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Obbligo comunicazione NASpI per attività preesistente

Una beneficiaria dell’indennità di disoccupazione NASpI non aveva comunicato all’ente previdenziale i redditi derivanti da un’attività di lavoro autonomo preesistente alla richiesta del sussidio. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34056/2024, ha stabilito che l’obbligo di comunicazione NASpI sussiste anche per le attività lavorative già in essere, e non solo per quelle avviate durante il periodo di fruizione del beneficio. La mancata comunicazione entro i termini previsti comporta la decadenza dal diritto all’indennità. La Corte ha chiarito che il fattore determinante è la contemporaneità tra la percezione del sussidio e lo svolgimento dell’attività lavorativa, indipendentemente da quando quest’ultima sia iniziata.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Obbligo comunicazione NASpI: vale anche per attività di lavoro autonomo preesistenti

L’indennità di disoccupazione NASpI rappresenta un sostegno fondamentale per chi perde il lavoro, ma la sua percezione è legata a precisi doveri informativi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: l’obbligo comunicazione NASpI dei redditi da lavoro autonomo non riguarda solo le nuove attività, ma anche quelle già esistenti prima della richiesta del sussidio. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue importanti implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di una lavoratrice di ottenere l’indennità NASpI. L’ente previdenziale si opponeva, eccependo la decadenza dal beneficio a causa della mancata comunicazione, da parte della lavoratrice, dei redditi presunti derivanti dalla sua partecipazione come socia in una società di persone, un’attività lavorativa già in essere prima della fine del suo rapporto di lavoro dipendente.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla lavoratrice, sostenendo che la norma sulla decadenza (art. 11 del d.lgs. n. 22/2015) si applicasse solo in caso di avvio di una nuova attività di lavoro autonomo durante il periodo di percezione della NASpI, e non per quelle preesistenti.

L’ente previdenziale, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Obbligo Comunicazione NASpI e Lavoro Preesistente

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione degli articoli 10 e 11 del d.lgs. n. 22/2015. La questione è la seguente: la decadenza per omessa comunicazione dei redditi si applica solo a chi ‘intraprende’ un’attività autonoma dopo aver iniziato a ricevere la NASpI, o anche a chi, già titolare di un’attività, continua a svolgerla durante il periodo di disoccupazione?

Le corti di merito avevano adottato una lettura restrittiva, legando la sanzione della decadenza all’avvio di una ‘nuova attività’. La Corte di Cassazione, invece, è stata chiamata a stabilire se questa interpretazione fosse corretta o se la ratio della norma fosse più ampia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza d’appello e fornendo un’interpretazione chiara e rigorosa della normativa. Secondo gli Ermellini, il tenore letterale dell’art. 10 non richiede necessariamente una ‘nuova attività’ successiva all’inizio della percezione della NASpI. La norma fa un generico riferimento al fatto che si ‘intraprenda un’attività lavorativa autonoma’ durante il periodo di godimento della NASpI.

La Corte ha specificato che il termine ‘intraprendere’ deve essere inteso non solo come ‘iniziare’, ma nel senso più ampio di ‘svolgere’. Il fattore decisivo è la contemporaneità tra la percezione del trattamento di disoccupazione e lo svolgimento dell’attività lavorativa che produce reddito. L’obbligo comunicazione NASpI scatta perché la prestazione sociale è incompatibile (o parzialmente compatibile, a seconda del reddito) con un’altra fonte di guadagno.

Questa lettura, prosegue la Corte, non è un’applicazione analogica vietata per norme eccezionali, ma una corretta esegesi del testo. A supporto di questa interpretazione, viene richiamato in via sistematica l’art. 9 dello stesso decreto, che disciplina il caso di un rapporto di lavoro part-time preesistente, per il quale è esplicitamente previsto l’obbligo di comunicare il reddito. Sarebbe irragionevole, quindi, prevedere un trattamento diverso e più favorevole per il lavoro autonomo preesistente.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha stabilito il seguente principio di diritto: l’obbligo di comunicazione del reddito presunto da lavoro autonomo, previsto a pena di decadenza dalla NASpI, sussiste anche nel caso in cui l’attività lavorativa fosse preesistente alla domanda di accesso all’indennità e prosegua durante il suo godimento.

Le implicazioni pratiche di questa decisione sono significative per tutti i percettori di NASpI:
1. Comunicazione Obbligatoria: Chiunque svolga un’attività di lavoro autonomo o d’impresa, anche se avviata anni prima, deve comunicare all’ente previdenziale il reddito annuo presunto.
2. Decorrenza dei Termini: Se l’attività è preesistente, il termine di un mese per effettuare la comunicazione decorre dalla data di presentazione della domanda di NASpI.
3. Rischio di Decadenza: L’omissione di questa comunicazione comporta la perdita totale del diritto all’indennità di disoccupazione.

Questa sentenza sottolinea l’importanza della trasparenza e della correttezza nei rapporti con gli enti previdenziali, ribadendo che il sostegno al reddito è condizionato al rispetto di precisi oneri informativi volti a verificare la persistenza dello stato di bisogno del beneficiario.

L’obbligo di comunicare all’ente previdenziale i redditi da lavoro autonomo per chi percepisce la NASpI riguarda solo le nuove attività?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di comunicazione, e il conseguente rischio di decadenza dal beneficio, si applica anche alle attività di lavoro autonomo o d’impresa che erano già in corso prima dell’inizio della percezione della NASpI.

Da quando decorre il termine per comunicare i redditi se l’attività lavorativa era preesistente alla domanda di NASpI?
Secondo l’interpretazione della Corte, in caso di attività preesistente, il termine di un mese per la comunicazione dei redditi presunti decorre dalla data di presentazione della domanda di NASpI.

Cosa succede se non si comunica il reddito da lavoro autonomo mentre si percepisce la NASpI?
L’omessa comunicazione dei redditi presunti da lavoro autonomo entro i termini di legge comporta la decadenza dal diritto a percepire l’indennità NASpI, come previsto dall’art. 11, lettera c), del d.lgs. n. 22/2015.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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