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Mancata indicazione sedi: il docente ha diritto nomina

Un docente è stato illegittimamente escluso da una nomina a tempo determinato a causa della mancata indicazione di tutte le sedi disponibili nella domanda telematica. Il Tribunale ha stabilito che tale omissione non costituisce una rinuncia totale al diritto di nomina, ma solo una scelta limitata a specifiche sedi. Di conseguenza, ha riconosciuto il diritto del docente all’incarico e al risarcimento del danno per la mancata indicazione sedi.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Mancata Indicazione Sedi: Non è Rinuncia, il Docente ha Diritto alla Nomina

Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro ha chiarito un punto cruciale per migliaia di docenti precari: la mancata indicazione sedi in una domanda informatizzata non equivale a una rinuncia all’incarico. Questo principio tutela i candidati da esclusioni illegittime basate su un’interpretazione errata della loro volontà, specialmente quando le sedi disponibili non sono note al momento della compilazione della domanda. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un docente, aspirante a un incarico di supplenza annuale per l’anno scolastico 2022/2023, ha presentato ricorso al Tribunale dopo essere stato escluso dalle operazioni di nomina. La sua esclusione era dovuta al fatto che, nella compilazione della domanda telematica gestita da un algoritmo, non aveva indicato tutte le sedi disponibili nella provincia di riferimento.

Il punto centrale della controversia è che, al momento della presentazione della domanda, l’amministrazione scolastica non aveva ancora reso note quali fossero le cattedre effettivamente disponibili. Il docente, agendo con le informazioni a sua disposizione, aveva espresso preferenza solo per alcune sedi. L’amministrazione, applicando rigidamente le previsioni dell’Ordinanza Ministeriale n. 112/2022, ha interpretato questa scelta come una rinuncia a tutte le altre sedi, escludendolo di fatto dalla procedura per posti che si sono poi rivelati disponibili e che gli sarebbero spettati per punteggio.

La Decisione del Tribunale del Lavoro

Il Tribunale ha accolto integralmente il ricorso del docente, dichiarando illegittima la sua esclusione. La sentenza ha stabilito che il docente aveva pieno diritto a ottenere un incarico a tempo determinato fino al 31 agosto 2023.

Di conseguenza, il giudice ha ordinato all’amministrazione di:
1. Riconoscere il diritto del docente alla nomina a tempo determinato per l’anno scolastico in questione.
2. Adottare tutti i provvedimenti necessari per dare attuazione a tale diritto.
3. Risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale subito dal docente, quantificato nella retribuzione che avrebbe percepito se fosse stato nominato, oltre al riconoscimento giuridico del servizio ai fini del punteggio e della carriera.
4. Pagare le spese legali del procedimento.

Le Motivazioni della Sentenza sulla Mancata Indicazione Sedi

Il cuore della decisione risiede nella distinzione giuridica tra “rinuncia” e “mancata opzione”. Il giudice ha chiarito che l’omessa indicazione di alcune sedi non può essere equiparata a una rinuncia all’incarico. La rinuncia è un atto giuridico unilaterale con cui un soggetto abdica a un diritto di cui è già titolare. In questo caso, il diritto alla nomina non era ancora sorto nella sfera giuridica del docente al momento della domanda.

La scelta di non indicare tutte le sedi disponibili rappresenta, invece, una semplice “mancata opzione” o, al più, un “rifiuto parziale” di concorrere per specifiche cattedre. Si tratta di una mera manifestazione di volontà limitativa, che non può comportare l’esclusione totale dalla procedura. Questo è particolarmente vero quando, come nel caso di specie, le sedi non sono ancora state rese pubbliche, impedendo al candidato di fare una scelta pienamente informata.

Il Tribunale ha sottolineato che, secondo l’art. 12, comma 4, dell’Ordinanza Ministeriale, solo la mancata presentazione della domanda costituisce rinuncia totale, mentre la mancata indicazione di alcune sedi comporta rinuncia limitatamente a quelle non espresse. Pertanto, l’esclusione del docente è stata ritenuta illegittima perché egli avrebbe avuto diritto a una nomina in una delle sedi poi assegnate a candidati con punteggio inferiore.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rappresenta un importante precedente a tutela dei docenti che partecipano alle complesse procedure informatizzate di reclutamento. Stabilisce un principio di equità e ragionevolezza: un candidato non può essere penalizzato con l’esclusione totale per una scelta parziale, soprattutto se compiuta “al buio” riguardo alle effettive disponibilità.

Le implicazioni pratiche sono significative:
* Tutela del diritto al lavoro: Viene protetto il diritto del docente con maggior punteggio a ottenere l’incarico che gli spetta.
* Corretto uso degli algoritmi: Gli sistemi informatici devono essere programmati per interpretare correttamente la volontà dei candidati, distinguendo tra rinuncia totale e preferenze parziali.
* Diritto al risarcimento: I docenti illegittimamente esclusi hanno diritto non solo al riconoscimento giuridico del servizio, ma anche al risarcimento economico per le retribuzioni perdute. La decisione conferma che la mancata indicazione sedi non è un errore che può giustificare la perdita di un anno di lavoro e di punteggio.

Se un docente non indica tutte le sedi disponibili nella domanda di supplenza, perde il diritto alla nomina?
No. Secondo questa sentenza, la mancata indicazione di alcune sedi non comporta l’esclusione integrale dalla procedura, ma solo una rinuncia limitata alle sedi non indicate. Il docente conserva il diritto a essere nominato su una delle sedi disponibili che gli spetterebbe per punteggio, anche se non l’ha espressa come preferenza, qualora le cattedre non fossero note al momento della domanda.

Qual è la differenza tra rinuncia all’incarico e mancata indicazione di alcune sedi?
La rinuncia è un atto giuridico con cui si abbandona un diritto già acquisito. La mancata indicazione di sedi, invece, è una semplice manifestazione di volontà limitativa (o mancata opzione), che non incide sul diritto generale a partecipare alla procedura di nomina e a ottenere un incarico in base al proprio punteggio.

Cosa ha ottenuto il docente con questa sentenza?
Il docente ha ottenuto l’accertamento del suo diritto alla nomina per un incarico annuale, la condanna dell’amministrazione ad adottare i provvedimenti conseguenti, il risarcimento del danno patrimoniale (pari alle retribuzioni non percepite) e non patrimoniale, e il riconoscimento giuridico del servizio ai fini del punteggio e della carriera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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