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Opposizione precetto: sospesa esecuzione eccessiva

Un terzo pignorato, che aveva dichiarato un debito di circa 90.000 euro in una procedura esecutiva, ha proposto opposizione a un atto di precetto per un importo quasi triplo. Il Tribunale ha accolto l’istanza di sospensione parziale, affermando che l’obbligo del terzo è limitato a quanto dichiarato in quella specifica procedura. La decisione chiarisce che il creditore non può pretendere somme basate su dichiarazioni rese in altri e distinti procedimenti. La sospensione è stata quindi concessa per l’importo eccedente la dichiarazione originaria.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione Precetto: Quando il Terzo Pignorato Può Chiedere la Sospensione

L’opposizione precetto rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare i diritti del debitore, ma anche del terzo coinvolto in una procedura esecutiva. Una recente ordinanza del Tribunale di Roma offre un chiaro esempio di come questo strumento possa essere utilizzato efficacemente da un terzo pignorato per contestare una richiesta di pagamento eccessiva da parte di un creditore. Il caso analizzato dimostra un principio cardine: l’obbligo del terzo è strettamente limitato a quanto dichiarato nella specifica procedura esecutiva.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Pagamento Eccessiva

La vicenda trae origine da un pignoramento presso terzi. Un creditore, forte di un’ordinanza di assegnazione, notificava un atto di precetto a un Istituto, in qualità di terzo pignorato, per un importo di oltre 269.000 euro. L’Istituto, tuttavia, decideva di proporre opposizione all’esecuzione, sostenendo che il proprio debito verso il debitore originario, dichiarato in quella specifica procedura, ammontava a soli 90.057,00 euro.

La discrepanza nasceva dal fatto che il creditore procedente basava la sua pretesa su una diversa e successiva dichiarazione che l’Istituto aveva reso in un’altra procedura esecutiva, promossa da un altro creditore, per un importo ben più elevato. L’Istituto si trovava quindi di fronte a una richiesta di pagamento quasi tripla rispetto al debito che aveva riconosciuto nella procedura pertinente.

L’Opposizione Precetto e la Decisione del Tribunale

Di fronte a questa situazione, l’Istituto ha correttamente utilizzato lo strumento dell’opposizione precetto ai sensi dell’art. 615 c.p.c., chiedendo la sospensione dell’efficacia esecutiva del titolo per la parte eccedente il debito effettivamente dichiarato. Il Tribunale ha accolto parzialmente l’istanza, ritenendo fondate le ragioni dell’opponente.

Il giudice ha sottolineato che, sebbene il rimedio tipico per contestare un’ordinanza di assegnazione basata su una dichiarazione erronea sia l’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.), l’opposizione all’esecuzione è ugualmente ammissibile quando si contesta il diritto stesso del creditore a procedere per un importo non dovuto.

Le Motivazioni: Il Limite della Dichiarazione del Terzo

Il cuore della decisione risiede in un principio fondamentale della procedura esecutiva: l’obbligo del terzo pignorato è circoscritto al contenuto della dichiarazione resa in relazione alla specifica procedura cui si riferisce. Il Tribunale ha stabilito che l’ordinanza di assegnazione, e di conseguenza l’atto di precetto su di essa basato, non possono estendere i loro effetti oltre il debito accertato in quel contesto.

Il fatto che il terzo pignorato avesse dichiarato un debito maggiore in un’altra e distinta procedura non autorizzava il creditore della prima a pretendere tale somma. Ogni procedura esecutiva è autonoma e l’obbligo del terzo si cristallizza con la dichiarazione resa in ciascuna di esse. Pertanto, la pretesa del creditore per l’importo eccedente i 90.057,00 euro è stata considerata priva di fondamento, almeno in sede di valutazione sommaria. Il giudice ha ravvisato sia la verosimiglianza delle doglianze del debitore (fumus boni iuris) sia i gravi motivi per la sospensione (periculum in mora), legati al rischio di un pagamento indebito da parte di un ente di rilevanza pubblica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un’importante tutela per i terzi pignorati. Essi non possono essere costretti a pagare somme superiori a quelle dichiarate in una specifica procedura, anche se sono debitori di importi maggiori nei confronti del debitore esecutato per altre ragioni o in altri contesti. L’opposizione precetto si conferma uno strumento efficace per bloccare tentativi di esecuzione per importi non dovuti. La decisione del Tribunale ha quindi disposto la sospensione parziale del titolo esecutivo, limitando l’azione del creditore alla sola somma effettivamente riconosciuta dall’Istituto in quella procedura, ovvero 90.057,00 euro.

Cosa può fare un terzo pignorato se riceve un atto di precetto per un importo superiore a quello che ha dichiarato?
Può proporre un’opposizione all’esecuzione ai sensi dell’art. 615 c.p.c. per contestare il diritto del creditore a procedere per la somma eccedente e chiedere al giudice di sospendere l’efficacia esecutiva del titolo per la parte non dovuta.

La dichiarazione resa da un terzo in una procedura esecutiva ha valore anche per altre procedure contro lo stesso debitore?
No. Secondo la decisione analizzata, l’obbligo del terzo pignorato è limitato al contenuto della dichiarazione resa nella specifica procedura a cui si riferisce. Una dichiarazione fatta in un altro procedimento non può essere utilizzata da un creditore in una procedura diversa.

Perché il giudice ha sospeso l’esecuzione solo in parte?
La sospensione è stata parziale perché l’opposizione contestava solo l’importo eccedente la somma di 90.057,00 euro. Il diritto del creditore di procedere all’esecuzione fino a tale importo, che corrispondeva a quanto il terzo aveva dichiarato di dovere in quella specifica procedura, non è stato messo in discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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