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Limite contratti a termine: come si calcola la base?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9264/2019, ha stabilito che il limite contratti a termine, fissato al 15% per le imprese concessionarie del servizio postale, deve essere calcolato sull’intero organico aziendale a livello nazionale. La Corte ha respinto il ricorso di alcuni lavoratori che sostenevano la necessità di un calcolo su base provinciale, affermando che la normativa intende favorire la flessibilità dell’intero complesso aziendale per garantire il servizio universale, senza distinzioni tra mansioni o aree territoriali.

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Pubblicato il 13 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Limite Contratti a Termine: la Cassazione Chiarisce la Base di Calcolo

Affrontare il tema del limite contratti a termine è cruciale per comprendere le dinamiche del mercato del lavoro, specialmente in settori regolamentati come quello postale. Con l’ordinanza n. 9264 del 2019, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su come debba essere calcolata la soglia percentuale per le assunzioni a tempo determinato nelle imprese concessionarie del servizio postale, stabilendo un principio di portata nazionale.

I Fatti di Causa

Due lavoratori avevano stipulato contratti di lavoro a tempo determinato con una grande società concessionaria del servizio postale. Al termine del rapporto, hanno adito il Tribunale per chiedere la dichiarazione di nullità del termine apposto ai loro contratti, sostenendo che l’azienda avesse superato il limite quantitativo di assunzioni a termine consentito dalla legge. Di conseguenza, chiedevano la riassunzione in servizio e il risarcimento del danno.
Sia il Tribunale che, successivamente, la Corte d’Appello hanno respinto le loro domande. I giudici di merito hanno ritenuto che il calcolo della percentuale massima di contratti a termine dovesse essere effettuato sull’intera forza lavoro dell’azienda a livello nazionale e non, come sostenevano i lavoratori, sulla base del personale in servizio nella sola provincia di appartenenza.

La Questione Giuridica: Base di Calcolo Nazionale o Provinciale?

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 2, comma 1-bis, del D.Lgs. n. 368/2001. Questa norma, introdotta per le imprese concessionarie del servizio postale, stabilisce un limite contratti a termine non superiore al 15% dell’organico aziendale. I ricorrenti lamentavano che la Corte d’Appello avesse erroneamente considerato come base di calcolo l’intero organico nazionale, invece di quello della singola unità produttiva provinciale. Secondo la loro tesi, un calcolo su base locale avrebbe dimostrato il superamento della soglia e, quindi, l’illegittimità dei loro contratti.

Le Motivazioni della Cassazione sul Limite Contratti a Termine

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale chiaro.

I giudici supremi hanno sottolineato che la norma in questione (art. 2, comma 1-bis) fa esplicito riferimento all’“organico aziendale” senza introdurre alcuna distinzione per area di applicazione, suddivisione territoriale o settore di occupazione. La ratio della disposizione, come già evidenziato anche dalla Corte Costituzionale, è quella di garantire una certa flessibilità alle imprese che svolgono il servizio postale universale, un’attività complessa e diffusa su tutto il territorio nazionale.

La Corte ha operato un confronto significativo con la normativa prevista per altri settori, come quello del trasporto aereo, dove il legislatore ha specificato che il calcolo percentuale va riferito solo al personale addetto a determinati servizi. L’assenza di una simile precisazione per il settore postale, secondo la Cassazione, dimostra la volontà del legislatore di considerare l’organico in modo unitario e complessivo. L’intenzione era quella di facilitare l’attività delle imprese concessionarie nel loro intero funzionamento, non solo per gli addetti al servizio postale in senso stretto.

Di conseguenza, qualsiasi interpretazione che miri a ridurre la base di computo (ad esempio, limitandola alla provincia o a specifiche mansioni) è stata ritenuta errata. La valutazione sulla legittimità del termine è stata operata ex ante dal legislatore, che ha bilanciato le esigenze di flessibilità dell’azienda con la tutela dei lavoratori attraverso la fissazione di limiti temporali e percentuali precisi, da calcolarsi però sull’intera impresa.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione stabilisce un principio vincolante: per le imprese concessionarie del servizio postale, il limite contratti a termine del 15% deve essere calcolato sull’organico totale dell’azienda al 1° gennaio dell’anno di assunzione, su base nazionale. Questa interpretazione offre certezza giuridica alle aziende del settore, permettendo loro di gestire le esigenze di personale con la flessibilità prevista dal legislatore per garantire l’efficienza del servizio universale. Per i lavoratori, ciò significa che la verifica del rispetto di tale limite non può essere confinata alla singola realtà locale, ma deve tenere conto della dimensione complessiva e nazionale del datore di lavoro.

Come si calcola il limite percentuale del 15% per le assunzioni a termine nelle imprese concessionarie del servizio postale?
Il calcolo deve essere effettuato sull’intero organico aziendale a livello nazionale, riferito al 1° gennaio dell’anno in cui avvengono le assunzioni. Non è corretto limitare la base di calcolo alla singola provincia o unità produttiva.

Il calcolo deve tenere conto solo degli addetti al servizio postale in senso stretto?
No. La Corte ha chiarito che la normativa si riferisce all’intero organico aziendale, senza distinzioni di mansioni. L’intenzione del legislatore è facilitare l’attività dell’impresa nel suo complesso, non solo un singolo settore.

Perché la legge prevede questo approccio per le aziende postali?
La ratio della norma è quella di concedere una certa flessibilità alle imprese che gestiscono il servizio postale universale, data la sua complessità e capillarità a livello nazionale. La valutazione della base di calcolo sull’intero organico aziendale è stata ritenuta coerente con la necessità di assicurare al meglio lo svolgimento di tale servizio pubblico essenziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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