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Onnicomprensività retribuzione: no extra per ore in più

Un dirigente medico ha lavorato ore in più a causa di un errato calcolo del suo debito orario da parte dell’azienda sanitaria. La Corte di Cassazione, applicando il principio di onnicomprensività della retribuzione, ha negato il diritto a un compenso aggiuntivo. La retribuzione del dirigente medico è considerata forfettaria e non legata alle ore lavorate. Tuttavia, resta aperta la possibilità per il medico di chiedere un risarcimento per eventuali danni alla salute, ma con un’azione legale separata e specifica.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Onnicomprensività Retribuzione: Quando le Ore in Più del Medico non Vanno Pagate

Il principio di onnicomprensività della retribuzione per i dirigenti medici torna al centro di una recente ordinanza della Corte di Cassazione. La vicenda riguarda un medico che si è visto costretto a lavorare ore in più a causa di un errore di calcolo dell’azienda sanitaria. Nonostante la Corte d’Appello gli avesse dato ragione, la Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il lavoro eccedente non dà diritto a un compenso extra. Vediamo perché.

I Fatti di Causa: Un Errore di Calcolo con Grandi Conseguenze

Un dirigente medico ha citato in giudizio l’azienda sanitaria presso cui lavorava, contestando il sistema di calcolo del cosiddetto “debito orario”. L’azienda, infatti, calcolava le giornate di assenza (ferie, permessi, malattia) come se fossero di 6 ore, mentre le giornate di lavoro effettivo erano di 6 ore e 20 minuti, per un totale di 38 ore settimanali.

Questa differenza di 20 minuti al giorno generava un debito orario fittizio che il medico era costretto a recuperare svolgendo lavoro supplementare per raggiungere le 38 ore settimanali. Di conseguenza, il medico ha chiesto il pagamento delle differenze retributive per il lavoro extra svolto nel periodo tra il 2013 e il 2017.

Inizialmente il Tribunale aveva rigettato la domanda, interpretandola come una richiesta di pagamento per lavoro straordinario. La Corte d’Appello, invece, ha riformato la decisione, condannando l’azienda sanitaria al pagamento di oltre 4.000 euro, riconoscendo l’illegittimità del calcolo e il diritto del medico a essere compensato per il sacrificio non riconosciuto.

L’Onnicomprensività della Retribuzione nella Decisione della Cassazione

L’azienda sanitaria ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su un unico, decisivo motivo: la violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione previsto dal contratto collettivo nazionale per la dirigenza medica. Secondo l’azienda, questo principio impedisce di riconoscere qualsiasi remunerazione aggiuntiva per orario di lavoro eccedente quello contrattualmente previsto.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio di diritto fondamentale e ribaltando l’esito della controversia. La sentenza di secondo grado è stata cassata e la domanda originaria del medico è stata definitivamente respinta.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha chiarito che la retribuzione del dirigente medico è stabilita su base mensile e non oraria. Questo la rende “onnicomprensiva”, ovvero un compenso forfettario che copre tutte le prestazioni rese, indipendentemente dal tempo effettivo impiegato. Di conseguenza, il dirigente medico non può pretendere un compenso aggiuntivo per il lavoro eccedente l’orario contrattuale, anche se tale surplus è stato causato da un errore di calcolo dell’azienda.

La Corte ha specificato che la richiesta del medico era finalizzata a ottenere differenze retributive, non un risarcimento del danno. Sebbene il lavoro eccessivo possa causare un pregiudizio alla salute, alla vita sociale o al diritto al riposo del lavoratore, tale danno deve essere specificamente allegato e provato in un’azione legale diversa, finalizzata al risarcimento ai sensi dell’art. 2087 del codice civile. Nel caso di specie, l’azione era unicamente volta al pagamento delle ore extra, una pretesa incompatibile con la natura onnicomprensiva dello stipendio dirigenziale.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione traccia una linea netta tra pretese retributive e tutele risarcitorie. Per i dirigenti medici, il principio di onnicomprensività della retribuzione esclude la possibilità di monetizzare le ore lavorate in più. La tutela contro l’eccessivo carico di lavoro non si trova in un compenso economico aggiuntivo, ma in un’eventuale azione di risarcimento del danno psico-fisico. Per ottenere tale risarcimento, il lavoratore deve però dimostrare concretamente il pregiudizio subito, allegando prove specifiche del danno alla salute, alla personalità o al riposo, anche tramite presunzioni semplici.

Un dirigente medico ha diritto a un compenso extra per le ore di lavoro eccedenti l’orario contrattuale, se queste derivano da un errore di calcolo del datore di lavoro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la retribuzione del dirigente medico è onnicomprensiva, stabilita su base mensile e non oraria. Pertanto, non ha diritto a un compenso aggiuntivo per il lavoro eccedente, anche se causato da un errore di calcolo dell’azienda.

Cosa significa “onnicomprensività della retribuzione” per un dirigente medico?
Significa che lo stipendio mensile copre tutte le prestazioni lavorative fornite, indipendentemente dal tempo effettivo impiegato. Non è previsto un pagamento basato sulle ore, e somme ulteriori possono essere riconosciute solo se specificamente previste dalla contrattazione collettiva.

Se il dirigente medico non può essere pagato per le ore extra, rimane senza tutele?
No. Il dirigente può agire in giudizio per il risarcimento del danno se dimostra che il lavoro eccessivo ha causato un pregiudizio concreto alla sua salute, alla personalità morale o al diritto al riposo. Questa, però, è un’azione risarcitoria e non retributiva, che richiede allegazioni e prove specifiche del danno subito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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