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Obblighi di comunicazione Inarcassa: il dovere esiste

La Corte di Cassazione chiarisce che gli obblighi di comunicazione Inarcassa per ingegneri e architetti iscritti all’albo professionale sono inderogabili, anche in assenza totale di reddito professionale. L’ordinanza in esame ha ribaltato una decisione di merito, affermando che l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale, anche se negativa, è un dovere autonomo e sanzionabile, funzionale ai controlli dell’ente previdenziale.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Obblighi di comunicazione Inarcassa: la dichiarazione è sempre dovuta

Gli obblighi di comunicazione Inarcassa rappresentano un dovere fondamentale per ogni ingegnere e architetto iscritto all’Albo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la dichiarazione annuale dei redditi e del volume d’affari deve essere presentata anche in totale assenza di reddito professionale. Questa decisione chiarisce che l’obbligo dichiarativo è autonomo rispetto a quello contributivo e la sua omissione può comportare sanzioni.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dall’opposizione di un professionista a una cartella di pagamento emessa dalla Cassa di previdenza. La richiesta riguardava il contributo integrativo per un’annualità specifica e le sanzioni per l’omessa presentazione delle dichiarazioni reddituali per diversi anni. Il professionista sosteneva di non essere tenuto a tali adempimenti, poiché non aveva esercitato la professione con continuità e non aveva prodotto alcun reddito professionale nel periodo contestato.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, ritenendo che, in assenza dei presupposti per l’iscrizione obbligatoria alla Cassa (come la continuità professionale e la produzione di reddito), venissero meno anche i conseguenti obblighi dichiarativi. La Cassa di previdenza, tuttavia, ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione.

L’importanza degli obblighi di comunicazione Inarcassa

Il nodo della questione era stabilire se l’iscrizione all’Albo professionale comporti di per sé l’obbligo di effettuare le comunicazioni annuali alla Cassa, a prescindere dall’effettivo esercizio dell’attività e dalla produzione di un reddito. Secondo la Cassa, la normativa (in particolare la Legge n. 6/1981) impone a tutti gli iscritti all’Albo di comunicare il proprio reddito e volume d’affari, anche se pari a zero. Questa comunicazione è un adempimento funzionale all’attività di controllo e accertamento dell’ente previdenziale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Cassa, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici hanno affermato che l’obbligo di comunicazione previsto dalla legge ha una natura autonoma rispetto all’obbligo contributivo. Anche se il professionista non ha generato reddito, e quindi non deve versare contributi, rimane comunque tenuto a presentare la dichiarazione annuale.

La Corte ha richiamato un suo precedente (Cass. n. 265/2008), sottolineando che il potere sanzionatorio dell’ente previdenziale non riguarda solo l’omissione dei versamenti, ma si estende anche a condotte “prodromiche”, come appunto l’omessa comunicazione dei dati reddituali. Tale comunicazione, anche se negativa, è essenziale per permettere alla Cassa di verificare la posizione di ogni iscritto all’Albo. In conclusione, l’iscrizione all’Albo è il presupposto sufficiente per far scattare l’obbligo dichiarativo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di grande importanza pratica per tutti gli ingegneri e architetti. L’iscrizione all’Albo professionale non è un atto formale privo di conseguenze, ma comporta una serie di doveri, tra cui quello di dialogare costantemente con la propria cassa di previdenza. Gli obblighi di comunicazione Inarcassa non sono subordinati alla produzione di reddito. Ogni iscritto, ogni anno, deve presentare la propria dichiarazione, anche se “a zero”, per non incorrere in sanzioni. La sentenza rinforza il ruolo di vigilanza e controllo degli enti previdenziali privatizzati e ricorda ai professionisti la necessità di adempiere a tutti gli obblighi formali connessi al proprio status.

Un ingegnere o architetto iscritto all’Albo deve presentare la dichiarazione a Inarcassa anche se non ha prodotto reddito professionale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di comunicazione sussiste per il solo fatto di essere iscritti all’Albo professionale, indipendentemente dall’effettivo esercizio dell’attività o dalla produzione di reddito. La dichiarazione va presentata anche se negativa.

L’omessa dichiarazione è sanzionabile anche se non c’è un debito contributivo?
Sì. Secondo la Corte, il potere sanzionatorio dell’ente previdenziale si estende anche alle inadempienze meramente comunicative, come l’omessa dichiarazione dei redditi, poiché queste condotte sono funzionali agli accertamenti della cassa e rappresentano un obbligo autonomo.

Qual è il fondamento normativo di questo obbligo di comunicazione?
L’obbligo deriva principalmente dall’art. 16 della Legge n. 6/1981, che disciplina la previdenza per ingegneri e architetti. Questa norma impone all’iscritto all’Albo di comunicare il proprio reddito, e la giurisprudenza ha chiarito che tale dovere non viene meno in assenza di reddito professionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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