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Marchio di rinomanza: nome famoso vs. brand di lusso

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un’artista famosa che ha richiesto la registrazione del proprio nome e cognome come marchio per vari prodotti. Una nota casa automobilistica di lusso, titolare di un marchio di rinomanza con lo stesso cognome, si è opposta. La Corte ha annullato la decisione della Commissione dei Ricorsi che aveva concesso la registrazione, stabilendo che la notorietà personale dell’artista non costituisce automaticamente un ‘giusto motivo’ per superare i diritti del titolare del marchio di rinomanza. La Cassazione ha sottolineato la necessità di una valutazione concreta del rischio di confusione e di indebito vantaggio (free-riding), che la Commissione aveva omesso, rinviando il caso per un nuovo esame.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Marchio di Rinomanza e Nome Famoso: La Cassazione Traccia i Confini

Quando un nome famoso entra in conflitto con un brand di lusso consolidato, quali sono i limiti legali? La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio questo delicato equilibrio, chiarendo i criteri di tutela del marchio di rinomanza di fronte alla richiesta di registrazione di un marchio patronimico, appartenente a una persona celebre. La decisione sottolinea che la fama personale non è un passaporto automatico per la registrazione, specialmente quando si rischia di agganciarsi al prestigio di un marchio preesistente.

Il Caso: Un Cognome Conteso tra Automobili e Palcoscenico

La vicenda legale ha origine dalla domanda di una nota artista di registrare come marchio il proprio nome e cognome per una vasta gamma di prodotti, tra cui cosmetici, articoli tecnologici, borse, abbigliamento e servizi di intrattenimento. A questa richiesta si è opposta una celebre casa automobilistica di lusso, titolare di marchi nazionali ed europei basati sullo stesso cognome e dotati di un’indiscussa rinomanza a livello globale.

Inizialmente, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi aveva dato ragione alla casa automobilistica, respingendo la domanda dell’artista. Successivamente, la Commissione dei Ricorsi aveva ribaltato la decisione, ritenendo che la notorietà acquisita dall’artista nel suo campo costituisse un ‘giusto motivo’ per la registrazione, escludendo un indebito vantaggio tratto dalla fama del marchio automobilistico.

L’Analisi della Cassazione sul Marchio di Rinomanza

La casa automobilistica ha quindi impugnato la decisione della Commissione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando diversi errori di diritto. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando la causa alla Commissione per un nuovo esame, sulla base di principi legali molto chiari.

L’Errore sulla Valutazione del Rischio di Confusione

Il primo punto sollevato dalla Cassazione è di natura procedurale ma fondamentale: la Commissione dei Ricorsi aveva completamente omesso di valutare il rischio di confusione per il pubblico, un elemento cruciale previsto dalla legge (art. 12, co. 1, lett. d, c.p.i.). Si era concentrata esclusivamente sulla questione del marchio di rinomanza e del giusto motivo, assorbendo erroneamente una valutazione che invece doveva essere fatta in via preliminare.

L’Errata Interpretazione del ‘Giusto Motivo’

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella scorretta interpretazione del concetto di ‘giusto motivo’. La Commissione aveva ritenuto che la notorietà ‘civile’ del nome dell’artista fosse di per sé sufficiente a giustificare la registrazione. La Suprema Corte ha chiarito che non è così. Un ‘giusto motivo’ richiede un bilanciamento di interessi molto più complesso e deve basarsi su condizioni specifiche, come un uso precedente del segno in buona fede. La mera coincidenza del marchio con un nome divenuto famoso non basta a superare gli impedimenti legati alla tutela di un marchio rinomato preesistente.

Vantaggio Indebito e Tutela Rafforzata del Marchio di Rinomanza

La Corte ha ribadito che la tutela per il marchio di rinomanza è ‘rafforzata’ e mira a prevenire tre tipi di rischio: il parassitismo (o free-riding), la diluizione (indebolimento del carattere distintivo) e il tarnishment (offuscamento della reputazione). La Commissione, nel suo giudizio, non ha condotto un’analisi adeguata per escludere il serio rischio che l’artista potesse trarre un vantaggio indebito, trasferendo l’immagine e le caratteristiche del marchio automobilistico sui propri prodotti. Questa valutazione deve essere concreta e basarsi su elementi come l’intensità della notorietà del marchio anteriore, il grado di somiglianza tra i segni e la prossimità dei prodotti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando i seguenti errori commessi dalla Commissione dei Ricorsi:
1. Omessa pronuncia: Mancata valutazione del rischio di confusione tra i marchi, un motivo di opposizione che doveva essere esaminato.
2. Errata valutazione del vantaggio indebito: La Commissione ha erroneamente escluso il rischio di parassitismo basandosi solo sulla ‘genesi’ della notorietà dell’artista, senza analizzare elementi concreti come l’intensità della rinomanza del marchio automobilistico e la somiglianza dei segni.
3. Interpretazione non corretta del ‘giusto motivo’: La notorietà del nome di una persona non costituisce, da sola, un ‘giusto motivo’ per la registrazione in conflitto con un marchio rinomato. L’art. 8 c.p.i., che consente la registrazione di nomi famosi, non serve a risolvere i conflitti con marchi anteriori, i quali restano disciplinati dalle regole ordinarie sulla contraffazione e sulla tutela rafforzata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rappresenta un importante punto di riferimento per la proprietà intellettuale. Stabilisce chiaramente che la fama personale, per quanto grande, non conferisce un diritto illimitato di registrare il proprio nome come marchio se ciò entra in collisione con i diritti acquisiti da un titolare di un marchio di rinomanza. La decisione riafferma la centralità della tutela contro lo sfruttamento parassitario della reputazione altrui e impone ai giudici di merito un’analisi rigorosa e basata su prove concrete. Per le celebrità, significa che la strategia di branding deve tenere attentamente conto dei marchi preesistenti, mentre per i titolari di marchi rinomati, è una conferma della solidità della protezione offerta dalla legge contro tentativi di agganciamento alla loro fama.

La notorietà del proprio nome è sufficiente per registrarlo come marchio se entra in conflitto con un marchio di rinomanza già esistente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mera circostanza che il marchio richiesto corrisponda al nome di una persona divenuta famosa è irrilevante per risolvere un conflitto con un marchio anteriore rinomato. La notorietà personale non costituisce di per sé un ‘giusto motivo’ idoneo a superare l’impedimento alla registrazione.

Cosa si intende per ‘giusto motivo’ quando si registra un marchio simile a uno rinomato?
Il ‘giusto motivo’ richiede un bilanciamento degli interessi tra il titolare del marchio rinomato e il richiedente. Per sussistere, devono essere soddisfatte diverse condizioni, tra cui l’uso del segno richiesto prima del deposito o dell’acquisizione della notorietà del marchio anteriore, e che tale uso sia avvenuto in buona fede e in modo serio ed effettivo. Non è una nozione astratta, ma va verificata concretamente.

Quali fattori devono essere considerati per valutare se un nuovo marchio trae un vantaggio indebito da un marchio di rinomanza?
La valutazione deve essere complessiva e prognostica, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti. Tra questi, i più importanti sono: l’intensità della notorietà e il grado del carattere distintivo del marchio anteriore, il grado di somiglianza tra i segni in conflitto, e la natura e il grado di prossimità dei prodotti o servizi interessati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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