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Mobilità interprovinciale docenti: sì al merito

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero dell’Istruzione, confermando il diritto di due docenti all’inserimento nelle graduatorie di un’altra provincia “a pettine” (secondo punteggio) e non “in coda”. La Corte ha chiarito che la sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011, nel bocciare l’inserimento in coda, ha inteso salvaguardare e non eliminare la mobilità interprovinciale docenti, fondandola sul principio meritocratico.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Mobilità Interprovinciale Docenti: La Cassazione Conferma il Diritto all’Inserimento a Pettine

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha posto fine a una lunga controversia, riaffermando un principio cardine per il mondo della scuola: la mobilità interprovinciale docenti non può avvenire a discapito del merito. La Suprema Corte ha stabilito che i docenti che chiedono di essere inseriti nelle graduatorie di una nuova provincia hanno diritto a essere collocati ‘a pettine’, ovvero secondo il loro effettivo punteggio, e non ‘in coda’.

I Fatti del Caso: Una Battaglia per il Riconoscimento del Merito

La vicenda trae origine dalla richiesta di due docenti di essere inserite, per il biennio 2009/2011, nelle graduatorie permanenti di una nuova provincia. Esse chiedevano il riconoscimento del loro diritto a un inserimento ‘a pettine’, basato sul punteggio accumulato, anziché essere relegate in fondo alla lista (‘in coda’), come prevedeva una normativa poi dichiarata incostituzionale.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello di Napoli avevano dato ragione alle insegnanti, riconoscendo il loro diritto. Il Ministero dell’Istruzione, non accettando la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo una tesi interpretativa restrittiva.

Il Ricorso del Ministero e la questione della mobilità interprovinciale docenti

Il Ministero basava il suo ricorso su due argomenti principali, entrambi incentrati su un’errata interpretazione di una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (la n. 41/2011).

1. Travolgimento dell’intero sistema: Secondo il Ministero, la declaratoria di incostituzionalità dell’inserimento ‘in coda’ avrebbe travolto l’intero meccanismo, inclusa la possibilità stessa di iscriversi in più graduatorie provinciali.
2. Carenza di interesse ad agire: Di conseguenza, le docenti non avrebbero più avuto un interesse giuridicamente tutelato a proseguire l’azione legale, dato il presunto cambiamento del quadro normativo che impediva l’iscrizione multipla.

In sostanza, per il Ministero, la sentenza che doveva tutelare i docenti ne avrebbe, paradossalmente, cancellato il diritto alla mobilità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto entrambi i motivi del ricorso, definendoli infondati. I giudici hanno chiarito la reale portata della sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011. Lungi dal voler demolire il sistema, la pronuncia mirava a sancire e conservare il diritto dei docenti alla mobilità interprovinciale, epurandolo dall’elemento palesemente irragionevole e penalizzante dell’inserimento in coda.

La Suprema Corte ha spiegato che la regola ordinamentale è quella meritocratica. Pertanto, eliminata la norma incostituzionale che imponeva l’inserimento in coda, rivive pienamente il principio generale: chi si sposta in una nuova provincia deve essere inserito in base al proprio punteggio (‘a pettine’). La decisione della Consulta non ha mai inteso negare il diritto alla mobilità, ma piuttosto rafforzarlo su basi eque e meritocratiche, in linea con il principio di libera circolazione delle persone sul territorio nazionale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per il personale scolastico. La mobilità interprovinciale docenti è un diritto che deve essere esercitato nel rispetto del merito. La decisione della Cassazione conferma che non è legittimo penalizzare un insegnante che decide di trasferirsi, relegandolo in fondo a una graduatoria senza tener conto del suo punteggio e della sua professionalità. La sentenza garantisce che il criterio meritocratico sia la bussola per la gestione delle graduatorie, assicurando equità e correttezza nel sistema di reclutamento e assegnazione delle cattedre a livello nazionale.

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011, un docente può ancora iscriversi nelle graduatorie di più province?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che quella sentenza era intesa a preservare il diritto alla mobilità interprovinciale, non a cancellarlo. L’obiettivo era rimuovere solo la penalizzazione dell’inserimento ‘in coda’.

Come deve essere inserito in graduatoria un docente che si trasferisce in una nuova provincia?
Deve essere inserito ‘a pettine’, cioè nella posizione che gli spetta in base al suo effettivo punteggio, in applicazione del principio meritocratico. L’inserimento ‘in coda’ è stato giudicato illegittimo.

La dichiarazione di incostituzionalità dell’inserimento ‘in coda’ ha invalidato tutto il sistema di mobilità?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la declaratoria di incostituzionalità ha colpito unicamente la disposizione che imponeva l’inserimento in fondo alla graduatoria, lasciando intatto il diritto fondamentale dei docenti alla mobilità tra province diverse, da attuarsi secondo criteri di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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