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Licenziamento collettivo dirigenti: obblighi UE

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società, confermando che le procedure di informazione e consultazione sindacale previste per il licenziamento collettivo si applicano obbligatoriamente anche ai dirigenti. La sentenza sottolinea come questa estensione derivi dalla necessità di adeguare la normativa italiana alla direttiva europea 98/59/CE, a seguito di una precedente condanna da parte della Corte di Giustizia UE. La Corte ha chiarito che tale obbligo sussiste per tutte le tipologie di licenziamento collettivo, senza distinzioni.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Licenziamento Collettivo Dirigenti: La Cassazione Conferma gli Obblighi Europei

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di diritto del lavoro: le tutele procedurali previste per il licenziamento collettivo dirigenti si applicano senza eccezioni, in linea con il diritto dell’Unione Europea. La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo di informazione e consultazione sindacale vale anche per la categoria dirigenziale, indipendentemente dalla specifica procedura nazionale attivata dall’azienda. Vediamo i dettagli di questa importante pronuncia.

Il Fatto: Un Dirigente Impugna il Licenziamento

Il caso trae origine dal licenziamento di un dirigente, avvenuto nell’ambito di una procedura di licenziamento collettivo avviata da una società in concordato preventivo. Il dirigente aveva impugnato il recesso, sostenendo la sua illegittimità.

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda. Successivamente, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, dichiarando l’illegittimità del licenziamento e condannando la società a pagare un’indennità risarcitoria. La motivazione della Corte territoriale si basava sul mancato rispetto, da parte dell’azienda, degli obblighi di consultazione sindacale previsti anche per la categoria dirigenziale, in applicazione della normativa europea.

Contro questa sentenza, la società ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge n. 223/1991.

La Questione Giuridica: Le Tutele per il Licenziamento Collettivo Dirigenti

Il nodo centrale della controversia era stabilire se le garanzie procedurali di informazione e consultazione, previste dalla legge italiana sui licenziamenti collettivi (L. 223/1991), dovessero essere estese anche ai dirigenti.

La società ricorrente sosteneva che la procedura seguita (licenziamento collettivo post-mobilità, ex art. 4 L. 223/1991) fosse distinta da quella per riduzione di personale (ex art. 24 L. 223/1991) e che solo quest’ultima, a seguito delle modifiche legislative, imponesse tali obblighi per i dirigenti. In sostanza, si cercava di sfruttare una presunta distinzione tra diverse tipologie di licenziamento collettivo per escludere i dirigenti dalle tutele.

L’Intervento Decisivo del Diritto Europeo

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi, richiamando l’evoluzione normativa e giurisprudenziale imposta dal diritto dell’Unione Europea.

In passato, la legislazione italiana escludeva esplicitamente i dirigenti dall’ambito di applicazione delle procedure di consultazione sindacale. Questa esclusione è stata giudicata illegittima dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza del 13 febbraio 2014, causa C-596/12), che ha condannato l’Italia per violazione della Direttiva 98/59/CE. La Direttiva, infatti, definisce la nozione di “lavoratore” in senso ampio, includendo chiunque presti un’attività lavorativa in cambio di una retribuzione, senza ammettere esclusioni di categorie come quella dirigenziale.

Per adeguarsi a tale pronuncia, il legislatore italiano ha introdotto, con la legge n. 161/2014, una modifica all’art. 24 della legge 223/1991, estendendo esplicitamente le tutele ai dirigenti.

Le Motivazioni

La Suprema Corte, nel rigettare il ricorso, ha fornito una motivazione chiara e lineare. Gli Ermellini hanno stabilito che la distinzione tra le diverse procedure di licenziamento collettivo previste dalla normativa nazionale (art. 4 e art. 24 della L. 223/1991) è irrilevante ai fini degli obblighi di informazione e consultazione imposti dalla direttiva europea.

Il principio fondamentale, derivante dal diritto UE, è che in tutti i casi di licenziamento collettivo, l’impresa deve informare e consultare le rappresentanze sindacali, incluse quelle dei dirigenti. L’esclusione di questa categoria è in palese contrasto con gli obiettivi della direttiva, che mira a garantire una protezione uniforme e comparabile dei diritti dei lavoratori in tutti gli Stati membri.

La Corte ha quindi affermato che l’obbligo di consultazione sindacale per i dirigenti non è limitato a una specifica tipologia di procedura, ma ha una portata generale. Di conseguenza, la società avrebbe dovuto coinvolgere l’associazione sindacale di categoria dei dirigenti, cosa che non ha fatto, rendendo così illegittimo il recesso.

Le Conclusioni

Con l’ordinanza in esame, la Cassazione consolida un orientamento ormai pacifico: le garanzie procedurali per il licenziamento collettivo dirigenti sono un obbligo inderogabile per le aziende. Qualsiasi impresa che intenda avviare una procedura di licenziamento collettivo che coinvolga anche personale dirigenziale deve necessariamente attivare i canali di informazione e consultazione con le rispettive organizzazioni sindacali. Ignorare questo passaggio significa esporre il licenziamento a un fondato rischio di illegittimità, con le conseguenti condanne al pagamento di indennità risarcitorie. La sentenza rappresenta un importante promemoria della prevalenza del diritto europeo e della sua capacità di plasmare e rafforzare le tutele nel nostro ordinamento nazionale.

Le garanzie procedurali (informazione e consultazione sindacale) previste per il licenziamento collettivo si applicano anche ai dirigenti?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che le garanzie procedurali si applicano obbligatoriamente anche alla categoria dei dirigenti, in conformità con la direttiva europea 98/59/CE.

La distinzione tra licenziamento per riduzione di personale (art. 24 L. 223/1991) e licenziamento post-mobilità (art. 4 L. 223/1991) incide su questo obbligo?
No, la Corte ha chiarito che questa distinzione è irrilevante. L’obbligo di informazione e consultazione delle rappresentanze sindacali dei dirigenti sussiste in tutti i casi di licenziamento collettivo.

Perché la normativa italiana è stata modificata per includere espressamente i dirigenti?
La modifica è stata introdotta con la legge n. 161/2014 per adeguare l’ordinamento italiano a una sentenza di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che aveva ritenuto l’esclusione dei dirigenti dalle tutele procedurali una violazione della normativa comunitaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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