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Obbligo iscrizione Cassa: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’iscrizione a un albo professionale comporta l’obbligo di iscrizione alla Cassa di previdenza di categoria e il versamento dei contributi minimi. Questa regola vale anche se il professionista è pensionato o iscritto ad altra forma di previdenza. La presunzione di esercizio dell’attività professionale, derivante dall’iscrizione all’albo, può essere superata solo seguendo le specifiche procedure previste dalla Cassa stessa, come la presentazione di un’autocertificazione di mancato esercizio.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Obbligo Iscrizione Cassa: Anche i Pensionati Devono Pagare se Iscritti all’Albo

L’iscrizione a un albo professionale comporta automaticamente l’obbligo di iscrizione alla Cassa di previdenza di categoria? E se il professionista è già pensionato o svolge un’altra attività con copertura INPS, è comunque tenuto a versare i contributi? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e netta, consolidando un principio fondamentale per tutti i liberi professionisti.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di pagamento di contributi previdenziali avanzata dalla Cassa di Previdenza dei Geometri nei confronti degli eredi di un professionista. Il geometra, pur mantenendo l’iscrizione all’albo professionale, era andato in pensione nel 1993 dopo un rapporto di lavoro dipendente con un ente comunale e sosteneva di non aver più esercitato la libera professione, neppure occasionalmente.

La Corte d’Appello, in funzione di giudice del rinvio, aveva dato ragione agli eredi, ritenendo non dovuto il contributo per l’anno 2015. La corte territoriale aveva basato la sua decisione su una normativa risalente (la legge n. 773/1982) che rendeva facoltativa l’iscrizione alla Cassa per chi fosse già iscritto ad altre forme di previdenza obbligatoria. La Cassa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione dei principi di diritto già espressi dalla stessa Suprema Corte in una precedente pronuncia relativa al medesimo caso.

L’Obbligo di Iscrizione alla Cassa secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Cassa di previdenza, cassando la sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda su un principio consolidato e ribadito con forza: l’iscrizione all’albo professionale è condizione sufficiente a determinare l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa di previdenza e del conseguente pagamento della contribuzione minima.

Secondo la Suprema Corte, sono irrilevanti sia la natura occasionale dell’esercizio della professione sia la mancata produzione di reddito. Il carattere obbligatorio dell’iscrizione, inoltre, non viene meno neanche nel caso in cui il professionista sia già titolare di pensione o iscritto ad un’altra gestione previdenziale, come l’INPS.

La Presunzione di Esercizio Professionale

Un punto centrale della decisione riguarda la presunzione di esercizio dell’attività professionale. Lo Statuto della Cassa, legittimamente approvato, stabilisce che l’iscrizione all’albo fa presumere l’esercizio della professione. Per vincere questa presunzione, non è sufficiente una semplice affermazione di inattività. Il professionista deve seguire una procedura specifica stabilita dalla Cassa stessa.

Nel caso di specie, le delibere della Cassa prevedevano l’obbligo di presentare un’apposita autocertificazione per dichiarare di non esercitare l’attività professionale. Poiché il professionista non aveva mai presentato tale dichiarazione, la presunzione non era stata superata, e l’obbligo contributivo rimaneva pienamente valido.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando come la Corte d’Appello abbia commesso un errore di diritto, ignorando i principi fissati nella precedente ordinanza di rinvio. La Suprema Corte ha chiarito che, a seguito delle riforme del sistema pensionistico (in particolare la legge n. 335/1995), si è affermato il principio generale secondo cui a ogni attività lavorativa deve corrispondere una specifica copertura assicurativa. Di conseguenza, la vecchia normativa che prevedeva la facoltatività dell’iscrizione (L. 773/1982) deve considerarsi superata.

La Corte ha inoltre riaffermato la piena legittimità delle norme statutarie e regolamentari della Cassa, che stabiliscono le condizioni per derogare alla presunzione di attività professionale. Tali norme, che prevedono la presentazione di un’autocertificazione, sono state ritenute uno strumento idoneo a consentire alla Cassa di effettuare i necessari controlli sulle attività svolte e sui redditi prodotti dai propri iscritti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti i professionisti iscritti a un albo. La sentenza stabilisce in modo inequivocabile che:
1. L’iscrizione all’albo crea un obbligo contributivo: La sola iscrizione è sufficiente per obbligare al versamento dei contributi minimi alla Cassa di categoria.
2. La pensione o altra copertura non esonera: Essere pensionati o avere un’altra posizione previdenziale non è una causa di esonero automatico.
3. La prova di inattività è a carico del professionista: Per evitare il pagamento, il professionista deve attivarsi e dimostrare il mancato esercizio dell’attività professionale, seguendo le procedure specifiche previste dalla propria Cassa di previdenza (es. invio di autocertificazione).

In conclusione, i professionisti che intendono cessare la propria attività, pur mantenendo l’iscrizione all’albo, devono informarsi scrupolosamente presso la propria Cassa di previdenza sulle modalità corrette per comunicare la propria inattività ed evitare così future richieste di pagamento.

L’iscrizione all’albo professionale obbliga al versamento dei contributi alla Cassa di previdenza di categoria?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’iscrizione all’albo professionale è una condizione sufficiente per far sorgere l’obbligo di iscrizione alla Cassa di categoria e, di conseguenza, l’obbligo di versare la contribuzione minima prevista.

Essere pensionato o iscritto ad un’altra gestione previdenziale esonera dal pagamento dei contributi alla Cassa professionale?
No, la condizione di pensionato o di essere iscritto ad un’altra forma di previdenza obbligatoria (come l’INPS) non è di per sé sufficiente a escludere l’obbligo di contribuzione alla Cassa professionale, finché il professionista mantiene l’iscrizione al relativo albo.

Come può un professionista iscritto all’albo dimostrare di non esercitare l’attività per evitare di pagare i contributi?
Per superare la presunzione di esercizio dell’attività professionale derivante dall’iscrizione all’albo, il professionista deve seguire le specifiche procedure stabilite dalla propria Cassa. Tipicamente, questo richiede la presentazione di una formale autocertificazione in cui si dichiara di non esercitare l’attività professionale, secondo le modalità e le condizioni previste dai regolamenti della Cassa stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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