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Massimale pensionabile spettacolo: la Cassazione decide

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave per le pensioni dei lavoratori dello spettacolo. Contrariamente a quanto deciso dalla Corte d’Appello, il “massimale pensionabile” giornaliero si applica anche alla “quota B” della pensione, ovvero quella maturata dopo il 31 dicembre 1992. La Suprema Corte ha ritenuto che tale limite non sia stato abrogato dalle riforme successive e rimanga un elemento essenziale per garantire l’equilibrio e la sostenibilità del sistema previdenziale di categoria.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Massimale Pensionabile per Lavoratori dello Spettacolo: La Cassazione Conferma il Limite sulla Quota B

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha posto fine a un’importante controversia riguardante il calcolo delle pensioni per i lavoratori dello spettacolo. La questione centrale era se il massimale pensionabile, un tetto alla retribuzione giornaliera utilizzabile per il calcolo, dovesse applicarsi anche alla cosiddetta “quota B” del trattamento pensionistico. La Suprema Corte ha consolidato il proprio orientamento, affermando la piena vigenza di tale limite.

I Fatti di Causa e la Decisione della Corte d’Appello

Il caso trae origine dalla domanda di un lavoratore del settore dello spettacolo, titolare di una pensione liquidata dall’ente previdenziale. Il calcolo della sua pensione era stato effettuato applicando un limite massimo alla retribuzione giornaliera (il massimale pensionabile) non solo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1992 (“quota A”), ma anche per quelli successivi (“quota B”).

Il lavoratore aveva contestato questa modalità di calcolo, sostenendo che per la “quota B” non dovesse esistere alcun massimale. La Corte d’Appello di Roma gli aveva dato ragione, affermando che la normativa introdotta con il D.Lgs. n. 182 del 1997 aveva creato una disciplina nuova e autosufficiente per il periodo contributivo successivo al 1992, superando di fatto il vecchio limite previsto dal D.P.R. n. 1420 del 1971.

Il Ricorso per Cassazione e il Massimale Pensionabile

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione della Corte d’Appello, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Secondo l’ente, la normativa del 1997 non aveva affatto abrogato il massimale pensionabile, ma si era integrata con la disciplina preesistente. L’esistenza di un massimale contributivo (un tetto ai versamenti) doveva necessariamente corrispondere a un massimale pensionabile (un tetto alla prestazione), al fine di garantire la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico speciale per i lavoratori dello spettacolo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio di diritto ormai consolidato: il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile, previsto dall’art. 12 del D.P.R. n. 1420/1971, continua ad applicarsi anche per la determinazione della “quota B” della pensione. I giudici hanno chiarito che non vi è stata alcuna abrogazione, né espressa né per incompatibilità, di tale norma da parte del D.Lgs. n. 182/1997.

Il ragionamento della Corte si fonda su diversi pilastri:
1. Interpretazione Sistematica: La fissazione di un tetto alla retribuzione pensionabile è considerata “coessenziale” alla disciplina speciale per i lavoratori dello spettacolo. Questo regime, infatti, è complessivamente più favorevole rispetto a quello generale per quanto riguarda l’entità delle prestazioni e le condizioni di accesso. Il massimale serve a bilanciare questi vantaggi, garantendo l’equilibrio del sistema.
2. Sostenibilità Finanziaria: L’eliminazione del massimale pensionabile, a fronte del mantenimento di un massimale imponibile per i contributi, creerebbe uno squilibrio insostenibile. La Corte ha richiamato i principi della legge delega n. 335/1995, che impongono di commisurare le prestazioni pensionistiche agli oneri contributivi sostenuti.
3. Assenza di Abrogazione: Una modifica così radicale come la soppressione del massimale avrebbe richiesto una disposizione normativa esplicita, che invece manca.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha un impatto diretto e significativo sul calcolo delle pensioni per tutti i lavoratori dello spettacolo con anzianità contributiva a cavallo del 1992. La decisione conferma che le retribuzioni giornaliere eccedenti il limite stabilito dalla legge non possono essere considerate nel calcolo della pensione, neanche per gli anni successivi al 1993. Questo principio mira a preservare la stabilità del fondo pensioni di categoria, assicurando che le prestazioni erogate siano proporzionate ai contributi versati e compatibili con le risorse disponibili. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello di Roma, che dovrà ora decidere nuovamente la controversia attenendosi a questo principio di diritto.

Il ‘massimale pensionabile’ previsto per i lavoratori dello spettacolo si applica anche alla ‘quota B’ della pensione?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il limite massimo alla retribuzione giornaliera pensionabile si applica anche alla quota di pensione maturata per i periodi contributivi successivi al 31 dicembre 1992.

La normativa successiva (D.Lgs. 182/1997) ha eliminato questo limite?
No. Secondo la Suprema Corte, la normativa del 1997 non ha abrogato, né espressamente né per incompatibilità, il massimale pensionabile previsto dalla disciplina precedente (D.P.R. n. 1420/1971).

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto ancora valido il massimale pensionabile?
La Corte lo ha ritenuto un elemento coessenziale e indispensabile per garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico speciale dei lavoratori dello spettacolo, che gode di condizioni complessivamente più favorevoli rispetto al regime generale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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