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Nesso causale: veicolo fermo e incidente mortale

La Corte di Appello ha escluso il nesso causale tra un autocarro parcheggiato e un incidente mortale. La manovra improvvisa del conducente deceduto, avvenuta a 40 metri dall’ostacolo, è stata ritenuta ‘immotivata ed inspiegabile’, non essendo stata causata dalla presenza del veicolo fermo. La domanda di risarcimento degli eredi è stata rigettata.

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Pubblicato il 2 maggio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Nesso Causale e Sinistro Stradale: Quando il Veicolo Parcheggiato non è Responsabile

L’accertamento del nesso causale è un elemento cruciale in ogni richiesta di risarcimento per sinistro stradale. Una recente sentenza della Corte di Appello di Lecce offre un’analisi dettagliata su un caso complesso, chiarendo quando la presenza di un veicolo fermo, anche se in posizione irregolare, non può essere considerata la causa giuridica di un incidente mortale. Questo provvedimento sottolinea come la condotta del danneggiato possa interrompere tale legame, escludendo la responsabilità di terzi.

Il Caso: Un Incidente Mortale e una Richiesta di Risarcimento

La vicenda trae origine da un tragico incidente. Gli eredi di un automobilista deceduto convenivano in giudizio il proprietario di un autocarro e la sua compagnia di assicurazioni, chiedendo il risarcimento dei danni subiti iure hereditatis e iure proprio.

La Dinamica secondo i Ricorrenti

Secondo la ricostruzione degli attori, l’autocarro era parcheggiato sul margine destro della carreggiata in una posizione tale da costituire un ostacolo. Per evitarlo, il loro congiunto sarebbe stato costretto a compiere una manovra di emergenza, una brusca sterzata a sinistra, che lo portava a collidere con un muretto, causandogli lesioni che ne avrebbero poi provocato la morte.

La Decisione di Primo Grado

Il Tribunale di Brindisi aveva rigettato la domanda. Il giudice di primo grado, basandosi sulle conclusioni di una consulenza tecnica svolta in un procedimento penale collegato, aveva ritenuto non provata la dinamica descritta. Secondo il consulente, la manovra era assai più verosimilmente causata da un malore del conducente. Inoltre, l’ampiezza della carreggiata (oltre 8 metri) avrebbe consentito un passaggio agevole, dato che l’ingombro dell’autocarro era di appena 1,20 metri.

L’Analisi del Nesso Causale da Parte della Corte d’Appello

Gli eredi proponevano appello, ma la Corte ha confermato la decisione di primo grado, ritenendo infondate le loro censure. L’analisi della Corte si è concentrata sull’assenza di un nesso causale tra la posizione dell’autocarro e l’incidente.

L’Irrilevanza della Posizione del Veicolo

La Corte ha evidenziato come la documentazione in atti (rilievi planimetrici e fotografici) permettesse una ricostruzione puntuale dell’accaduto. Anche il provvedimento di archiviazione del procedimento penale a carico del conducente dell’autocarro aveva stabilito che la posizione del mezzo, pur potendo costituire una violazione al codice della strada, non era stata determinante nella causazione dell’evento mortale.

La Manovra Anomala del Conducente

Il punto decisivo della motivazione risiede nella valutazione della condotta della vittima. È emerso che l’auto aveva iniziato la sua brusca e repentina sterzata a sinistra circa 40 metri prima del punto in cui si trovava l’autocarro. Considerata la velocità del veicolo (circa 50 km/h), tale distanza avrebbe consentito al conducente di arrestare la marcia senza difficoltà (lo spazio di arresto è stato stimato in circa 30 metri) o, in alternativa, di superare l’ostacolo riducendo la velocità, dato l’ampio spazio disponibile sulla carreggiata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Appello conclude che la manovra del defunto è apparsa “immotivata ed inspiegabile“. La distanza dall’ostacolo non giustificava in alcun modo una sterzata così repentina verso sinistra. Di conseguenza, viene a mancare il presupposto fondamentale per il risarcimento: il nesso causale. La condotta del conducente dell’autocarro (il parcheggio) non è stata la causa dell’incidente; l’evento è stato determinato da una reazione anomala e imprevedibile della vittima, che di fatto ha interrotto ogni possibile legame causale con la presenza del mezzo fermo.

Conclusioni: L’Importanza della Prova del Nesso Causale

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della responsabilità civile: non è sufficiente che si verifichi un danno in presenza di una condotta potenzialmente illecita di un terzo. È indispensabile dimostrare, con prove concrete, che quella condotta è stata la causa diretta ed efficiente dell’evento dannoso. Quando, come in questo caso, la dinamica dei fatti rivela che l’incidente è stato provocato da una reazione del tutto sproporzionata e imprevedibile del danneggiato, il nesso causale si interrompe e la richiesta di risarcimento non può trovare accoglimento.

Un veicolo parcheggiato in modo irregolare è sempre responsabile in caso di incidente?
No. La sentenza chiarisce che la semplice irregolarità della sosta non è sufficiente per affermare la responsabilità. È necessario dimostrare il nesso causale, ovvero che quella specifica posizione ha costretto a una manovra che ha poi causato l’incidente.

Come viene valutato il nesso causale in un sinistro stradale?
La Corte ha valutato elementi oggettivi come la distanza tra l’inizio della manovra e l’ostacolo (40 metri), la velocità del veicolo (50 km/h) e l’ampiezza della carreggiata. Ha concluso che il conducente aveva tempo e spazio sufficienti per evitare l’impatto in sicurezza, rendendo la sua manovra “immotivata” e interrompendo il nesso causale.

Cosa succede se la manovra di un conducente che porta a un incidente è ritenuta ‘inspiegabile’?
Se la manovra che causa l’incidente viene giudicata ‘immotivata ed inspiegabile’, come una sterzata brusca avvenuta molto prima di un ostacolo facilmente aggirabile, si interrompe il nesso causale con la condotta di terzi. La responsabilità dell’evento ricade sul conducente stesso, escludendo il diritto al risarcimento per i suoi eredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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