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Massimale pensionabile: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31749/2024, ha stabilito che il massimale pensionabile giornaliero si applica anche alla “quota B” della pensione per i lavoratori dello spettacolo. Ribaltando la decisione della Corte d’Appello, la Suprema Corte ha affermato che tale limite, previsto da una norma del 1971, non è mai stato abrogato e risulta compatibile con la legislazione successiva. L’ente previdenziale ha quindi visto accolto il proprio ricorso, con la causa rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Massimale Pensionabile: la Cassazione Conferma il Limite per i Lavoratori dello Spettacolo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale per il calcolo delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo, facendo chiarezza sulla perdurante vigenza del cosiddetto massimale pensionabile anche per i contributi versati dopo il 1992. Questa decisione ribalta quanto stabilito nei precedenti gradi di giudizio e consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza per il settore.

I Fatti di Causa: il Ricalcolo della Pensione

Il caso trae origine dalla richiesta di un pensionato, ex iscritto al fondo per i lavoratori dello spettacolo (precedentemente Enpals, ora confluito nell’INPS), di ottenere il ricalcolo della propria pensione. In particolare, il lavoratore contestava l’applicazione di un limite massimo alla retribuzione giornaliera utilizzata per calcolare la cosiddetta “quota B” del suo assegno pensionistico, ovvero la parte maturata con i contributi versati a partire dal 1° gennaio 1993.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al pensionato, ritenendo che il limite massimo, previsto dall’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420/1971, non dovesse più applicarsi per il periodo successivo al 1992. Di conseguenza, l’ente previdenziale era stato condannato a ricalcolare la pensione senza tale tetto. L’ente ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione di legge da parte dei giudici di merito.

L’Applicazione del Massimale Pensionabile secondo la Cassazione

La questione centrale portata all’attenzione della Suprema Corte era se il massimale pensionabile giornaliero fosse ancora in vigore o se dovesse considerarsi implicitamente abrogato dalle riforme successive, in particolare dal d.lgs. n. 182/1997. Il controricorrente, inoltre, aveva eccepito l’inammissibilità del ricorso per la formazione di un “giudicato interno” su alcuni punti della sentenza d’appello.

La Corte di Cassazione ha respinto le eccezioni preliminari e ha accolto nel merito il ricorso dell’ente previdenziale, basando la propria decisione su un orientamento ormai consolidato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che la fissazione di un tetto alla retribuzione giornaliera pensionabile è un elemento coessenziale alla disciplina previdenziale dei lavoratori dello spettacolo. Tale disciplina, nel suo complesso, è storicamente più favorevole rispetto a quella generale per gli altri lavoratori, sia per l’entità delle prestazioni che per le condizioni di accesso.

Secondo gli Ermellini, il limite previsto dalla norma del 1971 non è stato espressamente abrogato da alcuna legge successiva. Inoltre, non risulta incompatibile con le disposizioni del d.lgs. n. 182/1997. Quest’ultimo, infatti, pur avendo modificato alcuni aspetti del sistema, non ha intaccato il principio del massimale. Pertanto, nel calcolo della “quota B” della pensione, la parte di retribuzione giornaliera che eccede tale limite non deve essere presa in considerazione.

La Corte ha anche precisato che non si è formato alcun “giudicato interno” che potesse precludere l’esame del motivo di ricorso. Il giudicato, infatti, non si forma su singole argomentazioni giuridiche, ma sull’intera statuizione che collega un fatto a un effetto giuridico. L’impugnazione di anche un solo elemento di questa sequenza è sufficiente a rimettere in discussione l’intera decisione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza della Corte d’Appello, rinviando la causa ad altra sezione della stessa Corte per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà attenersi al principio di diritto secondo cui il massimale pensionabile di cui all’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420/1971 continua ad applicarsi anche per la determinazione della “quota B” delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo. Questa pronuncia consolida un orientamento univoco, fornendo certezza giuridica su una questione a lungo dibattuta e di notevole impatto economico per gli iscritti al fondo.

Il limite massimo di retribuzione giornaliera si applica alla “quota B” della pensione dei lavoratori dello spettacolo?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il limite massimo di retribuzione giornaliera pensionabile previsto dall’art. 12, comma 7, del d.P.R. n. 1420/1971 si applica anche alla “quota B”, ovvero alla parte di pensione calcolata sui contributi versati a partire dal 1° gennaio 1993.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che questo limite non sia stato abrogato?
La Corte ha stabilito che il limite non è stato abrogato espressamente da leggi successive, né è incompatibile con la normativa più recente (in particolare con il d.lgs. n. 182/1997). Anzi, viene considerato un elemento coessenziale della disciplina previdenziale di settore, che è complessivamente più favorevole rispetto a quella generale.

Cosa succede quando una parte di una sentenza non viene specificamente impugnata? Si forma un “giudicato interno”?
La Corte ha chiarito che il giudicato non si forma su singole affermazioni di diritto, ma sull’unità minima della decisione (fatto, norma, effetto). Pertanto, impugnare anche un solo elemento della sequenza logica con cui il giudice è giunto alla decisione è sufficiente per riaprire la discussione sull’intera statuizione, impedendo la formazione di un “giudicato interno” che precluda l’esame della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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