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Massimale pensionabile spettacolo: il limite si applica

Un lavoratore del settore dello spettacolo ha contestato l’applicazione di un tetto retributivo al calcolo della sua pensione (quota B). Dopo decisioni favorevoli nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza. L’ordinanza stabilisce che il massimale pensionabile spettacolo, previsto da una norma del 1971, è ancora in vigore e deve essere applicato, in quanto parte integrante di un sistema previdenziale di favore. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova decisione.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Massimale Pensionabile Spettacolo: La Cassazione Conferma il Limite sulla Quota B

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha posto fine a una controversia di grande rilevanza per i lavoratori del mondo dello spettacolo. La questione centrale riguardava l’applicazione del massimale pensionabile spettacolo alla cosiddetta “quota B” della pensione, ovvero quella maturata a partire dal 1° gennaio 1993. Contrariamente a quanto stabilito nei gradi di merito, la Suprema Corte ha affermato la piena vigenza di tale limite, offrendo un’interpretazione chiara e definitiva della normativa.

Il Caso: Calcolo della Pensione e il Dubbio sul Tetto Retributivo

Un lavoratore del settore dello spettacolo si era rivolto al tribunale per ottenere il ricalcolo della propria pensione. In particolare, sosteneva che la parte della sua pensione maturata dopo il 1° gennaio 1993 (la quota B) dovesse essere calcolata sulla base della sua retribuzione effettiva, anche se questa superava il tetto massimo previsto da una normativa specifica per il settore (d.P.R. n. 1420/1971).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, ritenendo che le normative successive, in particolare il d.lgs. n. 182/1997, avessero implicitamente superato quel limite. L’ente previdenziale, non condividendo tale interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte e il massimale pensionabile spettacolo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa per una nuova decisione. Gli Ermellini hanno stabilito che il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile, previsto dall’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420/1971, non è mai stato abrogato e continua a trovare applicazione anche per il calcolo della quota B.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. I giudici hanno chiarito che le normative successive, tra cui il d.lgs. n. 182/1997, non hanno eliminato il tetto retributivo, né espressamente né per incompatibilità. Al contrario, tale limite è considerato una componente coessenziale della disciplina previdenziale speciale dedicata ai lavoratori dello spettacolo.

Secondo la Cassazione, questo regime speciale è complessivamente più favorevole rispetto a quello generale per la maggior parte dei lavoratori, sia per l’entità delle prestazioni che per le condizioni di accesso. Il massimale pensionabile spettacolo contribuisce a bilanciare i diversi interessi in gioco, garantendo la sostenibilità del sistema. Pertanto, la sua applicazione è necessaria per mantenere l’equilibrio del sistema previdenziale di categoria. Eliminare il tetto solo per la quota B creerebbe una distorsione, applicando un elemento di favore (nessun limite) all’interno di un sistema già di per sé vantaggioso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: nel calcolo della pensione per i lavoratori dello spettacolo, le retribuzioni giornaliere che superano il limite specifico fissato dalla legge non possono essere considerate ai fini della determinazione della quota B. La decisione fornisce certezza giuridica agli operatori del settore e all’ente previdenziale, confermando che le regole speciali devono essere interpretate nel loro complesso, includendo sia i benefici che i limiti previsti. Per i pensionati e i futuri pensionati del settore, ciò significa che il calcolo della loro prestazione dovrà inderogabilmente tenere conto di questo specifico massimale retributivo.

Il massimale di retribuzione giornaliera si applica alla “quota B” della pensione dei lavoratori dello spettacolo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile previsto dall’art. 12, co. 7 del d.P.R. n. 1420/71 si applica anche alla quota di pensione maturata a decorrere dal 1° gennaio 1993.

La normativa successiva (D.Lgs. n. 182/1997) ha abrogato il limite pensionabile previsto dal D.P.R. n. 1420/1971?
No, la Corte ha stabilito che tale limite non è stato abrogato né espressamente né per incompatibilità dalla legislazione successiva, rimanendo pienamente in vigore.

Cosa succede dopo la decisione della Cassazione?
La Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, la quale dovrà riesaminare il caso e decidere nuovamente, attenendosi ai principi di diritto affermati dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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