LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Nullità contratto pubblico: no assunzione senza concorso

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità dei contratti di collaborazione a progetto stipulati con una società a totale partecipazione pubblica, a causa della mancata esecuzione di una procedura di selezione concorsuale. Questa decisione sottolinea che la nullità del contratto pubblico impedisce la sua conversione in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, riaffermando il principio fondamentale dell’accesso meritocratico agli impieghi in ambito pubblico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Nullità Contratto Pubblico: Assunzione Senza Concorso? La Cassazione Dice No

L’assunzione presso società a partecipazione pubblica è un tema delicato, al crocevia tra diritto privato del lavoro e principi pubblicistici. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un punto fermo: l’obbligo di procedure selettive non è un mero formalismo. La sua violazione comporta la nullità del contratto pubblico, impedendo la sua conversione in un rapporto a tempo indeterminato, anche quando le mansioni svolte sono di natura subordinata. Analizziamo questa importante decisione.

Il Caso: Contratti a Progetto e la Richiesta di Conversione

Una lavoratrice aveva stipulato una serie di contratti di collaborazione a progetto con una società “in house”, interamente partecipata da un ente pubblico. Sostenendo l’assenza di un progetto specifico, come richiesto dalla legge per questa tipologia contrattuale, la lavoratrice ha agito in giudizio per ottenere il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, con tutte le tutele conseguenti, inclusa la reintegrazione nel posto di lavoro.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto la sua richiesta. Pur riconoscendo la fondatezza della censura sulla mancanza di un progetto definito, il giudice aveva dichiarato la nullità dei contratti originari per un motivo pregiudiziale: la società, essendo a totale partecipazione pubblica, avrebbe dovuto reclutare il personale tramite procedure concorsuali o selettive, cosa che non era avvenuta. Questa omissione, secondo la Corte territoriale, rendeva i contratti nulli fin dall’inizio, bloccando qualsiasi possibilità di conversione.

La Questione sulla Nullità del Contratto Pubblico

La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la normativa dell’epoca (art. 18 del D.L. 112/2008) non prevedeva espressamente la sanzione della nullità per l’assunzione senza concorso. A suo avviso, l’unica conseguenza applicabile doveva essere quella prevista dalla disciplina privatistica dei contratti a progetto, ovvero la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato.

La Suprema Corte ha però rigettato il ricorso, allineandosi a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato e fornendo importanti chiarimenti sul bilanciamento tra le norme di diritto del lavoro e i principi che governano l’azione della pubblica amministrazione e delle sue emanazioni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha stabilito che i principi espressi nella sua giurisprudenza sono chiari e inequivocabili. Ecco i punti salienti del ragionamento seguito:

1. Obbligo di Concorso per le Società “In House”: La normativa applicabile ratione temporis (l’art. 18 del D.L. 112/2008) ha esteso alle società a partecipazione pubblica, come quella in questione, gli obblighi di reclutamento tramite procedure concorsuali e selettive tipici delle pubbliche amministrazioni. Questo obbligo non è derogabile e risponde a principi costituzionali di imparzialità, trasparenza e buon andamento.

2. Nullità Virtuale per Violazione di Norme Imperative: L’omissione di tali procedure selettive costituisce una violazione di norme imperative. Di conseguenza, il contratto di lavoro stipulato in violazione di questo obbligo è affetto da “nullità virtuale” ai sensi dell’art. 1418, comma 1, del codice civile. Questa nullità opera anche se non espressamente prevista dalla singola norma violata. La Corte ha precisato che questa conseguenza era già desumibile dai principi generali, ancor prima che venisse esplicitata dal D.Lgs. n. 175 del 2016 (Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica).

3. La Nullità Prevale sulla Conversione: La conseguenza principale è che la nullità del contratto originario impedisce l’applicazione della sanzione della “conversione” in un rapporto a tempo indeterminato. Le norme che tutelano l’interesse pubblico a un reclutamento trasparente e meritocratico prevalgono sulle tutele individuali previste per il lavoro privato. In sostanza, non si può “convertire” in un rapporto valido un contratto che è nullo fin dalla sua origine per violazione di principi fondamentali dell’ordinamento pubblico.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione conferma un principio di rigore fondamentale: chi lavora per società controllate dalla pubblica amministrazione non può aggirare le regole di accesso pubbliche. La tutela del lavoratore in questi casi non può spingersi fino alla costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, poiché ciò si tradurrebbe in un’elusione dei principi costituzionali di accesso agli impieghi pubblici tramite concorso.

Per i lavoratori, questo significa che l’unica tutela possibile in caso di prestazioni rese sulla base di un contratto nullo è quella di natura risarcitoria, ma non la stabilizzazione del rapporto. Per le società a partecipazione pubblica, la sentenza è un monito a seguire scrupolosamente le procedure di selezione pubblica, la cui violazione espone non solo a contenziosi, ma anche a responsabilità erariale per i dirigenti.

Un contratto di collaborazione con una società pubblica può essere convertito in un rapporto a tempo indeterminato se manca il progetto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se il contratto è stato stipulato senza una procedura di selezione pubblica (concorso), è nullo dall’origine. Questa nullità impedisce la sua conversione in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, anche se il progetto specifico era assente.

Perché un contratto di lavoro con una società pubblica è nullo se non c’è stato un concorso?
Perché le società a totale partecipazione pubblica sono tenute a rispettare le norme imperative che impongono il reclutamento del personale tramite procedure concorsuali o selettive. La violazione di queste norme, che tutelano l’interesse pubblico alla trasparenza e al merito, determina la cosiddetta ‘nullità virtuale’ del contratto ai sensi dell’art. 1418 c.c.

Quale tutela ha il lavoratore se il suo contratto con una società pubblica viene dichiarato nullo?
La sentenza non si sofferma su questo aspetto, ma la giurisprudenza consolidata afferma che il lavoratore non ha diritto alla costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (stabilizzazione). Tuttavia, può avere diritto al risarcimento del danno per le prestazioni lavorative effettivamente svolte, in base ai principi generali dell’ordinamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati