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Liquidazione compenso perito: calcolo e criteri

Un perito si oppone al compenso liquidato dal Tribunale per un’attività di traduzione e trascrizione, ritenendolo inadeguato. Il giudice accoglie parzialmente l’opposizione, ridefinendo i criteri per la liquidazione compenso perito. La sentenza chiarisce che il calcolo deve basarsi sulle ore effettive di lavoro (vacazioni) e non sul termine concesso, aumentando significativamente l’importo da 88 euro a oltre 880 euro.

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Pubblicato il 25 febbraio 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Liquidazione compenso perito: come si calcola? Analisi di un caso pratico

La corretta liquidazione compenso perito è un aspetto cruciale per garantire il buon funzionamento della giustizia, assicurando che gli ausiliari del giudice ricevano una retribuzione equa per il loro prezioso lavoro. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre importanti chiarimenti su come debba essere calcolato tale compenso, specialmente in relazione ad attività complesse come la traduzione e trascrizione di intercettazioni telefoniche. Analizziamo il caso per comprendere i principi applicati dal giudice.

I fatti di causa: la richiesta di un compenso più equo

Il caso nasce dall’opposizione presentata da un perito, incaricato in un procedimento penale di tradurre dal rumeno e trascrivere diverse conversazioni telefoniche. A fronte di un lavoro che l’esperto ha quantificato in quasi 39 giorni lavorativi (pari a 155 vacazioni), il Tribunale Penale aveva inizialmente liquidato un compenso di soli 88,03 euro. Ritenendo tale somma del tutto incongrua rispetto all’impegno profuso, alla complessità e all’urgenza dell’incarico, il perito ha impugnato il decreto di liquidazione, chiedendo una rideterminazione del compenso.

La decisione del Tribunale sulla liquidazione compenso perito

Il Tribunale Civile, chiamato a decidere sull’opposizione, ha accolto parzialmente le ragioni del perito, riformando il decreto e aumentando significativamente il compenso a 880,80 euro. La decisione si fonda su un’attenta rianalisi del lavoro svolto e sull’applicazione di precisi criteri normativi e giurisprudenziali.

Il calcolo delle vacazioni: tempo effettivo vs. termine assegnato

Uno dei punti centrali della sentenza riguarda il metodo di calcolo delle vacazioni. Il giudice ha ribadito, richiamando un consolidato orientamento della Corte di Cassazione, che il compenso deve essere calcolato con rigoroso riferimento al numero di ore effettivamente necessarie per l’espletamento dell’incarico. Il termine di 60 giorni assegnato per il deposito della perizia non è rilevante ai fini della quantificazione, che deve invece basarsi sul tempo concretamente impiegato. Sulla base delle 56 pagine di trascrizioni prodotte, il Tribunale ha ritenuto congrua una quantificazione del lavoro in 15 giorni lavorativi, corrispondenti a 60 vacazioni.

Complessità e urgenza: quando si applicano gli aumenti?

Il perito aveva richiesto un aumento del compenso per la particolare complessità e urgenza. Il Tribunale, pur riconoscendo la difficoltà di comprendere registrazioni audio di scarsa qualità, ha specificato che questa non integra automaticamente i presupposti per la maggiorazione prevista per prestazioni “di eccezionale importanza, complessità e difficoltà” (ex art. 52 TUSG). Allo stesso modo, non è stata ravvisata una particolare urgenza, poiché il tempo concesso per l’incarico era in linea con la media degli ordinari giudizi.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni del giudice si basano su una valutazione equilibrata e fattuale. In primo luogo, si è corretto l’errore materiale del primo decreto, che aveva considerato solo 8 telefonate invece delle 24 effettivamente trascritte. In secondo luogo, si è applicato il principio fondamentale secondo cui la liquidazione compenso perito deve rispecchiare il lavoro reale. La decisione cita una pronuncia della Corte di Cassazione (n. 2410/2012) che stabilisce come il calcolo delle vacazioni debba essere ancorato alle ore necessarie, non al termine per il deposito. Infine, per la valorizzazione economica di ogni vacazione, il giudice ha fatto riferimento a una recente pronuncia della Corte Costituzionale, liquidando ogni unità a 14,68 euro, per un totale di 880,80 euro. Questo importo è stato ritenuto un “congruo compenso al lavoro effettivamente svolto”.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

La sentenza offre due importanti indicazioni pratiche per i periti e i consulenti tecnici. La prima è che, in sede di richiesta di liquidazione, è fondamentale documentare in modo dettagliato il tempo effettivamente impiegato, poiché è questo il parametro principale per il calcolo. La seconda è che, in caso di liquidazione palesemente incongrua, lo strumento dell’opposizione al decreto è una via efficace per ottenere il giusto riconoscimento del proprio lavoro. Il Tribunale ha dimostrato che, a fronte di una corretta allegazione e prova, è possibile ottenere una revisione del compenso che rifletta equamente l’impegno e la professionalità richiesti dall’incarico giudiziario.

Come viene calcolato il compenso di un perito nominato dal Tribunale?
Il compenso si calcola sulla base delle “vacazioni”, ovvero unità di tempo di due ore. Il numero di vacazioni è determinato dal tempo effettivamente necessario per svolgere l’incarico, indipendentemente dal termine finale concesso dal giudice per il deposito della relazione.

La scarsa qualità di una registrazione audio giustifica automaticamente un aumento del compenso per complessità?
No. Secondo questa sentenza, sebbene la difficoltà di comprensione di audio di bassa qualità sia un fattore da considerare nella stima del tempo impiegato, non integra di per sé i requisiti di “eccezionale importanza, complessità e difficoltà” necessari per ottenere la maggiorazione specifica prevista dalla legge.

Cosa può fare un perito se ritiene che il compenso liquidato sia troppo basso?
Può presentare un’opposizione al decreto di liquidazione. Si tratta di un’azione legale civile volta a contestare l’importo stabilito, chiedendo al giudice di ricalcolarlo sulla base di una più corretta valutazione del lavoro svolto, come avvenuto con successo in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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