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Onnicomprensività Retribuzione: No extra per il medico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30849/2024, ha stabilito che un dirigente medico non ha diritto a compensi extra per le ore di lavoro supplementari derivanti da un errore di calcolo del datore di lavoro. In base al principio di onnicomprensività della retribuzione, lo stipendio mensile copre tutte le prestazioni rese. L’unica via percorribile per il lavoratore è la richiesta di risarcimento per eventuali danni alla salute o da stress, che devono però essere specificamente provati.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Onnicomprensività Retribuzione: Niente Extra per il Medico anche se l’Azienda Sbaglia i Calcoli

Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale nel rapporto di lavoro della dirigenza medica: l’onnicomprensività della retribuzione. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno chiarito che un dirigente medico non può richiedere un compenso aggiuntivo per le ore di lavoro prestate in più a causa di un errore di calcolo del datore di lavoro. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Errore di Calcolo Costato Ore di Lavoro

Un dirigente medico in servizio presso un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) si è rivolto al Tribunale per denunciare un sistema di calcolo errato del suo debito orario. L’Azienda, infatti, nei giorni di assenza del medico (ferie, permessi, malattia), considerava una giornata lavorativa di 6 ore, anziché di 6 ore e 20 minuti, come invece accadeva per i giorni di effettiva presenza in servizio. Questa differenza di 20 minuti al giorno generava un debito orario fittizio che il medico era costretto a recuperare svolgendo lavoro “supplementare” per raggiungere le 38 ore settimanali contrattuali.

Il medico ha quindi richiesto la condanna dell’ASL al pagamento delle differenze retributive per il lavoro extra svolto in un arco temporale di oltre cinque anni.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al dirigente medico. I giudici di merito hanno riconosciuto l’illegittimità del sistema di calcolo adottato dall’ASL, considerandolo un’imposizione unilaterale di un aumento della prestazione lavorativa senza alcun compenso. Di conseguenza, hanno condannato l’Azienda Sanitaria a pagare le differenze retributive accumulate.

La Svolta in Cassazione e l’Onnicomprensività della Retribuzione

L’ASL ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su un unico, decisivo motivo: la violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione previsto per la dirigenza medica. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente l’esito del giudizio.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Cassazione ha chiarito che la retribuzione del dirigente medico è stabilita su base mensile e non oraria. Questo stipendio è “onnicomprensivo”, ovvero include la remunerazione per tutte le prestazioni rese dal medico nell’ambito del suo incarico, senza che il suo ammontare sia legato al tempo effettivo dedicato al lavoro.

Secondo la Corte, anche se il lavoro eccedente è derivato da un palese errore di calcolo dell’azienda, ciò non dà automaticamente diritto a un compenso extra. L’azione legale intrapresa dal medico era un’azione di “esatto adempimento”, finalizzata a ottenere il pagamento di ore che riteneva non coperte dallo stipendio. Tuttavia, proprio a causa del principio di onnicomprensività, tale richiesta non può essere accolta.

La Corte ha specificato che la tutela per il lavoratore in questi casi esiste, ma deve essere cercata su un altro piano: quello del risarcimento del danno. Se il carico di lavoro eccessivo avesse causato un pregiudizio concreto alla salute, alla personalità morale o al diritto al riposo del medico, quest’ultimo avrebbe potuto agire in giudizio per ottenere un risarcimento. Tale azione, però, richiede di allegare e provare specificamente il danno subito (ad esempio, stress psico-fisico, burnout), cosa che nel caso di specie non era stata fatta, essendosi il medico limitato a chiedere il pagamento delle ore in più.

Conclusioni: Quali Tutele per il Dirigente Medico?

La decisione della Cassazione traccia una linea netta: il lavoro extra svolto da un dirigente medico, anche se imposto da un errore del datore di lavoro, non si traduce in un diritto a un compenso aggiuntivo. Lo stipendio è fisso e copre l’intera attività. La porta resta però aperta ad altre forme di tutela. Il medico che subisce un carico di lavoro esorbitante può far valere la responsabilità del datore di lavoro chiedendo il risarcimento dei danni non patrimoniali (biologici, morali, esistenziali) subiti, a condizione di fornire una prova rigorosa del pregiudizio patito. Questa sentenza, quindi, non nega la tutela, ma la indirizza verso il corretto strumento processuale.

Un dirigente medico ha diritto al pagamento delle ore di lavoro extra derivanti da un errore di calcolo del datore di lavoro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, in virtù del principio di onnicomprensività della retribuzione, lo stipendio mensile del dirigente medico copre già tutte le prestazioni lavorative, anche quelle eccedenti l’orario standard a causa di errori altrui.

Cosa significa esattamente il principio di ‘onnicomprensività della retribuzione’ per i medici?
Significa che il loro stipendio è stabilito su base mensile e non oraria. È considerato un compenso forfettario per tutte le attività svolte nell’ambito dell’incarico, indipendentemente dal numero di ore effettivamente lavorate. Non è previsto un pagamento automatico per il lavoro straordinario.

Quali tutele ha un medico se è costretto a lavorare ore in più in modo sistematico?
Pur non potendo chiedere il pagamento delle singole ore extra, il medico può agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno. Per farlo, deve dimostrare di aver subito un pregiudizio concreto alla sua salute (es. stress, burnout) o alla sua vita personale e familiare a causa dell’eccessivo carico di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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