioni. Questa scelta permette di decidere se mantenere il sistema previdenziale di provenienza o aderire a quello dell’ente di destinazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia: tale scelta, una volta esercitata, è irrevocabile. Analizziamo la vicenda per comprendere le ragioni giuridiche e le implicazioni pratiche di questa decisione.

I Fatti del Caso: La Scelta Iniziale e la Richiesta di Modifica

Una dipendente pubblica, nel 1999, era transitata dall’amministrazione scolastica all’ente nazionale di previdenza sociale. In quell’occasione, la legge le consentiva di scegliere se mantenere il trattamento pensionistico dell’amministrazione di provenienza. La lavoratrice esercitò questo diritto di opzione, decidendo di conservare il suo regime pensionistico originario.

Molti anni dopo, nel 2012, maturati i requisiti per la pensione di anzianità, andò in quiescenza e l’assegno le fu liquidato secondo il regime prescelto. Successivamente, la pensionata presentò una domanda all’ente previdenziale per ottenere la riliquidazione della pensione secondo i parametri del regime dell’ente di destinazione, sostenendo che la sua opzione iniziale potesse essere revocata. La sua richiesta venne respinta sia in primo grado che in appello.

L’importanza dell’opzione regime pensionistico secondo i Giudici

La Corte d’Appello aveva già stabilito che l’opzione esercitata nel 1999 era stata legittima, in quanto prevista da norme all’epoca vigenti e mai abrogate. Secondo i giudici di merito, la normativa specifica (DPR n. 104/93) qualificava esplicitamente la domanda di opzione come presentabile “una sola volta ed irrevocabilmente”. Pertanto, una volta acquisito il trattamento di quiescenza sulla base di quella scelta, non era più possibile revocarla per passare a un diverso regime.

La lavoratrice, nel suo ricorso in Cassazione, ha sostenuto che le norme successive avessero implicitamente abrogato il diritto di opzione e che, in ogni caso, la sua scelta non fosse irrevocabile, non essendo ancora decorso il termine triennale previsto da altre norme per la modifica dei provvedimenti pensionistici.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Irrevocabilità della Scelta

La Suprema Corte ha dichiarato i motivi del ricorso infondati, confermando integralmente la decisione d’appello. I giudici hanno chiarito che il diritto di opzione regime pensionistico esercitato dalla ricorrente era pienamente valido ed efficace. La normativa di riferimento, in particolare l’art. 7, comma 2, del DPR n. 104/93, è inequivocabile nel sancire che la domanda di opzione può essere presentata “una sola volta ed irrevocabilmente”.

La Corte ha inoltre specificato che nessuna normativa successiva, incluso il D.Lgs. n. 80/98 citato dalla ricorrente, aveva abrogato, né espressamente né implicitamente, tale facoltà. L’esercizio di tale diritto, avvenuto legittimamente, ha prodotto effetti giuridici stabili e non modificabili.

Infine, è stata ritenuta irrilevante una comunicazione interna dell’ente previdenziale del 2014, che suggeriva una diversa interpretazione della normativa, in quanto un atto interno non può avere efficacia esterna e, soprattutto, non può invalidare una scelta legittimamente compiuta oltre dieci anni prima. La richiesta di modifica, presentata dopo la cessazione dal servizio e il conseguimento della pensione, non poteva conciliarsi con l’esercizio di un diritto irrevocabile e con una posizione giuridica ormai consolidata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione rafforza il principio di certezza del diritto e di auto-responsabilità nelle scelte dei lavoratori. L’opzione regime pensionistico è una decisione con conseguenze a lungo termine che deve essere ponderata con attenzione. Una volta effettuata, essa cristallizza la posizione previdenziale del dipendente. Questa ordinanza serve da monito: non è possibile, dopo anni e soprattutto dopo il pensionamento, tentare di modificare una scelta strategica come quella del regime pensionistico, basandosi su riconsiderazioni successive o su presunte modifiche normative che non hanno mai avuto l’effetto di annullare i diritti già esercitati.

È possibile revocare l’opzione per un determinato regime pensionistico dopo averla esercitata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa di riferimento stabilisce che la domanda di opzione può essere presentata “una sola volta ed irrevocabilmente”. Una volta compiuta la scelta, questa non può essere modificata.

La normativa successiva può rendere nulla un’opzione pensionistica validamente esercitata in passato?
No, la Corte ha chiarito che una normativa sopravvenuta non ha abrogato il diritto di opzione esercitato in precedenza. La scelta, legittimamente effettuata sotto il vigore della legge che la consentiva, rimane valida e produce i suoi effetti.

Si può chiedere la modifica del proprio regime pensionistico dopo essere andati in pensione?
No, la sentenza conferma che la richiesta di cambiare il regime pensionistico non può essere accolta dopo che il lavoratore è cessato dal servizio e ha già ottenuto la liquidazione della pensione sulla base della scelta irrevocabile precedentemente effettuata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati