LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Massimale pensionabile spettacolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul calcolo della pensione per i lavoratori dello spettacolo. Confermando il proprio orientamento, ha stabilito che il massimale pensionabile giornaliero si applica anche alla cosiddetta “quota B” della pensione, ossia quella relativa ai contributi versati dopo il 1° gennaio 1993. La Corte ha cassato la decisione della Corte d’Appello che aveva escluso tale limite, ritenendolo ancora vigente e coessenziale alla disciplina di settore. È stata respinta anche l’eccezione di giudicato interno sollevata dal lavoratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Massimale Pensionabile Spettacolo: La Cassazione Conferma i Limiti per la Quota B

L’ordinanza in commento affronta una questione cruciale per i lavoratori del settore dello spettacolo, relativa al calcolo della loro pensione e, in particolare, all’applicazione del massimale pensionabile spettacolo. La Corte di Cassazione, con una decisione che consolida il suo orientamento, ha chiarito che il limite massimo di retribuzione giornaliera utile ai fini pensionistici si applica anche alla cosiddetta “Quota B”, ovvero quella maturata a partire dal 1° gennaio 1993.

I Fatti del Caso: Il Calcolo della Pensione per un Lavoratore dello Spettacolo

Un lavoratore del mondo dello spettacolo aveva ottenuto in primo e in secondo grado una sentenza favorevole che imponeva all’ente previdenziale di ricalcolare i supplementi di pensione senza applicare alla “quota B” il limite massimo di retribuzione giornaliera pensionabile. Secondo la Corte d’Appello, tale limite, previsto da una normativa del 1971, non era più in vigore per la quota di pensione regolata dai nuovi criteri introdotti nel 1997.

Il Ricorso dell’Ente Previdenziale e la Questione del Massimale Pensionabile

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel ritenere abrogata la disciplina del massimale pensionabile. La questione centrale del ricorso era, quindi, stabilire se il tetto alla retribuzione giornaliera pensionabile fosse ancora applicabile o meno alla parte di pensione maturata dopo le riforme degli anni ’90.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Massimale Pensionabile Spettacolo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Prima di entrare nel merito, ha respinto un’eccezione del lavoratore, il quale sosteneva che una parte della sentenza fosse ormai definitiva (il cosiddetto “giudicato interno”). I giudici hanno chiarito che, quando l’impugnazione contesta il criterio di calcolo alla radice, come l’applicazione di un massimale, nessuna parte di quel calcolo può considerarsi definitiva, poiché l’intera questione resta aperta alla discussione.

Le Motivazioni della Sentenza

Nel motivare la propria decisione, la Cassazione ha richiamato numerose sue precedenti pronunce conformi. Ha affermato che il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile, fissato dall’art. 12 del d.P.R. n. 1420/71 e successivamente modificato, non è mai stato abrogato, né espressamente né per incompatibilità, dalle normative successive. Tale limite, secondo la Corte, è “coessenziale” alla disciplina pensionistica dei lavoratori dello spettacolo, la quale, nel suo complesso, risulta ampiamente favorevole per gli iscritti sia per l’entità delle prestazioni che per le condizioni di accesso, rispetto alla generalità dei lavoratori. La fissazione di un tetto contribuisce a bilanciare i diversi interessi di rilievo costituzionale e a garantire la sostenibilità del sistema. La Corte ha anche respinto le obiezioni di incostituzionalità, ricordando che la Corte Costituzionale ha già ritenuto legittimo un certo scostamento tra i contributi versati e le prestazioni erogate, purché sia garantita una certa proporzionalità e non sia compromessa la finalità della tutela previdenziale.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza consolida un principio fondamentale per il calcolo delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo: il massimale di retribuzione giornaliera pensionabile continua ad applicarsi anche alla “quota B”. Di conseguenza, le retribuzioni giornaliere eccedenti tale limite non vengono considerate ai fini del calcolo pensionistico, anche se su di esse sono stati regolarmente versati i contributi. La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio di diritto, provvedendo anche alla liquidazione delle spese legali.

Il limite massimo di retribuzione giornaliera si applica ancora alla “quota B” della pensione dei lavoratori dello spettacolo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il limite massimo previsto dalla normativa originaria (d.P.R. n. 1420/71), come successivamente modificato, è ancora in vigore e si applica per il calcolo della “quota B” della pensione.

Una parte di una sentenza non impugnata diventa automaticamente definitiva (giudicato interno) anche se l’appello contesta il principio di calcolo generale?
No. Secondo la Corte, se l’impugnazione contesta in radice il criterio di calcolo, come l’applicazione di un massimale, non si forma un giudicato interno su aspetti specifici di quel calcolo, perché l’intera questione rimane controversa.

L’applicazione di un massimale pensionabile, che limita l’importo della pensione nonostante siano stati versati contributi su retribuzioni più alte, è costituzionalmente legittima?
Sì. La Corte, richiamando una precedente pronuncia della Corte Costituzionale, ha affermato che tale sistema è legittimo purché venga assicurata una certa proporzionalità e non vengano compromesse le finalità di tutela previdenziale previste dall’art. 38 della Costituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati